Il nuovo abitante dell'Appennino |
Mentre l’Italia sta cercando il
Piave economico su cui organizzare le forze produttive, arginare la lacerante
avanzata della crisi, respingerla e reagire, l’Appennino tosco emiliano si propone
di essere uno dei protagonisti della riscossa ed è già al contrattacco.
Le armi affilate e taglienti in
mano agli operatori sono la qualità, la disponibilità e l’intraprendenza. E che
gli imprenditori sanno adoperare queste armi è stato dimostrato in occasione di
una visita della stampa specializzata ARGA (Associazione
Interregionale Giornalisti Agricoltura Alimentazione Ambiente) ad alcune
delle eccellenze dell'Alto Appennino.
L'incontro, organizzato da Vivi Appennino Bolognese, è iniziato con una visita all'azienda agricola Savigni, nella quale i conduttori hanno
presentato l'allevamento dei pregiati maiali ottenuti da un incrocio fra un
esemplare di ‘maiale rosa nostrano’ e un verro di cinta senese, il 'Sambucano'. Ne è risultato
un ibrido dalla qualità assolutamente pregiata. In particolare è dotato di una
quantità di grasso inferiore a quello di razza tradizionale e con caratteristiche
organolettiche molto apprezzate: il grasso è ricco di componenti che
incrementano il ‘ colesterolo buono’. Questa particolarità ha consentito alla
azienda di aprire ‘una finestra molto interessante’ sul mercato giapponese. I
Giapponesi infatti, dopo averne analizzato le qualità e individuato le ottime
caratteristiche in sintonia con la cucina del Sol Levante, hanno marcato il
prodotto come ottimo e quindi hanno iniziato una sistematica importazione.
I prodotti dell'azienda |
L’Azienda Savigni opera in due aree appenniniche sul confine fra l’Emilia e la
Toscana e dispone di una spazio che supera i 1200 ettari. Una delle sedi è a
Pavana dove è attivo lo spaccio aziendale.
Le semplici eccellenze dell'Appennino |
All'Hotel Santoli, con la diretta partecipazione dei
produttori, è avvenuta la presentazione di prodotti innovativi di varie ditte.
Tra le novità, il ‘ciuccio’ per bambini in Rizoma di Iris, in grado di preservare la dentatura
in via di formazione, dell’azienda Zad
Agrodynamics di Poggio di Gaggiola (nei pressi di Porretta Terme).
L’azienda, tra l’altro, produce, senza l’uso di sostanze chimiche, preparati
agroalimentari partendo da materie prime cresciute in Appennino, come ad
esempio lo Sciroppo di Olivello Spinoso,
potente power-drink al miele ricco di sostanze dall’azione antiossidinate sui
radicali liberi.
L’incontro è stato anche l’occasione per apprezzare le
Terme di Porretta, con visita al vicino parco termale e agli
stabilimenti, e per ammirare il bel Castello
Manservisi di Castelluccio, piccolo scrigno e omaggio della laboriosità
dell’uomo (lo si deve al
‘sarto Manservisi’ il cui vanto è stato quello di
essersi ‘fatto’ ed elevato utilizzando le potenzialità del lavoro), con il Museo dei Laborantes, il più grande
museo etnografico della montagna bolognese, testimone della
capacità dei montanari che ancora oggi lo curano con grande attenzione .
Il castello Manservisi |
Infine la giornata si è conclusa con la visita ad un
altro vanto del nostro Alto Reno, lo
stabilimento Caffitaly di Gaggio
Montano. Testimonial della imprenditorialità montanara, il presidente Giovanni Zaccanti che, a dispetto della
difficile logistica di cui è malato
l’Appennino, di un mercato asfittico e di
una crisi mondiale incombente, ha il coraggio di ‘inventare’, ci prende e realizza. Zaccanti con
l’entusiasmo giovanile di un imprenditore dalle idee molto chiare, ha
presentato in modo semplice e incisivo il frutto dell’intraprendenza del suo
gruppo. L’azienda ha studiato il gusto
di utilizzo del caffè e di altre bevande in tutto il mondo, ne ha ottimizzato
ogni aspetto in un macinato racchiuso in capsula, da utilizzare nella macchina
espresso casalinga, che poi esporta per area (ovviamente ad ogni area viene
inviata la tipologia di capsula adeguata perché più gradita). Ciò ha fatto sì
che dai 200 milioni di capsule prodotte nel 2007 si è passati a poco meno di un
miliardo nel 2012. Titolare di 20 brevetti l’azienda è in continua ricerca per
migliorare il proprio prodotto, tamponare falle in caso di superamento del
brevetto da parte dei concorrenti e per ottimizzare ancor più la produzione.
L’intera linea di produzione è automatizzata e ciò porta al dato significativo
che solo l’11 % dei costi di produzione è dovuto alla mano d’opera. Un gran bel
risultato.
Giovanni Zaccanti , il suo entusiasmo e le sue attrezzature. |
Evviva l’Appennino!
Evviva l' APPENNINO GRANDIOSO,
RispondiEliminasolo con le idee si può combattere la crisi e la politica di uomini e donne sbagliati. AVANTI TUTTA RAGAZZI. Se non riusciranno a roma a risolvere i problemi economici..... facciamolo noi. Un
Grazie a tutti.
Si, concordo. Però poi bisogna escludere roma (nel senso della politica) altrimenti ti ruba e rovina tutto
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RispondiEliminaE' possibile sapere dov'è Pavana ? e lo spaccio aziendale come da immagine??
Grazie mille.
appena dopo Ponte della Venturina verso Pistoia
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