Questa mattina, nell’Aula Scantamburlo della Legione Carabinieri Emilia Romagna, alla presenza del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Bologna, Colonnello Antonio Jannece (nella foto), si è svolta la cerimonia di presentazione del Calendario Storico e dell’Agenda Storica 2015 dell'Arma dei Carabinieri, quest’anno dedicati al tema “Il Carabiniere e la famiglia”. Gli stati d’animo, le ansie, lo sconforto e i disagi, ma anche la fierezza, i consigli, le rassicurazioni e l’amore che i Carabinieri trasmettevano ai propri familiari anche in circostanze drammatiche permettono di ‘leggere’ in modo diverso alcuni episodi, noti o meno noti della storia dell’Arma.
Il notevole
interesse da parte del cittadino verso il Calendario Storico dell’Arma, oggi
giunto a una tiratura di 1.250.000 copie, di cui 8.000 in lingue straniere
(inglese, francese, spagnolo e tedesco), è indice sia dell’affetto e della vicinanza
di cui gode la Benemerita, sia della profondità di significato dei suoi
contenuti, che ne fanno un oggetto apprezzato, ambito e presente tanto nelle
abitazioni quanto nei luoghi di lavoro, quasi a testimonianza del fatto che ‘in
ogni famiglia c’è un Carabiniere’.
Nato nel
1928, dopo l’interruzione post-bellica dal 1945 al 1949, il Calendario, giunto
alla sua 82^ edizione, venne ripreso regolarmente nel 1950 e da allora è stato
puntuale interprete, con le sue tavole, delle vicende dell’Arma e, attraverso di
esso, della Storia d’Italia.
Le tavole
artistiche dell’edizione 2015 del Calendario Storico sono state ideate e
realizzate dal Maestro Paolo Di Paolo.
Il
Colonnello Antonio Jannece ha sottolineato l’importante e silenzioso ruolo svolto
dalla famiglia nel quotidiano agire del Carabiniere, spiegando così i motivi
della scelta di dedicare a loro il primo calendario del terzo secolo di vita
dell’Arma.
Calendario
Storico dell’Arma 2015
Il calendario,
attraverso una raccolta di lettere scritte dai Carabinieri ai familiari e di
immagini di vita al di fuori del servizio, è dedicato a coloro che condividono
in silenzio sacrifici e soddisfazioni dei militari dell’Arma.
In copertina
è raffigurata la caserma ‘Bergia’ di Torino, primo Comando Generale
dell’Arma e ideale ‘casa del Carabiniere’ da dove inizia il cammino
professionale di ciascun militare e si tramandano tradizioni e valori tipici
dell’essere Carabiniere.
Nella quarta
di copertina, all’interno di un ovale, è raffigurato un Carabiniere intento a
scrivere alla propria famiglia.
La prefazione
del Comandante Generale dell’Arma Leonardo Gallitelli, presenta il tema
centrale che ispira l’opera, sottolineando come negli affetti più stretti sia ‘radicata
la disponibilità a provvedere che il Carabiniere coltiva nella sua missione
quotidiana’, sia essa di vigilare sulla sicurezza di un borgo o di
costruire la pace fuori dai confini nazionali, ‘animato solo da inviolabile
fedeltà ai principi di legalità, libertà e giustizia’.
Il Generale
Gallitelli poi pone l’accento sul senso del dovere ‘che è cifra distintiva
del nostro agire e che trova da sempre piena e speculare rispondenza
nell’ambito familiare’, evidenziando, in conclusione, come quei familiari,
nel ricevere le lettere, non solo abbiano trepidato per la sorte dei loro cari,
ma abbiano anche avvertito ‘intimamente l’orgoglio di essere parte viva e
pulsante di quella storia’.
La tavola
che apre il Calendario, in contropagina alla citata prefazione, riporta un
particolare dell’opera vincitrice del 1° Premio per la categoria ‘Pittura’ del Concorso
Artistico Nazionale indetto in occasione del Bicentenario di fondazione
dell’Arma a simboleggiare il tramandarsi delle tradizioni tra le generazioni.
Le tavole
del Calendario, tramite ‘l’aspetto più umano di alcuni Carabinieri’,
ripercorrono alcuni momenti salienti della storia dell’Istituzione.
Dalla descrizione della battaglia di Pastrengo e della dura ‘vita di
campagna’ fatta in una lettera indirizzata alla moglie dal Capitano
Bernardino Morelli di Popolo, Comandante di uno dei tre Squadroni Carabinieri
che diedero vita alla Carica di Pastrengo, a quella indirizzata dal Capitano
Alfredo Amenduni sempre alla propria consorte, con la quale descrive le fasi
salienti della battaglia di Adua, evidenziando il rammarico per aver visto
cadere numerosi amici. Dalla lettera rinvenuta addosso al Carabiniere Orazio
Greco - deceduto il 18 luglio 1915, nell’imminenza della battaglia del Podgora,
mentre si trovava sotto le linee nemiche per danneggiare i reticoli austriaci -
e diretta alla madre per invitarla a non piangere e mandare sul fronte anche
gli altri fratelli, alle umili parole rivolte, nel 1937 ad Adelfia (BA), al
Comandante Generale dell’Arma Generale Riccardo Moizo, dalla madre del Car.
M.O.V.M ‘alla Memoria’ Vittoriano Cimarrusti, durante lo scoprimento di una
lapide in onore del figlio, immolatosi il 24 aprile 1936 a Gunu Gadu (Etiopia).
Non mancano
riferimenti sia ai pluridecorati Colonnello Lussorio Cau e Capitano Chiaffredo
Bergia, i quali seppero trarre dagli affetti familiari rinnovate energie per
conseguire i ben noti ed esaltanti successi contro il brigantaggio, sia al
Maggiore Alessandro Negri di Sanfront, Comandante dei tre Squadroni di
Carabinieri Reali assegnati alla scorta del Re Carlo Alberto durante la Prima
Guerra d’Indipendenza, e al Vice Brigadiere M.O.V.M. ‘alla Memoria’ Salvo
D’Acquisto - dai destini diversi, ma uniti nella determinazione a mantenere
fede al giuramento prestato - che, malgrado pressati dagli eventi, trovarono il
tempo per rivolgere un pensiero alla propria madre.
Dense di
significato e cariche di sentimenti - sebbene l’una si chiuda con
rassicurazioni sul buon esito della situazione e l’altra sia stata scritta
sotto forma di testamento - le missive che le M.O.V.M. ‘alla Memoria’ Tenente
Romeo Rodrigues-Pereira e Maresciallo Francesco Pepicelli, Martiri delle Fosse
Ardeatine, hanno indirizzato alle rispettive mogli.
Le ultime
tavole del calendario sono dedicate alla Signora Santuccia Beni, che, tra
figli, nipoti, pronipoti e cugini, ha avuto 12 familiari nell’Arma. Uno dei
figli della donna, l’Appuntato Giuseppe Beni, in missione di scorta ad un
convoglio nel Mediterraneo durante la Seconda Guerra Mondiale, scrisse un
diario annotandovi, tra l’altro, pensieri diretti alla madre e agli altri
fratelli in armi. Il 18 maggio 1977, a Porto San Giorgio (FM), anche la
famiglia Beni ha pagato il suo tributo di sangue alla Patria, l’Appuntato
M.O.V.M. “alla Memoria” Alfredo Beni cadde in un conflitto a fuoco con dei
malviventi.
Dal Comando
Provinciale Carabinieri di Bologna
copertina |
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