mercoledì 25 dicembre 2013

Più vivo che mai il presepe vivente di Panico.



La capanna

Ancora una volta la chiesa romanica di Panico è stata 'vestita' da Natale  e ha rappresentato la notte sacra di Gerusalemme con la calma delle notti  di due millenni fa.  Notte ferma nell’attesa dell’arrivo del Redentore. L’intero complesso religioso  è stato  circondato da figuranti in costume che alla luce dei fuochi riproponevano scene e mestieri che la tradizione  del presepe ha consacrato. Così c’era  il ciabattino e il falegname, chi offriva il pane caldo, chi stoffe e chi frutta, ma soprattutto chi offriva il calore prezioso
Il presepe tradizionale in Chiesa
e ristoratore dei fuochi la cui luce affievoliva le tenebre e guidava fino alla capanna della natalità dove Giuseppe e Maria sorridenti mostravano il Bambino.  Un tocco veramente di pregio lo hanno dato i  soldati avvolti in preziose armature etrusche (piccola licenza della quale Marzabotto ha diritto) che pareva sorvegliassero l’ingresso alla città, come avveniva all’epoca di Gesù, quando le porte della città erano sorvegliate dai soldati con il compito di controllare gli arrivi e impedire l’ingresso  a briganti e malfattori.  

 Bravissimi i fedeli di Panico che ogni anno sanno dare alla notte di Natale una scenografia che valorizza la festività del 25 dicembre e la loro bella chiesa romanica, testimone della lunga presenza  dei Panico, signori medievali di questa parte della montagna.
Dalle prime edizioni, che apparivano incerte , il presepe  è divenuto un appuntamento atteso per il quale si lavora a lungo per miglioralo ad ogni edizione  e che viene allestito con capacità e sicurezza.  Ha  conservato fortunatamente l’aspetto semplice che lo fa apparire avvolto nella povertà e nella religiosità e ricco di quella umanità degli uomini lontani dal potere e dai lussi che sanno vedere la bellezza del piccolo mondo di parrocchia e gustare il piacere dell’amicizia.





















1 commento:

  1. BRAVI, attenti ed impegnati a far sul serio.
    Esempi come il vostro andrebbero replicati anche in parrocchie dei dintorni, il coinvolgimento in rappresentazioni come quella andata in onda a Panico eleva lo spirito delle persone.
    Ancora grazie

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