sabato 3 agosto 2013

Novità, si fa per dire, per i danni da predatori: solo chi ‘ha sette buchi nel naso’ sarà risarcito.


Foto L.Rigacci


L’Unione Regionale Cacciatori dell’Appennino (URCA) informa: 

Una delibera regionale ha introdotto nuove regole per il risarcimento dei danni da lupi e cani inselvatichiti agli allevamenti. Solo gli imprenditori agricoli, in possesso di alcuni requisiti di base, potranno godere del contributo, la cui percentuale è stata aumentata.

L'assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna ha approvato il 2 luglio scorso, nuovi criteri per la erogazione dei contributi da destinare agli allevatori e alle aziende agricole che subiscono danni a causa di predatori, lupi e cani inselvatichiti in particolare.

Le novità  riguardano innanzitutto i requisiti che deve possedere il beneficiario. Possono d'ora in poi accedere a tali contributi esclusivamente gli imprenditori agricoli (ai sensi dell'art. 2135 del codice civile) in possesso di partita IVA, regolarmente iscritti alla Camera di Commercio e all'anagrafe delle aziende agricole con posizione debitamente validata. Gli allevamenti che subiscono attacchi di lupi o cani inselvatichiti e per i quali si chiede il risarcimento devono essere regolarmente registrati presso l'Azienda USL e, nel caso di animali selvatici, autorizzati dalla Provincia. Il contributo viene concesso per i proprietari di animali appartenenti a specie domestiche o selvatiche di bovidi, cervidi, suidi, ovi-caprini ed equidi.

La misura del contributo in questa nuova delibera della Regione è stata portata al 100% del valore medio di mercato del capo predato (era finora attestato sul 90%). Il valore risarcibile viene maggiorato nel caso di capi muniti di certificato di iscrizione ai Libri genealogici. Al valore medio dell'animale ucciso va sommato il contributo per gli oneri sostenuti per lo smaltimento e distruzione delle spoglie valutato fino ad un valore massimo di 100  euro ad attacco (con relativa documentazione di spesa).

Ricordiamo gli obblighi dell'imprenditore agricolo in caso di evento dannoso. Entro 24 ore dalla scoperta dell'attacco subito l'imprenditore deve chiedere l'intervento del veterinario dell'Azienda USL competente per territorio in cui è avvenuto il fatto e collaborare con il veterinario stesso nel:
  • mostrare e mettere a disposizione gli animali morti o feriti da sottoporre all'accertamento;
  • non spostare o manipolare le carcasse prima dell'ispezione;
  • assicurare che eventuali indizi presenti nell'area circostante non vengano alterati;
  • mettere a disposizione tutte le informazioni necessarie al fine di accertare la dinamica della predazione.

Sottolineiamo, infine, le cause di esclusione dai contributi evidenziati nei nuovi criteri regionali:
-       danni non certificati dal veterinario della USL;
-       danni ad allevamenti non autorizzati;
-       danni riconducibili a cause diverse dalla predazione;
-       rimborsi per animali dispersi a seguito del possibile evento predatorio;
-       danni subiti a seguito della non ottemperanza all'azione di prevenzione indicata dalla Provincia, dell'inadeguato utilizzo dei materiali di prevenzione, ovvero quando l'allevatore, pur avendo avuto consecutivamente nei tre anni precedenti ripetuti episodi di danni arrecati dalla stessa specie, non abbia provveduto in merito.


 Una domanda, come recita un vecchio adagio televisivo,  sorge spontanea:

Tutti coloro che possiedono animali sono quindi ‘scoperti ed esclusi da ogni contributo’ perché non hanno il patentino di ‘imprenditori agricoli’ ? Insomma sono danneggiabili impunemente ? Se è così,  siamo di fronte a un bell’incentivo a non allevare animali e ad abbandonare tutto ai selvatici. Altro bell’esempio di come chi amministra considera i ‘montanari’ e agevola la loro permanenza in Appennino.  

5 commenti:

  1. altrimenti bastava avere l'anello al naso. No?

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  2. Questi sono da manicomio. A questo punto i montanari sono eticamente (ma purtroppo non legalmente) autorizzati a difendersi da questi animali di cui non si sentiva proprio la necessità di avere come meglio credono, l’ importante è non andarlo a raccontare in giro.

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  3. Niente di nuovo sotto al sole! L'ente pubblico non sa affrontare i problemi e ne scarica le conseguenze sui cittadini(in questo caso sugli allevatori)! Poi viene la beffa: ce la vendono come un passo avanti nella difesa degli agricoltori...

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  4. Beh, certo! Con quel delirio di burocrazia e la restrizione ai "pluripatentati", avranno meno richieste e potranno pagare quel poco di piu' che hanno promesso! Il solito gioco delle tre carte da parte di chi non si vergogna a distribuire premi milionari ai suoi burocrati.

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  5. é un peccato che queste notizie non fanno più notizia.....e chi è vessato continua ad essere vessato....

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