Riceviamo e pubblichiamo:
Cari giovani, sono Carlo Soricelli, curatore
dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro. Ho 65 anni, ho
lavorato per 39 anni come metalmeccanico e da quando ne ho 20 dipingo e
scolpisco le problematiche sociali soprattutto quelle legate al lavoro. Conosco
approfonditamente la storia e gli errori che hanno fatto i sindacati nel corso
degli anni. Li ho sempre denunciati anche quando lavoravo, e per diversi anni ,
a causa di quegli errori non mi sono neppure più iscritto. La deriva liberista
aveva contagiato anche loro e non solo i partiti di sinistra. La prima lettera
contro il precariato la scrissi all'Unità nel 1987. Comprendevo che con quei
contratti che chiamavano di formazione lavoro avrebbe aperto le porte alla
precarietà. Ma purtroppo era anche allora si parlava con i mulini a vento.
Arrivò poi la legge Treu che rese organica la precarietà, poi la legge Biagi,
che io ho il coraggio di dire che è stata una porcata. La morte di Biagi è
stata una catastrofe, come quella di Guido Rossa ucciso dalle Brigate Rosse il
cui dipinto che feci pochi mesi dopo, è ancora presso il Comune di Casalecchio
di Reno, quell'organizzazione criminale ha creato danni enormi al movimento
operaio. Ma anche se Biagi è morto in modo così ignobile e tragico non si può
nascondere il fatto che è stata applicata strumentalmente dalla destra per
precarizzare ancora di più la vita di chi lavora, e che era comunque una
pessima legge per chi lavora anche come l'aveva concepita Marco Biagi. Poi è
arrivata la legge Fornero che pensionati, pensionandi ed esodati conoscono
bene. Detto questo voglio dire che il sindacato è stato determinante con le
lotte degli anni sessanta e settanta fino alla famosa svolta provocata dalla
sconfitta alla FIAT che si rilevò una catastrofe per i lavoratori e per le
implicazioni che avrebbe avuto nel futuro. In quegli anni (60/70) si conquistò
lo Statuto dei lavoratori e il famoso articolo 18 che ha impedito fino ad ora
il licenziamento senza Giusta Causa e Giustificato motivo. E' questo che tratta
quell'articolo: d'impedire un ingiusto licenziamento. Per motivi di crisi e di
riorganizzazione i licenziamenti si sono sempre fatti. Io stresso sono stato
tutelato in un momento di vita molto difficile per me da quell'articolo. Mi
ammalai in modo molto serio di esaurimento nervoso, a causa di una concomitanza
di eventi che mi portarono anche al ricovero ospedaliero. Se non c'era
quell'articolo mi avrebbero licenziato. Ma non fu per l'azienda possibile. Poi
superato quel periodo per l'azienda fui un pilastro, nonostante le mie idee ‘rivoluzionarie’
perchè ho sempre pensato che sul lavoro occorre dare il massimo e avere rispetto per
l'Azienda. Se non c'era il ‘18’ cosa sarebbe stato della mia vita e della mia
famiglia? Senza il Sindacato non ci sarebbe stato un ambiente più salubre, non
ci sarebbero state le visite mediche obbligatorie.
GUARDATE ALCUNI DI QUESTI
DIPINTI ALLEGATI CHE FECI IN QUEGLI ANNI. Ambienti fumosi, si mangiava in
quello che chiamavamo tegamino e che ci portavamo da casa (gavetta) come si vede
nella copertina del libro ‘scrivano Ingannamorte’. Ricordo ricatti sessuali, di
un capo reparto che quando il Bologna perdeva il lunedì mattina tornava
incazzatissimo e se la prendeva con offese gravi con i sottoposto. Potrei
continuare a lungo su quello che aspetta i lavoratori senza una tutela come
l'articolo 18, che andrebbe esteso a tutti quelli che lavorano.
Come curatore
dell'osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro ho constatato,
documenti alla mano, che in questi sei anni i morti sul lavoro sono calati per
gli assicurati INAIL ma che sono aumentati tra i precari, le partite iva
individuali che coprono speso lavori dipendenti. E posso affermare, senza
temere smentite, che le morti sul lavoro dove sono presenti i sindacati sono
quasi inesistenti, e quei pochi che muoiono nelle grandi aziende sono spesso
lavoratori di aziende appaltatrici artigianali che non sono coperti
dall'articolo 18 e dove i diritti anche per opporsi in lavori pericolosi non
esistono. Ma lo scopo vero dell'eliminazione
di questo articolo, che protegge nella sua integrità e dignità chi lavora, è
quella di distruggere il sindacato così come lo conosciamo, per far crescere
sindacati di comodo, per avere mano libera in tutti i processi aziendali e
pagare i lavoratori una manciata di denaro, come del resto sta già avvenendo tra i precari.
E'
QUESTA LA VERA POSTA IN GIOCO, DISTRUGGERE OGNI VOCE CRITICA IN TUTTI I LUOGHI
DI LAVORO PER AVERE MANO LIBERA SU TUTTO. CARI GIOVANI, IO SONO VECCHIO E NON
HO PIU' NULLA DA PERDERE, PENSATE BENE AL VOSTRO FUTURO E A QUELLO CHE STANNO
CERCANDO DI COMBINARVI, ESIGETE UN FUTURO DIGNITOSO PER VOI E I VOSTRI CARI.
NON FATEVI POI INGANNARE DA QUESTI CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO A TUTELE
CRESCENTI: ANDATE A VEDERE DI COSA SI TRATTA. DI UN LAVORO A TEMPO DETERMINATO
DI 3 ANNI DOVE UN LAVORATORE PERO' POI PUO' ESSERE LICENZIATO OGNI 4 MESI. UNA
PRESA IN GIRO PER I NUOVI ASSUNTI, ANCHE PERCHE' DOPO 3 ANNI NON C'E' NESSUNA
SICUREZZA DI ESSERE ASSUNTO A TEMPO INDETERMINATO. Spero tanto che la sinistra
PD questa volta faccia sul serio. Sa che c'è in gioco il futuro dei nostri
giovani e che Renzi sta portando il paese in un liberismo selvaggio che
penalizza la parte più debole.
Carlo
Soricelli curatore dell'osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro-
metalmeccanico in pensione e artista.
Questo è un bell'intervento.
RispondiEliminaAumentare la liquidità di una società già instabile, ondivaga, all'eccesso non è intelligente.
Il principio che sia giusto licenziare con una causa consistente, ragionevole, dimostrabile è un principio di ovvia ed elementare correttezza e giustizia.
Mi piace anche l'etica del lavoro “dare il massimo” che dovrebbe caratterizzarlo.
Il rapporto di lavoro è un rapporto economico, civile: si contrae e si scioglie con accordo reciproco.
Anche il dipendente è vincolato da alcune regole e non può cessare il rapporto di lavoro come gli gli pare la mattina.
Il problema è sulla giustizia: imprenditori, dirigenti e anche dipendenti con comportamenti palesemente illeciti, gravi, penali, lesivi del rapporto che devono essere sanzionati.
Ciò richiede che padronato e sindacato siano intellettualmente onesti e non faziosi, a proteggere comportamenti assurdi (e.g. dipendenti che incorrono in vari reati e che non possono essere licenziati).
Prima onestà intellettuale, etica del lavoro ed etica della respons-abilità e della responsabilità, poi una giustizia che giudichi. Infine economia sostenibile e solidale: sostenere con gli acquisti la propria economia e anche il valore del ben-vivere in questa società: se il dipendente della Ducati si piglia 'na moto giapponese perché costa meno, sta lavorando per la proprie precarietà el o fa molto meglio che questa non-soluzione peggiorativa dell'abolizione dell'articolo 18.
Etica del lavoro? Responsabilità? Giustizia? Ma se hanno appena messo "Puttane & Droga & Contrabbando" nel calcolo del prodotto interno lordo! Ma se i banchieri centrali sono i peggiori speculatori e ci hanno scippato la sovranità monetaria senza una minima finzione di referendum popolare! Ma se i militari riducono cieli e terra e mari ad immondezzaio? Questo articolo (con tutto il rispetto e la solidarietà per l'autore) è come una pagina del Libro Cuore, solamente è scritto 128 anni dopo De Amicis,a dimostrare che dalla storia nessuno impara mai niente ed i poteri reali continuano ad agire indisturbati, con il loro piccolo codazzo di camerieri, corruttori e corruttibili, a libro paga.
RispondiEliminaSig. Soricelli, lei ha tutta la mia stima e spero che i giovani più avveduti comprendano bene il valore di ciò che intende trasmettere loro con questa sua apprezzabilissima riflessione.
RispondiEliminaOnore alla onestà intellettuale di una persona che ci mette la faccia.
Grazie davvero.