venerdì 29 novembre 2013

Per favore fateci saper cosa mangiamo, II°.




Di Antonio Lavini 

Vorrei riprendere l'argomento già proposto il 5 novembre ‘ per favore fateci saper cosa mangiamo’.

Oggi nella rubrica Fuori TG delle 12.30, trasmessa da Rai 3, è stato dibattuto ‘pari pari ‘ quanto ebbi a scrivere nell'articolo sopracitato. Spero che molte persone abbiano avuto occasione di seguire la trasmissione ed apprendere da voci e persone autorevoli e competenti ciò che sta accadendo.

In particolare è stato discusso di ortaggi di stagione e del drastico calo di consumo conseguente ai fatti appena accennati dai media; hanno parlato dei prodotti caseari che risentono anch'essi dell'inquinamento dei foraggi e delle acque non propriamente minerali; hanno denunciato la scarsa affidabilità dei campionamenti e delle certificazioni conseguenti  fatti con estrema disinvoltura ( leggasi delinquenza ) ed infine della scarsa o assente informazione ufficiale dalle autorità competenti.

Sono convinto che se gli organi statali non riescono /vogliono mettere la situazione in controllo, dovremmo essere noi cittadini/consumatori a mettere in atto richieste ed azioni mirate almeno in ambito locale.

Vorrei che chi commercializza tali prodotti si rendesse garante della loro provenienza esponendo una dettagliata e responsabile informazione che assicuri l’acquirente: Vorrei altresì che fosse responsabile sull'accertamento dell'idoneità dei prodotti utilizzati per la produzione di tali alimenti. Chi vende e guadagna non può esentarsi da doveri di garanzia incriminando altri.
Vorrei che fra le responsabilità dell'amministrazione pubblica locale ci fosse anche quella di verificare il commercio ed i commercianti locali  e che avesse potere si sanzionare le negligenze.
Salvo garanzie garantite, vorrei che fossero  commercializzati SOLO prodotti locali provenienti da aziende serie;  mettere in atto un vero Km 0, un confezionamento che non produca rifiuti impegnativi per lo smaltimento, una offerta di prodotti freschi che ci faccia gustare quanto consumiamo, attuando in tal modo un utilizzo del territorio veramente ecosostenibile.
Vorrei che le autorità locali facessero pressione anche sulla grande distribuzione affinchè sia garantita la salute dei consumatori che frequentano i super o ipermercati, anche perchè sono quantitativamente i maggiori distributori.

Facciamo pressione ed educazione sui giovani affinchè si riabituino al consumo di prodotti stagionali e locali, anche se brutti e dimensionalmente non palestrati. Forse ridurremmo anche tante altre fonti di inquinamento..........e per favore non facciamo finta di non capire.

Buone Feste a tutti.

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