giovedì 3 aprile 2014

L'INCUBO FRANE NELL'APPENINO BOLOGNESE.



Domani, venerdì 4 aprile alle  10.45, il Presidente dell'Ordine dei Geologi dell'Emilia Romagna, Gabriele Cesari, e il sindaco di Gaggio Montano, Maria Elisabetta Tanari, accompagneranno i rappresentanti della stampa ad un sopralluogo delle aree interessate dalla frana di Silla in località Gaggio Montano.
Sono ben 70mila le frane cartografate, che fanno dell’Emilia-Romagna la regione italiana più colpita dal dissesto idrogeologico. In particolare, nelle province emiliane si arriva anche al 30% del territorio collinare e montuoso interessato da smottamenti. Solo nell’ultima primavera si sono riattivate circa 1.700 frane, molte delle quali classificate ‘quiescenti’, in stato di inerzia, ma che la mancanza di opere di regimazione, l’abbandono dei territori degli ultimi anni e i cambiamenti climatici hanno riaperto.
A Gaggio Montano una imponente frana minaccia da anni abitazioni, attività produttive e collegamenti vitali, come quelli con la stataleSS64Porrettana. La frana ora rischia di arrivare alla ferrovia. Come ha già ricordato in una recente intervista dal Presidente della Regione EmiliaRomagna Vasco Errani, è importante capire non solo quali interventi si intendano assumere per ridurre il dissesto idrogeologico e consolidare i versanti in Emilia Romagna e Toscana, ma soprattutto come prevenire tali disagi, anche grazie all'utilizzo dei fondi europei 2014-2020.



9 commenti:

  1. Nonostante i DANNI ancora si utilizzano definizioni come "cambio climatico" invece di "modifica climatica prodotta attraverso la GEOINGEGNERIA clandestina ed illegale". Il cambio climatico finirà come per incanto quando i nostri cieli non saranno più irrorati dagli aereosol chimici. Sono a disposizione per eventuali approfondimenti se richiesti senza atteggiamenti superficiali e sottovalutazioni interessate.

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  2. Sig Rascioni, la colpa è anche delle marmotte che incartano la cioccolata e delle mucche color lillà.
    Sono pilota, prima militare poi civile da poco in pensione.
    Le scie sono di vapor acqueo non aerosol chimici come sostenuto da dei patetici complottisti

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  3. Per precisazione da Wikipedia:

    Le scie di condensazione o scie di vapore sono nuvole artificiali di vapore acqueo che possono formarsi durante il passaggio degli aerei. Possono formarsi in due casi:
    I gas di scarico derivanti dalla propulsione dell'aereo aumentano localmente la percentuale di umidità dell'aria fredda e rarefatta fino al punto da indurre la condensazione del vapore acqueo in essi contenuto.
    Le ali dell'aereo in moto causano una diminuzione della pressione dell'aria circostante e quindi una diminuzione di temperatura dell'aria che può causare la condensazione del vapore acqueo.
    Oltre al vapore acqueo le emissioni provocate dagli aerei contengono biossido di carbonio, ossidi di azoto, monossido di carbonio, idrocarburi come il metano, solfati, particolato.
    Le scie di condensazione più comuni sono dovute alla rapida condensazione del vapore acqueo nei gas di scarico del velivolo durante la navigazione in alta quota dove la temperatura esterna è molto bassa.

    Se si volesse spargere aerosol chimico gli aerei volerebbero mooolto più bassi

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  4. possiamo anche aggiunge il metano che fuoriesce dall'orello delle vacche al pascolo?

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  5. Confermo che le scie nei cieli sono areosol chimici e non vapore acqueo come sostenuto da patetici collaborazionisti.

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  6. http://www.mlnv.org/main/archives/19407

    qui si parla dell'argomento scie chimiche

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  7. Come previsto i controllori del "non se ne deve parlare" (giustamente anonimi) lavorano ben retribuiti 24 ore su 24,per gli altri vale la mia disponibilità come presentata nel primo commento. Invito tutti nell'interesse collettivo a rompere il silenzio e a non farsi intimidire da falsi ex piloti in pensione, e da supporter di wikipediacultura.

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  8. Il forum nazionale contro le manipolazioni climatiche, FORUM ATTENDIBILE.

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  9. Si lo conosco sono amici.
    http://www.nogeoingegneria.com/

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