Andrea
Defranceschi, capogruppo Movimento 5 Stelle Regione, scrive:
Un’area fortemente inquinata con sostanze
tossiche e cancerogene tenuta nascosta da Hera. Un’area sulla cui
superficie passano, vivono e lavorano centinaia e centinaia di persone. E sotto
la quale, a diverse profondità, passano le falde acquifere e da cui si nutre
niente meno che l’acquedotto di Bologna. Un’area che copre
oltre 60 mila metri quadrati tra viale Berti Pichat, ponte
Stalingrado e via Ranzani, come potete vedere dalla cartina allegata (allegato
1)
Allegato 1 |
Per più di dieci anni, vasche contenenti cianuro e
naftalene sono rimaste sotto i nostri piedi. Una contaminazione da metalli,
idrocarburi leggeri e policlicicli e aromatici, che tradotto significa sostanze
tossiche volatili (che quindi si liberano nell’aria) e permeabili che da oltre
dieci anni respiriamo e forse, ingeriamo attraverso l’acqua con valori definiti
nello studio di Hera stessa, “non accettabili” (allegato 2). Sostanze
separate dal bacino idrico che abbevera l'intera città di Bologna da “qualche
decimetro di sabbia". (allegato 3)
Allegato 3 |
Cos’altro c'è lì sotto, non è dato saperlo, perché
tutte le informazioni, i dati, i rilievi e le ricerche fatte, provengono da
Hera. Ancora una volta controllore e controllato sono lo stesso
soggetto.
Persino analisi e le rassicurazioni fornite provengono
da accertamenti fatti dalla società stessa, ovvero dal committente che ha
interesse a vendere i terreni e costruire, e non da un ente terzo certificante.
Di questi dati le istituzioni si sono fidate o hanno
voluto fidarsi. Anche perché, essendo di proprietà della multiutility, non ci è
dato sapere più di ciò che loro ci mostrano, né fare rilievi per conto nostro.
Nel frattempo, Bologna è avvelenata.
Ma c'è di più: in progetto su
quell’area, c’è la costruzione di uno studentato per
centinaia di studenti, svariati alberghi con annessi negozi ed
esercizi commerciali, parchi giochi per bambini e parcheggi,
alcuni dei quali interrati fino a tre piani sotto terra.
Dentro la terra tossica. Decine di migliaia di metri
cubi di terra ad alto rischio, spostata e riposizionata come se nulla
fosse. Un'area talmente tossica e inquinata da rimanere pericolosa persino
dopo un'eventuale bonifica. A dirlo è sempre Hera che, nero su bianco,
certifica la futura cancerogenicità della zona, suggerendo agli ospiti del
futuro studentato di non rimanerci più di 10 mesi all'anno (allegato4).
Allegato 4 |
Allegato 4 bis |
Per stabilirlo, si inventano perfino il prototipo di
un ipotetico studente medio, calcolandone caratteristiche fisiche e perfino gli
anni fuori corso. Pesi 70 kg? Qualche anno di studio in più? Bene, togliendo le
vacanze di Natale e Pasqua, diciamo che il tuo corpo può restare in quell’area
massimo dieci anni prima di rischiare un tumore. Ma attento ad andare a casa
per le festività, o a non rimanere fuori corso, altrimenti l'esposizione è
troppa. Mamma tranquilla, basta che tuo figlio passi a casa il Natale e forse,
forse, non si ammala. Questo per Hera, è ritenuto “accettabile”. Per me, no.
E quelli che ci lavorano? Nessun problema, basta non
sostare più di tre ore al giorno nel parcheggio. E certo, non aprire le
finestre...
Anche questi dati Hera li scrive nero su bianco (allegato5).
E quello che hanno respirato i dipendenti di Hera e
del call center, i cittadini che a centinaia si recano ogni giorno agli
sportelli del servizio clienti, le guardie, gli amministratori, fino a
oggi? Su questo, non una parola. Non uno studio. Non una certezza.
E ciò nonostante, mai si è pensato di allertare i
cittadini.
Questo gigantesco progetto di ristrutturazione del
sito, porta il timbro e l’approvazione della Conferenza dei Servizi, ovvero: Comune
di Bologna, Provincia di Bologna, Arpa, Ausl e naturalmente HERA s.p.a –
che per inciso dovrebbe essere una società pubblica di servizi al cittadino.
In questa sede é stato infatti portato all'attenzione
di tutti, il Progetto Operativo di Bonifica del 2012, nel quale sono
contenuti i dati dei prelievi effettuati nei terreni e negli acquiferi
sottostanti. Tutti sapevano. Da anni: le prime osservazioni arrivano
nel 2003.
Una denuncia rimbalzata a spizzichi e bocconi sui
tavoli di tutte le istituzioni e su qualche giornale, naturalmente mai
ripreso a causa della forte influenza che la multiutility detiene sul mondo
politico e dell’editoria. Entrato in possesso dei documenti, ho
approfondito e mi è venuta la pelle d’oca. Anche perché so che c'è dell'altro
su cui non ho potuto mettere mano.
Oltre al video di denuncia allegato, ho depositato un’interrogazione per
chiedere alla Giunta spiegazioni immediate e urgenti data la situazione a dir
poco allarmante.
Per quali motivi non è stata importa a Hera
un’immediata bonifica dell’area?
Quali sono i rischi per la salute a cui tutte le
persone che a vario titolo, regolarmente o saltuariamente, hanno accesso
all’interno o in prossimità dell’area, sono state esposte?
Quali studi e rilievi scientifici, diversi da quelli
forniti dal committente, garantiscano che le sostanze tossiche e cancerogene,
contenute nei terreni e nelle acque più in superfice, non abbiamo o stiano
inquinando le falde più profonde che forniscono l’acqua alla citta di Bologna?
Quali altri dati di inquinamento non contenuti nella
presente interrogazione, e riguardanti l’area in questione, sono in
disponibilità della Regione?
Come al solito insomma, quante altre pillole velenose
ci nascondete nel cassetto?”
Il Movimento 5 stelle, quello che doveva "mandare a casa tutti", quello che doveva "aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno", ecccolo già omologato alla mediocrità nazionale, eccolo ripiegare su annunci eclatanti ad effetto, su allarmanti denunce su presunti eventi lontani nel tempo,in cerca di visibilità mediatica,come uno dei tanti gruppuscoli verdi creati dagli oligarchi.
RispondiEliminaSono veramente sconcertata da questo comunicato ( anche dello stupido primo commento ). la salute è una cosa seria, importantissima e pretendiamo chiarezza ed attenzione riguardo a ciò. Spero si prendano iniziative in merito. Anche a Sasso ci sono fabbriche e fabbrichette che inquinano e si potrebbe cominciare anche qui a guardarci dentro per il nostro bene.
RispondiEliminal'Anonimo delle 13.48 è sicuramente un dipendente Hera, è comprensibile che tema per il suo posto di lavoro, come i dipendenti Cosea non chiederanno mai di conoscere i rapporti di inquinamento del fiume Reno sotto Ca' dei Ladri a Gaggio o dell'aria attorno alla stessa discarica.
RispondiEliminaNo, il primo commentatore sarà uno del Pd, di cui hera e' una creatura
RispondiEliminaMa la Focci è tornata a lavorare in Hera?
RispondiEliminaIn Hera tornano sempre i politici trombati. Ora è' pure indagata . K
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