Il consigliere regionale
Giovanni Favia, indipendente , dopo
l'audizione del presidente Duccio Campagnoli in Regione sul caso ‘MotorShow’
scrive:
La Fiera ha
favorito la fuga da Bologna della società organizzatrice del Motorshow. Se si
dà, come si è fatto, la possibilità alla
società organizzatrice del Motorshow di pagare di meno, con sconti e
continue revisioni delle penali, è logico che si favorisca un loro passo
indietro, come poi è puntualmente accaduto. BolognaFiere aveva una sola cosa da
fare e non l’ha fatta: quella di far rispettare il contratto a degli
imprenditori. Non di modificarlo, tagliarlo e depotenziarlo.
Secondo la
ricostruzione fatta in Regione dal presidente Campagnoli in Commissione,
già nel 2009 BolognaFiere concesse gratuitamente l’utilizzo del quartiere
fieristico all’organizzazione del Motorshow. Condizioni di favore che
continuarono fino ad arrivare al 2011 quando vennero modificate alcune
condizioni del contratto che legava la società francese Gl Events alla fiera:
il dimezzamento della quota di minimo garantito (da 50mila a 25mila mq, cioè 4
padiglioni su 13 che BolognaFiere ha a disposizione) e una riduzione del 25%
dei costi da pagare. Nel 2012, poi, venne concessa anche la riduzione dei
giorni effettivi di fiera, passati da 9 a 5 con l’effetto che i visitatori
crollarono da un milione a 400mila.
Dai dati
forniti da Campagnoli si evince chiaramente che già dal 2009 si poteva
prevedere che il Motorshow, così come organizzato, non avesse molte prospettive.
Il rischio di una sua chiusura o un suo spostamento in un’altra città era
elevato. E allora mi chiedo il perché si è voluto agevolare questa fuga,
aprendo pian piano la porta a questi imprenditori che alla prima occasione
hanno salutato tutti pagando meno di quello che avevano messo in preventivo. Se
la Fiera avrà un indennizzo, seppur minimo dalla fuga del Motorshow da Bologna,
è la città che pagherà il conto più salato visto che l’indotto collegato al
quel salone è incalcolabile.
Favia ha
anche affrontato anche quelli che ritiene gli altri problemi che riguardano il
comparto fieristico bolognese: dai prezzi degli hotel che salgono alle stelle
nei giorni di fiera, al sistema di sicurezza inadeguato dentro e fuori i
padiglioni (con furti a raffica ai danni degli espositori e venditori abusivi
che non mancano di truffare i visitatori) agli immensi spazi inutilizzati.
"Abbiamo speso 100 milioni di euro per realizzare due padiglioni a due
piani che non piacciono agli espositori perché scomodi e poco adatti alle loro
esigenze – ha commentato - Bisogna utilizzarli per altri eventi, metterli a
disposizione della città perché altrimenti siamo davanti a uno spreco che non
ci possiamo più permettere".
Questo e' il risultato che si ottiene ad affidare un ente ad un laureato in filosofia... e nella valle del Reno la vicenda della turbogas di Lama di Reno ci dovrebbe dire qualcosa.
RispondiEliminatieni presente quali potrebbero essere se non questi gli sbocchi professionali di un mediocre laureato in filosofia
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