lunedì 22 settembre 2014

Cari giovani senza l'articolo 18 e il jobs act vi si aprono le porte dell'inferno per tutta la vita




Riceviamo e pubblichiamo:

Cari giovani, sono Carlo Soricelli, curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro. Ho 65 anni, ho lavorato per 39 anni come metalmeccanico e da quando ne ho 20 dipingo e scolpisco le problematiche sociali soprattutto quelle legate al lavoro. Conosco approfonditamente la storia e gli errori che hanno fatto i sindacati nel corso degli anni. Li ho sempre denunciati anche quando lavoravo, e per diversi anni , a causa di quegli errori non mi sono neppure più iscritto. La deriva liberista aveva contagiato anche loro e non solo i partiti di sinistra. La prima lettera contro il precariato la scrissi all'Unità nel 1987. Comprendevo che con quei contratti che chiamavano di formazione lavoro avrebbe aperto le porte alla precarietà. Ma purtroppo era anche allora si parlava con i mulini a vento. Arrivò poi la legge Treu che rese organica la precarietà, poi la legge Biagi, che io ho il coraggio di dire che è stata una porcata. La morte di Biagi è stata una catastrofe, come quella di Guido Rossa ucciso dalle Brigate Rosse il cui dipinto che feci pochi mesi dopo, è ancora presso il Comune di Casalecchio di Reno, quell'organizzazione criminale ha creato danni enormi al movimento operaio. Ma anche se Biagi è morto in modo così ignobile e tragico non si può nascondere il fatto che è stata applicata strumentalmente dalla destra per precarizzare ancora di più la vita di chi lavora, e che era comunque una pessima legge per chi lavora anche come l'aveva concepita Marco Biagi. Poi è arrivata la legge Fornero che pensionati, pensionandi ed esodati conoscono bene. Detto questo voglio dire che il sindacato è stato determinante con le lotte degli anni sessanta e settanta fino alla famosa svolta provocata dalla sconfitta alla FIAT che si rilevò una catastrofe per i lavoratori e per le implicazioni che avrebbe avuto nel futuro. In quegli anni (60/70) si conquistò lo Statuto dei lavoratori e il famoso articolo 18 che ha impedito fino ad ora il licenziamento senza Giusta Causa e Giustificato motivo. E' questo che tratta quell'articolo: d'impedire un ingiusto licenziamento. Per motivi di crisi e di riorganizzazione i licenziamenti si sono sempre fatti. Io stresso sono stato tutelato in un momento di vita molto difficile per me da quell'articolo. Mi ammalai in modo molto serio di esaurimento nervoso, a causa di una concomitanza di eventi che mi portarono anche al ricovero ospedaliero. Se non c'era quell'articolo mi avrebbero licenziato. Ma non fu per l'azienda possibile. Poi superato quel periodo per l'azienda fui un pilastro, nonostante le mie idee ‘rivoluzionarie’ perchè ho sempre pensato che sul lavoro occorre  dare il massimo e avere rispetto per l'Azienda. Se non c'era il ‘18’ cosa sarebbe stato della mia vita e della mia famiglia? Senza il Sindacato non ci sarebbe stato un ambiente più salubre, non ci sarebbero state le visite mediche obbligatorie. 

GUARDATE ALCUNI DI QUESTI DIPINTI ALLEGATI CHE FECI IN QUEGLI ANNI. Ambienti fumosi, si mangiava in quello che chiamavamo tegamino e che ci portavamo da casa (gavetta) come si vede nella copertina del libro ‘scrivano Ingannamorte’. Ricordo ricatti sessuali, di un capo reparto che quando il Bologna perdeva il lunedì mattina tornava incazzatissimo e se la prendeva con offese gravi con i sottoposto. Potrei continuare a lungo su quello che aspetta i lavoratori senza una tutela come l'articolo 18, che andrebbe esteso a tutti quelli che lavorano. 
Come curatore dell'osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro ho constatato, documenti alla mano, che in questi sei anni i morti sul lavoro sono calati per gli assicurati INAIL ma che sono aumentati tra i precari, le partite iva individuali che coprono speso lavori dipendenti. E posso affermare, senza temere smentite, che le morti sul lavoro dove sono presenti i sindacati sono quasi inesistenti, e quei pochi che muoiono nelle grandi aziende sono spesso lavoratori di aziende appaltatrici artigianali che non sono coperti dall'articolo 18 e dove i diritti anche per opporsi in lavori pericolosi non esistono. Ma lo  scopo vero dell'eliminazione di questo articolo, che protegge nella sua integrità e dignità chi lavora, è quella di distruggere il sindacato così come lo conosciamo, per far crescere sindacati di comodo, per avere mano libera in tutti i processi aziendali e pagare i lavoratori una manciata di denaro, come  del resto sta già avvenendo tra i precari. 
E' QUESTA LA VERA POSTA IN GIOCO, DISTRUGGERE OGNI VOCE CRITICA IN TUTTI I LUOGHI DI LAVORO PER AVERE MANO LIBERA SU TUTTO. CARI GIOVANI, IO SONO VECCHIO E NON HO PIU' NULLA DA PERDERE, PENSATE BENE AL VOSTRO FUTURO E A QUELLO CHE STANNO CERCANDO DI COMBINARVI, ESIGETE UN FUTURO DIGNITOSO PER VOI E I VOSTRI CARI. NON FATEVI POI INGANNARE DA QUESTI  CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO A TUTELE CRESCENTI: ANDATE A VEDERE DI COSA SI TRATTA. DI UN LAVORO A TEMPO DETERMINATO DI 3 ANNI DOVE UN LAVORATORE PERO' POI PUO' ESSERE LICENZIATO OGNI 4 MESI. UNA PRESA IN GIRO PER I NUOVI ASSUNTI, ANCHE PERCHE' DOPO 3 ANNI NON C'E' NESSUNA SICUREZZA DI ESSERE ASSUNTO A TEMPO INDETERMINATO. Spero tanto che la sinistra PD questa volta faccia sul serio. Sa che c'è in gioco il futuro dei nostri giovani e che Renzi sta portando il paese in un liberismo selvaggio che penalizza la parte più debole.
 Carlo Soricelli curatore dell'osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro- metalmeccanico in pensione e artista.

3 commenti:

  1. Questo è un bell'intervento.
    Aumentare la liquidità di una società già instabile, ondivaga, all'eccesso non è intelligente.
    Il principio che sia giusto licenziare con una causa consistente, ragionevole, dimostrabile è un principio di ovvia ed elementare correttezza e giustizia.
    Mi piace anche l'etica del lavoro “dare il massimo” che dovrebbe caratterizzarlo.
    Il rapporto di lavoro è un rapporto economico, civile: si contrae e si scioglie con accordo reciproco.
    Anche il dipendente è vincolato da alcune regole e non può cessare il rapporto di lavoro come gli gli pare la mattina.
    Il problema è sulla giustizia: imprenditori, dirigenti e anche dipendenti con comportamenti palesemente illeciti, gravi, penali, lesivi del rapporto che devono essere sanzionati.
    Ciò richiede che padronato e sindacato siano intellettualmente onesti e non faziosi, a proteggere comportamenti assurdi (e.g. dipendenti che incorrono in vari reati e che non possono essere licenziati).
    Prima onestà intellettuale, etica del lavoro ed etica della respons-abilità e della responsabilità, poi una giustizia che giudichi. Infine economia sostenibile e solidale: sostenere con gli acquisti la propria economia e anche il valore del ben-vivere in questa società: se il dipendente della Ducati si piglia 'na moto giapponese perché costa meno, sta lavorando per la proprie precarietà el o fa molto meglio che questa non-soluzione peggiorativa dell'abolizione dell'articolo 18.

    RispondiElimina
  2. Etica del lavoro? Responsabilità? Giustizia? Ma se hanno appena messo "Puttane & Droga & Contrabbando" nel calcolo del prodotto interno lordo! Ma se i banchieri centrali sono i peggiori speculatori e ci hanno scippato la sovranità monetaria senza una minima finzione di referendum popolare! Ma se i militari riducono cieli e terra e mari ad immondezzaio? Questo articolo (con tutto il rispetto e la solidarietà per l'autore) è come una pagina del Libro Cuore, solamente è scritto 128 anni dopo De Amicis,a dimostrare che dalla storia nessuno impara mai niente ed i poteri reali continuano ad agire indisturbati, con il loro piccolo codazzo di camerieri, corruttori e corruttibili, a libro paga.

    RispondiElimina
  3. Sig. Soricelli, lei ha tutta la mia stima e spero che i giovani più avveduti comprendano bene il valore di ciò che intende trasmettere loro con questa sua apprezzabilissima riflessione.
    Onore alla onestà intellettuale di una persona che ci mette la faccia.
    Grazie davvero.

    RispondiElimina