Con il titolo ‘MALTEMPO, serve una vera politica di
difesa del territorio con il presidio degli agricoltori’, Pietro Sabbioni (nella foto) , responsabile Area Fondiaria della Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) di Bologna, ha inviato queste sue
considerazioni:
L’agricoltura è stata flagellata
dal maltempo. Nelle campagne martellate dai nubifragi si contano i danni per
decine di milioni di euro, tra frane e smottamenti che hanno asportato grandi
quantità di terreno e compromesso reti idrauliche ed elettriche e hanno portato
allagamenti estesi di campi, stalle e magazzini ed in alcuni casi anche
l’annegamento di capi di bestiame.
Eppure proprio la campagna, se non
fosse stata ‘ consumata’ negli anni dalla cementificazione selvaggia, avrebbe
potuto evitare in parte questi disastri. La vera falla, che porta l’Italia oggi
ad una continua ‘emergenza’, è la totale assenza di una politica di difesa e
conservazione del suolo, soprattutto nelle aree di collina e montagna. Iinvece
si è fatto poco o niente in questi anni per tutelare il territorio ed evitare
l’abbandono da parte degli agricoltori, la cui opera di presidio e di
manutenzione in queste zone è fondamentale.
I terreni coltivati, insieme a
quelli boschivi, giocano un ruolo essenziale per stabilizzare e consolidare i
versanti e per trattenere le sponde dei fiumi. Grazie anche alla loro elevata
capacità di assorbimento, aiutano a scongiurare frane e cedimenti del terreno.
Purtroppo però la cementificazione continua e non regolamentata ha cancellato
negli ultimi 20 anni 2 milioni di ettari di terreno e spesso questo processo non è neppure stato
accompagnato da un adeguamento della rete di scolo delle acque.
Occorrono con urgenza nuove ed
adeguate politiche di prevenzione del territorio, a cui affiancare una puntuale
azione di vigilanza e controllo delle situazioni a rischio che deve coinvolgere
necessariamente gli agricoltori del posto. Si consideri che oggi il rischio idrogeologico in Italia
coinvolge il 10 per cento della superficie nazionale e riguarda 6.633 comuni,
questo significa che un cittadino su dieci si trova in aree esposte al pericolo
di alluvioni, frane e valanghe.
“
Gli agricoltori sono pronti a fare la propria parte fino in fondo”, assicura
Pietro Sabbioni. “E’ necessario con urgenza che la politica a tutti i livelli,
dai comuni allo Stato, parli meno ed agisca concretamente. Siamo veramente al
limite”.
Condivido in pieno le parole di SABBIONI
RispondiEliminaONORE AGLI AGRICOLTORI.
Sabbioni sante ed appropriate parole, ma ai politici se ne fregano fin dal nostro comune di Sasso Marconi. Sabbioni Sindaco.
RispondiEliminaCaro Sabbioni tutto condivisibile, ma ci vuole meno burocrazia e più aiuti a chi veramente ha voglia di lavorare. Per tagliare un albero ci vogliono 7.000 documenti e moltissime persone (tutte pagate da noi) che invece di agevolarti rompono i co......ni. Molti funzionari forestali invece che negli uffici o lungo la porrettana,zaino in spalla e pedalare per verificare discariche abusive e torrenti che sono ormai diventati delle chiaviche. Non ho mai incontrato nessuno di questi "personaggi" nei posti più impervi delle nostre colline. E forse non li incontrerò mai perchè anche i loro superiori cosa vuol dire portare a casa la pagnotta neanche se lo immaginano.A fine mese coore il "soldo" e magari anche qualche premio.
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