domenica 11 agosto 2013

E' il sassese Giuseppe Cremonesi e merita di essere conosciuto.



Di Tiziana Fortuzzi

Dopo i saggi e il bel romanzo ‘Via Serisso’, Giuseppe Cremonesi pubblica un altro romanzo, ‘Trent’anni’, che conferma la vena narrativa dell’autore sassese.
Il primo, edito da Aspasia nel 2011, è sicuramente un’opera molto apprezzabile, che prende il lettore e lo costringe a leggerla tutta d’un fiato. Una storia avvincente, personaggi   coinvolgenti, l’ambiente una terra ‘bellissima e misteriosa’,  una città, Trapani, multicolore di cui la Via Serisso è un simbolo. Il romanzo è ricco di riferimenti alla millenaria storia di quella terra indecifrabile, crocevia di civiltà diverse, a volte contrastanti ma sempre prodighe di cultura e saggezza. Proprio questo essere, fin dall’antichità, al centro del mondo che qui fatalmente si trovava a transitare ha donato alla popolazione la capacità di integrazione e di accettazione delle diversità, un equilibrio esistenziale tradotto nella ricchezza dei proverbi e dei detti dialettali, delle tradizioni religiose, nel rispetto di tutte le spiritualità e di tutte le passioni.

L'acquerello di copertina è di Francesca Tebaldi
Il nuovo romanzo (pure edito da Aspasia) è invece ambientato a Bologna, terra di adozione di Cremonesi, le cui origini siciliane sono dovute alla madre. La storia è semplice: due donne, una giovane, l’altra matura. Un uomo tra loro. Lui scoprirà troppo tardi che sono madre e figlia. Anche qui  i personaggi sono ben delineati nella complessità dei loro caratteri e situazioni di vita. Un finale amaro ma che fa intravvedere una luce di speranza in una vita rinnovata e finalmente ‘vestita’ di un senso, a lungo cercato.
Due belle prove delle capacità narrative dello scrittore  sassese che ha per il momento svestito i panni dell’esperto saggista per vestire quelli del colto romanziere.



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