Liste
d’attesa uniche e loro azzeramento come condizione indispensabile per il regime
libero professionale: questa la ricetta che avevamo proposto con un emendamento
all’ultima finanziaria regionale per mettere la parola fine al doppio binario e
a tutto quello che ne consegue. Ma evidentemente la Regione, cestinando
l’emendamento, non aveva nessuna intenzione di evitare alcune pratiche
sottobanco, come quella venuta a galla all’ospedale Maggiore dove c'era chi
gonfiava le liste d'attesa anche per effettuare esami in libera professione.
Non ci vuole grande immaginazione per rendersi conto che se lascio la porta
aperta alla possibilità di lucrare con attività di tipo privatistico o con
prestazioni accessorie come lo straordinario, c’è poi qualcuno che se ne approfitta.
La direzione dell’emendamento era
infatti quella di permettere la libera professione solo a liste azzerate,
evitando così non solo cittadini di serie A e B, ma anche situazioni come
quella del Maggiore. Qualcuno dovrebbe farsi un esame di coscienza: la sanità
pubblica sta sfuggendo al controllo per via di chi, in modo tacito e pensando
di far passare tutto sotto silenzio, favorisce il privato depotenziando il
pubblico. Poi non cadiamo ogni volta dalle nuvole se c’è chi si fa i suoi conti
in tasca.
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