Riceviamo e
pubblichiamo.
Il
proponente sottolinea: ‘La Via Maestra’
è i titolo di questo impegnativo documento firmato il 6 settembre da Stefano
Rodotà, Maurizio Landini, Lorenza Carlassare, Gustavo Zagrebelsky e Luigi
Ciotti, assunto come base fondamentale per la manifestazione che si terrà a
Roma il 12 ottobre 2013 quando UN CORTEO PARTIRA' ALLE 13 DA PIAZZA DELLA REPUBBLICA E
RAGGIUNGERA' PIAZZA DEL POPOLO DOVE ALLE 15.30 INIZIERANNO GLI INTERVENTI DAL
PALCO.
Queste figure di primissimo piano, tanto importanti quanto diverse per ruolo, storia e provenienza, con questo Documento individuano nella difesa e soprattutto nella ATTUAZIONE della Costituzione la VIA MAESTRA da ritrovare, come condizione imprescindibile da cui poter realmente far ripartire un ciclo positivo per il nostro Paese.
Queste figure di primissimo piano, tanto importanti quanto diverse per ruolo, storia e provenienza, con questo Documento individuano nella difesa e soprattutto nella ATTUAZIONE della Costituzione la VIA MAESTRA da ritrovare, come condizione imprescindibile da cui poter realmente far ripartire un ciclo positivo per il nostro Paese.
Il testo
integrale di ‘La via maestra’-
Lorenza Carlassare, Don Luigi Ciotti, Maurizio Landini,
Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky
1. Di fronte alle miserie, alle ambizioni
personali e alle rivalità di gruppi spacciate per affari di Stato, invitiamo
i cittadini a non farsi distrarre. Li
invitiamo a interrogarsi sui grandi problemi della nostra società e a riscoprire la politica e la sua bussola:
la Costituzione. La dignità delle persone, la
giustizia sociale e la solidarietà verso i
deboli e gli emarginati, la legalità e l’abolizione dei privilegi, l’equità nella distribuzione dei pesi e dei
sacrifici imposti dalla crisi economica, la
speranza di libertà, lavoro e cultura per le
giovani generazioni, la giustizia e la democrazia in
Europa, la pace: questo sta nella
Costituzione. La difesa della Costituzione non è uno stanco richiamo a un
testo scritto tanti anni fa. Non è un assurdo
atteggiamento conservatore, superato dai tempi.
Non abbiamo forse, oggi più che mai, nella vita d’ogni giorno di tante persone, bisogno di dignità, legalità,
giustizia, libertà? Non abbiamo bisogno di
politica orientata alla Costituzione? Non
abbiamo bisogno d’una profonda rigenerazione bonificante
nel nome dei principi e della partecipazione democratica
ch’essa sancisce?
Invece, si è fatta strada, non per caso e
non innocentemente, l’idea che questa Costituzione sia superata; che essa
impedisca l’ammodernamento del nostro Paese;
che i diritti individuali e collettivi siano
un freno allo sviluppo economico; che la solidarietà
sia parola vuota; che i drammi e la disperazione di individui e famiglie siano un prezzo inevitabile da pagare;
che la partecipazione politica e il Parlamento
siano ostacoli; che il governo debba essere
solo efficienza della politica economica al servizio degli investitori; che la vera
costituzione sia, dunque, un’altra: sia il Diktat
dei mercati al quale tutto il resto deve subordinarsi.
In una parola: s’è fatta strada l’idea che la democrazia
abbia fatto il suo tempo e che si sia ormai in un tempo post-democratico: il tempo della sostituzione del governo
della “tecnica” economico-finanziaria al
governo della “politica” democratica. Così, si
spiegano le “ineludibili riforme” – come sono
state definite –, ineludibili per passare da una costituzione all’altra.
La difesa della Costituzione è dunque
innanzitutto la promozione di un’idea di società, divergente da quella di
coloro che hanno operato finora tacitamente
per svuotarla e, ora, operano per manometterla
formalmente. È un impegno, al tempo stesso, culturale
e politico che richiede sia messa in chiaro la natura della posta in gioco e che si riuniscano quante più forze è
possibile raggiungere e mobilitare. Non è la
difesa d’un passato che non può ritornare, ma
un programma per un futuro da costruire in Italia e in Europa.
2. Eppure, per quanto si sia fatto per
espungerla dal discorso politico ufficiale, nel quale la si evocava solo per la
volontà di cambiarla, la Costituzione in
questi anni è stata ben viva. Oggi, ci accorgiamo
dell’attualità di quell’articolo 1 della Costituzione che pone il lavoro alla base, a fondamento della democrazia: un
articolo a lungo svalutato o sbeffeggiato come
espressione di vuota ideologia. Oggi,
riscopriamo il valore dell’uguaglianza, come
esigenza di giustizia e forza di coesione sociale, secondo la proclamazione dell’art. 3 della Costituzione: un articolo a
lungo considerato un’anticaglia e sostituito
dall’elogio della disuguaglianza e
dell’illimitata competizione nella scala sociale.
Oggi, la dignità della persona e
l’inviolabilità dei suoi diritti fondamentali, proclamate
dall’art. 2 della Costituzione, rappresentano
la difesa contro la mercificazione della vita degli esseri umani, secondo le “naturali” leggi del mercato.
Oggi, il dovere tributario e l’equità fiscale,
secondo il criterio della progressività alla
partecipazione alle spese pubbliche, proclamato dall’art.
53 della Costituzione, si dimostra essere un caposaldo essenziale d’ogni possibile legame di cittadinanza, dopo
tanti anni di tolleranza, se non addirittura
di giustificazione ed elogio, dell’evasione
fiscale. Ecco, con qualche esempio, che cosa è l’idea di società giusta che la Costituzione ci indica.
Negli ultimi anni, la difesa di diritti
essenziali, come quelli alla gestione dei beni comuni, alla garanzia dei
diritti sindacali, alla protezione della
maternità, all’autodeterminazione delle persone nei
momenti critici dell’esistenza, è avvenuta in nome della Costituzione, più nelle aule dei tribunali che in quelle
parlamentari; più nelle mobilitazioni popolari che
nelle iniziative legislative e di governo.
Anzi, possiamo costatare che la Costituzione,
quanto più la si è ignorata in alto, tanto più è divenuta punto di riferimento di tante persone, movimenti, associazioni nella società civile. Tra i più giovani, i
discorsi di politica suonano sempre più freddi;
i discorsi di Costituzione, sempre più caldi,
come bene sanno coloro che frequentano le aule scolastiche.
Nel nome della Costituzione, ci si accorge che è possibile parlare e intendersi politicamente in un senso più ampio,
più elevato e lungimirante di quanto non si faccia
abitualmente nel linguaggio della politica
d’ogni giorno.
In breve: mentre lo spazio pubblico
ufficiale si perdeva in un gioco di potere sempre più insensato e si
svuotava di senso costituzionale, ad esso è
venuto affiancandosi uno spazio pubblico informale
più largo, occupato da forze spontanee. Strade e piazze hanno offerto straordinarie opportunità d’incontro e di
riconoscimento reciproco. Devono continuare ad
esserlo, perché lì la novità politica ha
assunto forza e capacità di comunicazione; lì si
sono superati, per qualche momento, l’isolamento e la solitudine; lì si è immaginata una società diversa. Lì, la
parola della Costituzione è risuonata del
tutto naturalmente.
3. C’è dunque una grande forza politica e
civile, latente nella nostra società. La sua caratteristica è stata, finora la
sua dispersione in tanti rivoli e momenti che
non ha consentito di farsi valere come avrebbe
potuto, sulle politiche ufficiali. Si pone oggi con
urgenza, tanto maggiore quanto più procede il tentativo di cambiare la Costituzione in senso meramente efficientistico
aziendalistico (il presidenzialismo è la punta
dell’iceberg!), l’esigenza di raccogliere,
coordinare e potenziare il bisogno e la volontà
di Costituzione che sono diffusi, consapevolmente e, spesso, inconsapevolmente, nel nostro Paese, alle prese con
la crisi politica ed economica e con la
devastazione sociale che ne consegue.
Anche noi abbiamo le nostre ‘ineludibili
riforme’. Ma, sono quelle che servono per attuare la Costituzione, non per
cambiarla.
Tutti questi signori sono della peggiore razza, sono di quelli che pur di non cambiare le cose farebbero morire la gente di fame. Eppure alcuni di loro lottano contro le ingiustizie. Due spiccano in particolare don Ciotti, che se solo facesse bene il prete non avrebbe di sicuro il tempo per fare altro. L'altro è Landini, che dopo aver insegnato ai politici come si fa la politica, al governo come si fa a governare, a Marchionne come si fanno le macchine e le scelte industriali, ora ci da d'intendere che ne sa anche di costituzione. Perché non lo facciamo presidente del consiglio, ministro plenipotenziario a capo di tutti i ministeri, presidente della Fiat e di confindustria, questo a chiacchiere azzera in un battito di ali, il debito pubblico e la disoccupazione. Poi se avesse ancora un po' di tempo potremmo farlo anche Papa, perché molto probabilmente ne sa più del Padreterno. Stendiamo un velo pietoso.
RispondiEliminaSi prega di ricordare a questi rispettabili signori, in vena di "ciacarella", che la costituzione italiana è stata ufficialmente buttata in discarica il 31 luglio 2008 con l'approvazione parlamentare del "Trattato di Lisbona".
RispondiEliminaPoi si lamentano pure che i giovani siano freddi verso la politica!
Curioso che ci sia in giro ancora gente che contesta la richiesta più legittima del mondo e cioè che venga rispettata e applicata la legge fondamentale del nosstro Paese.
RispondiEliminaCurioso e illuminante!
Riflettano anche su questo aspetto quanti in buona fede si fanno tentare da pericolose scorciatoie.
La Costituzione nata dalla Resistenza si configura oramai da molti anni come l'unico argine al dilagare dei prepotenti di turno, si tratti di lavoro o di leggi ad personam, come ci hanno ricordato diverse sentenze dell'Alta Corte.
E' evidente perciò come solo la difesa e la applicazione della Costituzione possano perciò rappresentare un reale, e forse l'unico, argine al dilagare della sopraffazione e del malaffare.
la cosa che più mi lascia con l' amaro in bocca è che in italia ci sono tantissime persone come i due soggetti che hanno risposto a questo blog, il pietro cruciani e l'anonimo dell 11.27.
RispondiEliminaProprio oggi il papa in un comunicato ha detto che prima di parlare o scrivere sarebbe bene mordersi la lingua due volte.Mi spiace ma questi signori non hanno capito niente, non hanno capito dell'impegno di don ciotti e di landini che tentano di comunicare e fare a delle zucche vuote come le vostre. La costituzione derisa e umiliata non è mai stata messa in pratica da nessun politico, ora è arrivato il momento di farlo. Un grazie a landini a don ciotti e a tutto lo staff di questa comunicazione che sta dando con un' enorme fatica, anche a delle teste di manzo......
Certo che per il sig. cruciani ed il compare anonimo è sempre molto meglio Berlusconi di don Ciotti e Landini.
RispondiEliminaVincenzo Tondolo
In italia è sempre stata una grande fatica mettere daccordo le teste vuote con coloro che vogliono fare del bene a questo paese. Basta insistere e prima o poi capiranno da che parte stare anche le teste di rapa.
RispondiEliminaL' infelicità delle persone a secondo di come l'hanno vissuta e vivono, fa si, che si prodighi a vedere le cose del bene, in male. L'infelicità è una brutta bestia radicata nella pelle e nella mente in modo perpetuo.
Un bell'articolo:
RispondiEliminahttp://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/9916/
Certo il materialismo dialettico del “main stream” di sinistra compie miracoli, chi enuncia un’ ipotesi contraria diventa immediatamente “zucca vuota, testa di rapa, testa vuota, infelice, testa di manzo, amico di berlusconi”. Argomenti portati a loro sostegno uguali a zero!
RispondiEliminaLa costituzione italiana è entrata in vigore il 1 gennaio 1948 e costoro nel settembre 2013 la vogliono far applicare, ma scherziamo? E finora cosa hanno fatto? Ma non si accorgono che i loro politici li hanno presi in giro? Per quanto riguarda poi il trattato di Lisbona questi nemmeno sanno di cosa si tratta, purtroppo lo impareranno sulla propria pelle i loro figli.
Grazie dell’ospitalità.
La "lettera anonima" del 26 settembre ore 12,16 sottolinea la pochezza argomentativa di coloro,come me, che difendono la vigente e ampiamente inapplicata Costituzione Italiana. Provo a chiedere: davvero questa Repubblica dal 1948 è stata fondata sul lavoro (art.1) e non sul furto o sull'evasione o sulle tasse? Davvero in questa Repubblica tutti i cittadini dal 1948 hanno avuto pari dignità sociali e sono stati ritenuti uguali davanti alla legge (art. 3)? Ma davvero questa Repubblica ha riconosciuto a tutti i cittadini il diritto al lavoro e ha promosso le condizioni che rendono effettivo questo diritto (art. 4)? Davvero questa Repubblica dal 1948 ha ripudiato la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (art.11)? Davvero al lavoratore è stato riconosciuto il diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa (art. 36)? Mi fermo qui. Per arrivare a 139 ci vorrebbero molte altre lettere anonime. A proposito di anonimi. Vista l'abbondanza di tanti coraggiosi senza nome su questo blog, mi chiedevo: forse si vergognano delle loro splendide idee o hanno paura di essere scoperti? Nascondendosi è un modo molto strano di relazionarsi con gli altri.
RispondiEliminaVincenzo Tondolo
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/alberoni-replica-boldrini-sei-femminista-radicale-sempre-953618.html
RispondiEliminaa franchi anche queste sono richieste legittime?
speriamo nelle prossime elezioni ad un massimo 3 per cento e che stiate definitivamente a casa.
è anche giusto che la Bindi abbia emendato la cassa integrazione per i dipendenti del PD.
RispondiEliminaPerchè il PD è patrimonio dello stato.
http://diariopernondimenticare.blogspot.it/2013/09/la-bindi-vuol-farci-pagare-gli-esuberi.html
RispondiEliminaTondolo !!!!!! è solo una questione di privacy e non di vergogna.
RispondiEliminaNoi anonimi non ci vergognamo di niente.
RispondiEliminaLa colpa non è della repubblica che non ha saputo applicare la coastituzione ma di coloro che hanno amministrato questa repubblica eletti dai cittadini.
La colpa è anche nostra che abbiamo delegato a delle teste vuote e di rapa ad applicare la costituzione in modo scellerato e diseguale.:-)))))
http://www.lintraprendente.it/2013/10/nella-milano-di-pisapia-non-ce-piu-la-proprieta-privata/
RispondiEliminama come viene applicata alla lettera la costituzione.
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/10/08/in-edicola-sul-fatto-del-9-ottobre-coop-a-rischio-10-miliardi-di-risparmi/248181/
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