L’annunciato maltempo è arrivato ed si è presentato
con l’intensità prevista dai meteorologi. Ne è buon testimone Giuseppe Bonantini
di Tolè che nella notte, svegliato dalle forti e sibilanti raffiche di
vento, ha dovuto assistere impotente
alla caduta di ben tre piante sempreverdi di alto fusto che coloravano il vicino parco
pubblico Del Grotto nel centro cittadino di Tolè. Una delle tre è finita sulla
Provinciale, l’altra sulla comunale Pian di Ghera che delimitano il piccolo lotto destinato a
parco e la terza sulla recinzione del suo cortile, producendo considerevoli
danni.
Bonantini ha subito dato l’allarme poiché le piante
che si erano fermate sulle strade rappresentavano un concreto ed elevato
pericolo per gli automobilisti che anche di notte transitano numerosi specialmente in questo periodo di festa. Sono
entrati in funzione il ‘pronto intervento’ della Provincia e quello del Comune che hanno liberato le vie
dai tronchi.
Bonantini non ha colto l’accaduto con la
rassegnazione di chi sa che il danno è stato causato da un evento naturale le
cui conseguenze non erano prevedibile , anzi se l’è presa poiché con numerose
comunicazioni scritte aveva già
informato le autorità del pericolo incombente rappresentato dalle piante
divenute negli anni di una mole molto bella
ma anche pericolosissima.
Si è anche voluto togliere un sassolino dalle
scarpe. Ha dovuto subire un processo per l’accusa di aver provveduto a mettere in sicurezza un’area
adiacente la sua abitazione con l’abbattimento di alberi , per il quale aveva chiesto precisa autorizzazione e l’aveva ottenuta. Il giudice
fortunatamente lo ha assolto con formula piana, con la motivazione ‘Il fatto non
sussiste ’, ma a sua carico è rimasta la notevole spesa per il supporto tecnico
legale cui ha dovuto ricorrere. Ora subisce un danno perché, pur avendo
segnalato il pericolo ben 18 mesi fa,
chi doveva non ha provveduto ad intervenire e pensa quindi di aver diritto al rimborso del danno che ha subito. “Fortunatamente nessun transitava in quel
punto,” puntualizza Bonantini. “Purtroppo perché ci si muova pare sia sempre
necessario il morto. Ci sono almeno altre cinque piante che fiancheggiano la
Provinciale che evidenziano un indubbio stato di pericolosità: spero stavolta
si intervenga”.
Comunque amaramente conclude che, come sempre, il
singolo deve soccombere a causa delle
macchinazioni burocratiche ed è sempre è costretto a finire ‘becco e bastonato’.
La prossima volta, e vale per tutti, agire con ogni mezzo senza chiedere alle istituzioni IDIOTE. Mai tagliare 1 albero! ! 10 litri (5 euro in tutto) di acido muriatico della coop risolve il problema
RispondiEliminaQuanto risentimento verso l’apparato pubblico…suvvia,è stato un temporale! In fondo l’Italia è il miglior paese al mondo, specie se in famiglia il marito lavora in Comune, la moglie nella scuola pubblica ed i figli nella sanità. Il paradiso delle caste intoccabili, “mai suda”, nessuna responsabilità e reddito garantito.
RispondiEliminaNon credo che l'acido muriatico abbia qualche effetto su un albero, io provai a far morire una mia vite in questo modo e non ebbe alcun effetto, dovetti ricorrere ad un scavatore e con quello estirparla.
RispondiEliminaQuando si trova difficoltà ad abbattere alberi che causano situazioni di rischio o dei danni (e queste difficoltà le subiscono anche le istituzioni) non è quasi mai colpa della burocrazia, le leggi ci sono, ma sono i soliti ambientalisti talebani ed ottusi, le solite minoranze rumorose che si oppongono e mettono i bastoni fra le ruote, per loro vale più la vita di un albero che quella delle persone.
L'acido conta....conta...vero Bonantini, noi sappiamo che conta.
RispondiEliminaCome tutti quelli di tole' sanno che c'è chi chiede di tagliare e glielo concedono mentre tu li "secchi" e speri anche nei danni.
Mascherina!!!