C’è un drappello di servitori dell’Appennino che tutti dicono di voler
aiutare e sostenere nella loro indispensabile azione di presidio ambientale, ma
che in pratica nessuno fa . Si tratta degli agricoltori che, nonostante il
reddito minimo e il continuo appesantimento del loro lavoro, continuano a
garantire un indispensabile servizio sociale.
Fra i servizi degli agricoltori ci sono quelli contro gli incendi. I loro
campi coltivati sono barriere contro il fuoco, la loro presenza li rende
sentinelle essenziali e soprattutto, in caso di innesco di un fuoco, sono i primi
a intervenire, abituati ‘al fare’ e non ‘al
parlare’.
Di questo importante presidio territoriale contro il ‘rischio incendi’ si è
fatto interprete Pietro Sabbioni ( nella foto) della
Direzione bolognese della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA), che scrive:
Il patrimonio agro-boschivo italiano
è un ‘serbatoio’ di ossigeno e biodiversità che va tutelato. Gli agricoltori
sono i primi guardiani del territorio perchè con la Loro presenza
quotidiana contribuiscono attivamente a prevenire e, in casi estremi, in
collaborazione con Vigili del Fuoco, Corpo Forestale e Protezione Civile, a intervenire
per spegnere il fuoco.
Nella prevenzione contro gli incendi
è necessaria la collaborazione attiva di tutta la collettività con
comportamenti adeguati e il rispetto di regole elementari, ma precise, come: non
accendere fuochi fuori dalle aree attrezzate, non gettare mozziconi di
sigarette o fiammiferi ancora accesi, nel parcheggiare l’auto accertarsi che la
marmitta non sia a contatto con l’erba secca, non abbandonare rifiuti nei
boschi, non bruciare le stoppie, la paglia o altri residui agricoli, senza le
dovute misure di sicurezza e nel rispetto dei periodi di divieto assoluto.
Vanno inoltre segnalate alle
autorità le zone degradate, cigli stradali e ferroviari non ripuliti da
sterpaglie e la presenza di discariche abusive.
Il rispetto di queste regole ha
permesso di ‘salvare’, in quasi dieci anni, in Italia oltre 500 mila
ettari di territorio agro-boschivo, evitando danni economici per più di 100
miliardi di euro.
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