Anima il
mondo politico l’annunciata chiusura del ‘reparto maternità’ dell’ospedale do
Porretta.
ANDREA DEFRANCESCHI, del Movimento 5 Selle informa
che ‘domani sarà in piazza a Porretta per protestare assieme a sindaci ei
cittadini montani’ e aggiunge:
“E’ da
quando sono arrivato in questo strano sistema che continuo a chiedere alla
Giunta, e nello specifico al dottor Lusenti, quali siano le intenzioni di
questa Regione in merito ai servizi sanitari che intende offrire ai suoi
abitanti, ma ormai non serve più: sono chiarissime. Con una mano aprono grossi
centri ospedalieri che dovrebbero aggregare servizi, mentre con l’altra
chiudono i reparti e servizi essenziali per i cittadini di serie b della
provincia. Che sia Pavullo, Bellaria, Porretta o Comacchio poco importa. 78
parti anziché i 500 richiesti? Amen. Cosa sarà mai farsi decine di chilometri
in travaglio? Certo, speriamo non nevichi. In caso, l’Ausl dell’Ospedale
Maggiore di Bologna si è attrezzata: affitta camere negli alberghi che mette a
disposizione delle pazienti. Operazione di tipico raziocinio di una regione che
ormai di popolare ha ben poco.
Già nel 2011
chiedevo quali fossero ‘le politiche e gli intendimenti futuri in termini di
offerta di servizi dei poliambulatori, la loro distribuzione sull’Appennino
bolognese’. Finalmente la risposta, che smentisce le rassicurazioni che ci
hanno dato in questi anni e che certo
non ci hanno mai convinto. Tutte scritte nelle loro risposte tanto ufficiali e
cerimoniose quanto fasulle.
Risposte che
non mi vanno bene per niente. Motivo per cui domani sarò anch’io assieme ai
sindaci della montagna e ai cittadini di Porretta Terme davanti all’ospedale
per impedire la chiusura del reparto di maternità”.
Il Vice
Presidente del Gruppo FI-PdL in Regione Galeazzo BIGNAMI non fa sconti e accusa:
“La
decisione di chiudere il punto nascite dell’Ospedale di Porretta Terme ha nomi
e cognomi ben precisi: Vasco Errani, Carlo Lusenti, Tiziano Carradori,
Francesco Ripa di Meana.
In due
parole il Partito Democratico.
Nel corso
degli incontri, delle Udienze Conoscitive, delle riunioni con le Istituzioni
territoriali tutti garantivano la tutela e la salvaguardia del punto nascite di
Porretta, profondendosi in rassicurazioni e in garanzie.
Oggi invece
è chiara la responsabilità politica di chi vuole umiliare un territorio,
costringendo lentamente, ma inesorabilmente, i residenti dell’Alto Reno a
rivolgersi altrove per ricevere i servizi minimi essenziali.
E’
semplicemente vergognoso che l’Assessore Lusenti non abbia ritenuto neanche di
incontrare gli Amministratori e i cittadini impegnati nella difesa del Punto
Nascite; è semplicemente vergognoso che il Presidente Errani abbia ritenuto di
inaugurare due volte (!!!) l’Ospedale di Porretta Terme in campagna elettorale,
dimenticandosi di esso ora che doveva essere tutelato; è semplicemente vergognoso
che Carradori e Ripa di Meana attuino tagli indiscriminati preoccupandosi di
salvare alcune realtà e penalizzandone altre in maniera del tutto arbitraria.
Ancor più
vergognoso è vedere esponenti politici che davanti ai cittadini criticano la
scelta del PD, di SEL e delle altre forze di maggioranza, ma quando devono
battere i pugni sul tavolo dei loro capi in Regione per difendere un territorio
si genuflettono vergognosamente e si piegano al potente di turno.
Per questo
ribadiamo con fermezza e intransigenza il nostro NO alla chiusura, perché sia
chiaro chi è complice di questa scelta umiliante e degradante per il territorio
e chi ad essa si è opposta.
Questa è
l’ennesima dimostrazione di incapacità politica dell’Assessore Lusenti, valuti
l’opportunità di dimettersi”.
Ancora più
severo il consigliere di Lega Nord Manes Bernardini che intravvede nella
chiusura del ‘centro nascite’ LE IPOTESI di reato : “INTERRUZIONE DI PUBBLICO
SERVIZIO” E “DANNO ERARIALE”.
Scrive
infatti:
“Propongo una
denuncia per ‘interruzione di pubblico servizio’ e 'danno erariale', se
l’assessore Lusenti non farà un passo indietro sul taglio del punto nascite di
Porretta.
Il
trasferimento di donne incinta a 65 chilometri di distanza, con strade
dissestate e tutti i disagi che ne conseguono, compromette in materia
determinante la qualità del servizio e il livello delle cure. Quanto
all’ipotesi di danno erariale, la si trova nel fatto che
sono ‘stati spesi milioni di euro di soldi pubblici per investimenti
nell’ospedale’ e ora la Regione sta progressivamente smantellando la struttura,
vanificando milioni di euro di stanziamenti. Non solo, la giunta taglia i
servizi, ma ‘blinda’ i maxicompensi dei dirigenti. Per il solo direttore
generale, sanitario ed amministrativo dell’Ausl di Bologna spendiamo infatti
472.834 euro all’anno. Lusenti gioca a nascondino e si sta sottraendo al
confronto. Ancora una volta indigna il mancato coinvolgimento di cittadini e
sindaci nelle scelte, uno schiaffo alla sbandierate politiche di partecipazione
pubblica".
Aspettando la risposta, c'è da chiedersi anche con che tranquillità ci si puo' affidare al personale del Maggiore qualora trovasse conferma di quanto dichiarato da un'organizzazione sindacale circa la situazione molto grave, per la mole di lavoro l’organizzazione dello stesso che risulta non sostenibile.
RispondiEliminaTradotto possiamo trovarci a personale potenzialmente affetto da stressi da lavoro correlato.
http://demetra.regione.emilia-romagna.it/al/monitor.php?vi=att&dl=6f01695f-3db9-1196-82cb-52ef94c9c885&dl_id=2&dl_t=html&dl_a=y&ev=0
RispondiEliminaDa qualche parte dovevano tagliare per far vedere che sono bravissimi a farlo.E' tipico del pd anullare i servizi alla gente che conta poco e mai come in questo periodo, cominciando dalle periferie territoriali.
Meno di due parti la settimana, ma stiamo scherzando! Bene hanno fatto a chiudere un reparto che costava una follia, non serviva quasi a nulla.
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