mercoledì 25 giugno 2014

L’Ardor e la Palazzo Rissi, in campo ancora una volta per un ‘amarcord’ con il sapore del ‘gol’.




Qualche chilo di troppo, qualche pancetta pronunciata, la corsa per raggiungere la palla un po’ più affannosa, ma la voglia di divertirsi giocando con impegno e determinazione è ancora quella degli anni ’80. D'altronde la classe  non è acqua. Chi ce l’ha non la perde mai.  A dare un saggio della ‘classe anni ottanta’, sono state le ‘vecchie glorie’ dell’Ardor e del Palazzo de’ Rossi, due squadre di calcio che hanno fatto la storia del calcio sassese.

Lunedì scorso, 23 giugno, sono tornati in campo a distanza di 30 anni, gli atleti delle due squadre (sono tutti cittadini di Sasso Marconi, rigorosamente ‘over 50’) e hanno ridato vita al derby che in passato ha più volte infiammato la città, in particolare la frazione di Pontecchio dove vennero fondate le due mitiche formazioni atletiche.

Dopo essersi fronteggiate per diversi anni nei campionati provinciali UISP, le due squadre di Pontecchio intrapresero strade diverse: il Palazzo Rossi è diventato l’attuale ‘Pontecchio calcio’ (che ancor oggi partecipa al campionato Uisp, categorie ‘seniores’ e ‘over 35’), mentre l’Ardor si è trasformata in polisportiva proseguendo la propria attività in ambiti diversi dal calcio (ginnastica ritmica, yoga e karate sono le discipline praticate oggi dagli iscritti alla società).

Per la cronaca, la partita rievocativa, disputata sul campo della ‘Pila’ a Pontecchio Marconi,  si è chiusa sul risultato di 3-3, ma è stata soprattutto l’occasione per una piacevole rimpatriata nel ricordo delle sfide di un tempo e ha avuto una degna conclusione a tavola, davanti a una bella grigliata di carne.


Nella fotoi protagonisti della partita e i dirigenti delle due squadre.
In piedi da sinistra: Corsini, Bisteghi, Boschetti, Facchini, Bertacci, Camporini, Bianchini, Passini, Benini, Rubini, Demaria, Marzolini, Finelli, Rende, Arbizzani, Bacchelli, Pavignani.
In ginocchio da sinistra: Faccioli, Zanni, Terzi, Cuppi, Dallolio, Pamini, Mazza


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