sabato 13 dicembre 2014

Sasso Marconi. Tornano le 'picconate' di Pietro Fortuzzi.



Ancora una volta il consigliere comunale Pietro Fortuzzi graffia la serenità dell’amministrazione cittadina con due sue esternazioni pubblicate come al solito su volantini distribuiti in paese. nei  quali denuncia l’indifferenza con cui si assiste ai continui attentati alle private proprietà, come i numerosi furti in appartamento e i vandalismi gratuiti notturni. Inoltre pone l’accento su quelle che chiama  ‘peccati amministrativi’ come,   fra l’altro,  la  presenza costante in Comune di due non confermati assessori delle precedente amministrazione,  quasi continuassero la loro attività amministrativa.
La denuncia merita un chiarimento anche perché su questo tema c’è  un precedente in una interrogazione rivolta al Sindaco che non ha ancora avuto risposta. L’argomento è quindi conosciuto da tempo.
C’è poi da chiedersi se Fortuzzi, considerato il ‘Calimero  del Consiglio Comune di Sasso Marconi’, sia davvero ‘l’anatroccolo brutto e nero’ o l’unico  censore e controllore di Sasso Marconi. In più molti si chiedono se sia così difficile dare una informazione che smentisca le ipotesi del consigliere e rassicuri i contribuenti sassesi. Infine crea disappunto il silenzio delle altre opposizioni. Sia che il tema sia veritiero o meno, il loro compito dovrebbe essere quello del controllo costante politico-amministrativo sull’attività del Comune.  

Ecco i volantini: 



3 commenti:

  1. Spero che Fortuzzi lo legga

    Ex art 595 del codice penale: "Chiunque, fuori dai casi indicati nell’articolo precedente (ovvero salvo trattarsi di ingiuria, cioè una offesa con la presenza dell’interessato) comunicando con più persone, offende l‘altrui reputazione, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa sino a lire due milioni (circa 1032 €).

    Se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a lire quattromilioni (circa 2065 €).

    Se l’offesa è arrecata col mezzo della stampa, o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a lire un milione (circa 516 €).

    Se l’offesa è recata ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate. "

    RispondiElimina
  2. questa è pura diffamazione, spero gli arrivi una bella querela

    RispondiElimina
  3. Invece di lanciare minacce, perchè non spiegate, rispondendo con i fatti che i suoi sospetti non sono fondati?
    La mancata risposta alle domande di chiarimenti fatte da un consigliere di minoranza, quindi demandato a controllare l'operato dell'amministrazione, pare proprio che lui abbia colto il bersaglio.
    Riflettete, e rispondete 'a segno'.
    Luigi M.

    RispondiElimina