La bomba a Sasso Marconi non fa più paura.

Straordinaria partecipazione di associazioni

 e volontari all'evacuazione di Sasso Marconi

La Lista Civica di Sasso Marconi ‘Un'Altra Sasso’ ha inviato:

Un'Altra Sasso ha partecipato alle operazioni di evacuazione del paese che si sono svolte dalle prime ore della mattina di oggi, domenica 16 novembre, a Sasso Marconi. Insieme a tanti volontari ed associazioni sono stati fatti evacuare quasi 6000 cittadini che si trovavano all'interno della cosiddetta "Danger Zone", l'area circolare del raggio di 1550 metri disposta dai tecnici in cui sarebbero potute arrivare eventuali schegge. I nostri consiglieri Eugenio Salamone ed Enrica Calzolari insieme ai membri del nostro gruppo si sono uniti alla straordinaria macchina facente capo all'unità di crisi congiunta di Protezione Civile composta da tutte le forze presenti sul territorio ed ha portato in prima persona un contributo attivo avvertendo casa per casa le persone delle operazioni imminenti.

Enrica Calzolari e Lorenzo Atti con una giovane

scout volontaria durante le operazioni di evacuazione.

Come lista civica vogliamo ringraziare tutte le persone che si sono rimboccate le maniche ed hanno partecipato a questa missione partendo dalla Pubblica Assistenza di Sasso Marconi, proseguendo con l'Associazione Nazionale Carabinieri, i Vigili del Fuoco e tutte le Forze di Polizia presenti (CC, PM, PS, GdF) insieme a tutti i Volontari (con la V maiuscola) che hanno contribuito a rendere i luoghi adibiti a ricevere gli sfollati, luoghi caldi ed accoglienti e a tutti coloro che, come noi, suonando alle porte delle abitaizioni dei cittadini hanno fatto il più piccolo gesto, ma pilastro fondamentale ed insostituibile, per permettere a tutti di mettersi al riparo.

Uno speciale ringraziamento ai coraggiosi artificieri del Genio Ferrovieri dell'Esercito Italiano, senza di loro, la bomba sarebbe ancora un pericolo!

La Danger Zone

Un'unica nota che ci sentiamo di fare riguarda la decisione di avere una Danger Zone così estesa. Ci rendiamo conto che le nuove normative NATO hanno costretto all'evacuazione di un intero paese per un'ordigno di poche decine di chilogrammi. Lontano da noi contestare  la NATO e le decisioni assunte, ma ci permettiamo di chiederci se sia così indispensabile accettare tali normative a fronte di misurazioni tecniche ed esperienziali che avrebbero potuto ridurre tale zona di pericolo ad alcune centinaia di metri come successe, per chi ricorda, al disinnesco della bomba ritrovata in via Calzavecchio nella vicina Casalecchio di Reno poco più di un anno fa. Ricordiamo che allora si trattava di 240 kg e la zona rossa decisa fu di raggio 500 mt. mentre oggi l'ordigno di viale Nuovo era quasi un sesto ( 100 lbs - circa 45 kg ) e la zona di pericolo triplicata (raggio 1550 mt. ). Sarebbe potuto svolgersi diversamente? Lo chiederemo in Consiglio Comunale.

Desideriamo in ogni caso rinnovare il nostro più sincero ringraziamento a tutta l'organizzazione.