mercoledì 3 luglio 2013

Mentre l’Italia economica è in rotta e sta cercando di riorganizzarsi, l’Appennino è all’attacco e rilancia.



Il nuovo abitante dell'Appennino


Mentre l’Italia sta cercando il Piave economico su cui organizzare le forze produttive, arginare la lacerante avanzata della crisi, respingerla e reagire, l’Appennino tosco emiliano si propone di essere uno dei protagonisti della riscossa ed  è già al contrattacco.
Le armi affilate e taglienti in mano agli operatori sono la qualità, la disponibilità e l’intraprendenza. E che gli imprenditori sanno adoperare queste armi è stato dimostrato in occasione di una visita della stampa specializzata ARGA (Associazione Interregionale Giornalisti Agricoltura Alimentazione Ambiente) ad alcune delle eccellenze dell'Alto Appennino.
 


L'incontro,  organizzato da Vivi Appennino Bolognese, è iniziato con  una visita all'azienda agricola Savigni, nella quale i conduttori hanno presentato l'allevamento dei pregiati maiali ottenuti da un incrocio fra un esemplare di ‘maiale rosa nostrano’ e un verro di cinta senese, il 'Sambucano'.  Ne è risultato un ibrido dalla qualità assolutamente pregiata. In particolare è dotato di una quantità di grasso inferiore a quello di razza tradizionale e con caratteristiche organolettiche molto apprezzate: il grasso è ricco di componenti che incrementano il ‘ colesterolo buono’. Questa particolarità ha consentito alla azienda di aprire ‘una finestra molto interessante’ sul mercato giapponese. I Giapponesi infatti, dopo averne analizzato le qualità e individuato le ottime caratteristiche in sintonia con la cucina del Sol Levante, hanno marcato il prodotto come ottimo e quindi hanno iniziato una sistematica importazione. 
I prodotti dell'azienda



L’Azienda Savigni opera in due aree appenniniche sul confine fra l’Emilia e la Toscana  e dispone di una spazio  che supera i 1200 ettari. Una delle sedi è a Pavana dove è attivo lo spaccio aziendale.





Le semplici eccellenze dell'Appennino
All'Hotel Santoli, con la diretta partecipazione dei produttori, è avvenuta la presentazione di prodotti innovativi di varie ditte. Tra le novità, il ‘ciuccio’ per bambini  in Rizoma di Iris, in grado di preservare la dentatura in via di formazione, dell’azienda Zad Agrodynamics di Poggio di Gaggiola (nei pressi di Porretta Terme). L’azienda, tra l’altro, produce, senza l’uso di sostanze chimiche, preparati agroalimentari partendo da materie prime cresciute in Appennino, come ad esempio  lo Sciroppo di Olivello Spinoso, potente power-drink al miele ricco di sostanze dall’azione antiossidinate sui radicali liberi. 
L’incontro è stato anche l’occasione per apprezzare le Terme di Porretta, con  visita al vicino parco termale e agli stabilimenti, e per ammirare il bel Castello Manservisi di Castelluccio, piccolo scrigno e omaggio della laboriosità dell’uomo (lo si deve al
Il castello Manservisi
‘sarto Manservisi’ il cui vanto è stato quello di essersi ‘fatto’ ed elevato utilizzando le potenzialità del lavoro), con il Museo dei Laborantes,
il più grande museo etnografico della montagna bolognese,  testimone della capacità dei montanari che ancora oggi lo curano con grande attenzione .
Infine la giornata si è conclusa con la visita ad un altro vanto del nostro Alto Reno,  lo stabilimento Caffitaly di Gaggio Montano. Testimonial della imprenditorialità montanara, il presidente Giovanni Zaccanti che, a dispetto della difficile logistica di cui è malato
Giovanni Zaccanti , il suo entusiasmo e le sue attrezzature.
l’Appennino, di un mercato asfittico e di una crisi mondiale incombente, ha il coraggio di ‘inventare’,  ci prende e realizza. Zaccanti con l’entusiasmo giovanile di un imprenditore dalle idee molto chiare, ha presentato in modo semplice e incisivo il frutto dell’intraprendenza del suo gruppo.  L’azienda ha studiato il gusto di utilizzo del caffè e di altre bevande in tutto il mondo, ne ha ottimizzato ogni aspetto in un macinato racchiuso in capsula, da utilizzare nella macchina espresso casalinga, che poi esporta per area (ovviamente ad ogni area viene inviata la tipologia di capsula adeguata perché più gradita). Ciò ha fatto sì che dai 200 milioni di capsule prodotte nel 2007 si è passati a poco meno di un miliardo nel 2012. Titolare di 20 brevetti l’azienda è in continua ricerca per migliorare il proprio prodotto, tamponare falle in caso di superamento del brevetto da parte dei concorrenti e per ottimizzare ancor più la produzione. L’intera linea di produzione è automatizzata e ciò porta al dato significativo che solo l’11 % dei costi di produzione è dovuto alla mano d’opera. Un gran bel risultato.

 Evviva l’Appennino! 


4 commenti:

  1. Evviva l' APPENNINO GRANDIOSO,
    solo con le idee si può combattere la crisi e la politica di uomini e donne sbagliati. AVANTI TUTTA RAGAZZI. Se non riusciranno a roma a risolvere i problemi economici..... facciamolo noi. Un
    Grazie a tutti.

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  2. Si, concordo. Però poi bisogna escludere roma (nel senso della politica) altrimenti ti ruba e rovina tutto

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  3. E' possibile sapere dov'è Pavana ? e lo spaccio aziendale come da immagine??
    Grazie mille.

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  4. appena dopo Ponte della Venturina verso Pistoia

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