venerdì 26 luglio 2013

Gli Agricoltori guardiani del territorio per prevenire gli incendi.



C’è un drappello di servitori dell’Appennino che tutti dicono di voler aiutare e sostenere nella loro indispensabile azione di presidio ambientale, ma che in pratica nessuno fa . Si tratta degli agricoltori che, nonostante il reddito minimo e il continuo appesantimento del loro lavoro, continuano a garantire un indispensabile servizio sociale.  
Fra i servizi degli agricoltori ci sono quelli contro gli incendi. I loro campi coltivati sono barriere contro il fuoco, la loro presenza li rende sentinelle essenziali e soprattutto, in caso di innesco di un fuoco, sono i primi a  intervenire, abituati ‘al fare’ e non ‘al parlare’.  

Di questo importante presidio territoriale contro il ‘rischio incendi’ si è fatto interprete  Pietro Sabbioni ( nella foto) della Direzione bolognese della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA),  che scrive:

Il patrimonio agro-boschivo italiano è un ‘serbatoio’ di ossigeno e biodiversità che va tutelato. Gli agricoltori sono i primi guardiani del territorio perchè con la Loro presenza quotidiana  contribuiscono attivamente a prevenire e, in casi estremi, in collaborazione con Vigili del Fuoco, Corpo Forestale e Protezione Civile, a intervenire per spegnere il fuoco.
Nella prevenzione contro gli incendi è necessaria la collaborazione attiva di tutta la collettività con comportamenti adeguati e il rispetto di regole elementari, ma precise, come: non accendere fuochi fuori dalle aree attrezzate, non gettare mozziconi di sigarette o fiammiferi ancora accesi, nel parcheggiare l’auto accertarsi che la marmitta non sia a contatto con l’erba secca, non abbandonare rifiuti nei boschi, non bruciare le stoppie, la paglia o altri residui agricoli, senza le dovute misure di sicurezza e nel rispetto dei periodi di divieto assoluto.
Vanno inoltre segnalate alle autorità le zone degradate, cigli stradali e ferroviari non ripuliti da sterpaglie e la presenza di discariche abusive.
Il rispetto di queste regole ha permesso di ‘salvare’, in quasi dieci anni, in Italia  oltre 500 mila  ettari di territorio agro-boschivo, evitando danni economici per più di 100 miliardi di euro.

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