domenica 5 maggio 2013

Gli interrogativi di un residente della valle del Reno sull'unione dei Comuni.



Pubblichiamo questa ‘lettera aperta' di un residente della Alta Valle del Reno indirizzata a Simonetta Saliera (nella foto) , vicepresidente della Regione Emilia Romagna e Assessore regionale: Finanze, Europa, cooperazione con il sistema
delle autonomie, valorizzazione della montagna, regolazione dei servizi pubblici locali, semplificazione e trasparenza, politiche per la sicurezza, in cui si espone un elenco di perplessità e interrogativi sul processo in atto di unificazione dei Comuni.

Quale semplice cittadino dell’Alto Reno, ho tentato di comprendere il processo di
riordino istituzionale attualmente in atto, disciplinato da ultimo dalla recente Legge Regionale  n. 21, approvata in Dicembre 2012.

Prima di tutto vorrei complimentarmi con l’Ente da Lei rappresentato, per l’ottimo lavoro di analisi e di sintesi pubblicato in merito sul Sito Internet istituzionale, tale da consentire a qualsiasi cittadino l’approccio a questo complesso argomento.

Rimangono però alcuni aspetti da chiarire, che espongo di seguito:

1. Considerato che la legge dello Stato pone precisi obblighi associativi solo per i
Comuni montani con meno di 3.000 abitanti, cosa ha spinto la Regione a
coinvolgere anche i Comuni di dimensioni maggiori?

2. I Comuni montani con più di 3.000 abitanti, dal 1° Gennaio 2014 dovranno
svolgere in forma associata, oltre alle funzioni che attengono i sistemi
informatici, almeno 3 delle seguenti funzioni fondamentali:
- Pianificazione territoriale
- Servizi sociali
- Polizia municipale
- Protezione civile
quale logica è stata seguita nell’individuazione di tali funzioni?
Considerato che la scelta è stata indipendente (non dettata dallo Stato), la
Regione avrebbe anche potuto entrare maggiormente nel merito (non
limitandosi a richiamare alcune funzioni fondamentali) definendo ambiti più
mirati, magari evitando proprio i servizi di maggiore prossimità territoriale. Un
esempio può essere rappresentato dall’Ufficio Personale (già gestito con
soddisfazione dalla nostra Comunità Montana per conto di alcuni Comuni).
Quale impatto potrebbe avere sulle abitudini di vita dei cittadini, il fatto che i
cedolini paga dei dipendenti di diversi Comuni vengano elaborati in un’unica
sede? Forse proprio in tali ambiti si potrebbero ottenere le maggiori
economie di scala.

3. Il superamento delle Comunità Montane costituirà comunque un costo per i
relativi Comuni, sia nel caso di subentro di Unioni di Comuni montani sia
qualora si procedesse allo scioglimento delle stesse. Nel 1° caso perché i
contributi che la Regione erogherà all’Unione non saranno sufficienti per
coprire gli attuali costi della Comunità Montana; nel 2°, perché i debiti e il
personale verranno ripartiti tra i Comuni.
Se le Comunità Montane, Enti territoriali istituiti dallo Stato, vengono chiuse
dalla Regione, perché i relativi oneri devono essere posti a carico dei Comuni?
Seguendo questa logica bisogna sperare che non chiudano anche le Province.
Le Comunità Montane che furono istituite per attuare il principio
costituzionale di speciale sostegno alla montagna, per la stessa si trasformano
invece in una penalizzazione.
Quando nel 2009 in Regione sono state chiuse 9 Comunità Montane, è stato
adottato lo stesso metodo?
Il Comune di Pianoro, per esempio, di cui Lei era all’epoca Sindaco, quali costi
ha dovuto sostenere a seguito della chiusura della Comunità Montana delle
Cinque Valli Bolognesi?

Un’ultima considerazione: la nostra Comunità Montana svolge
prevalentemente funzioni regionali delegate (difesa del suolo e assetto
idrogeologico, forestazione, ecc.), le uniche funzioni svolte per conto dei
Comuni sono quelle relative alla gestione e formazione del personale. Per
logica, soltanto i rapporti attivi/passivi e il personale dipendente, relativi a
queste ultime funzioni, dovrebbero essere ripartiti tra i Comuni interessati.
Ringrazio per l’attenzione e, fiducioso, rimango in attesa di chiarimenti.

7 commenti:

  1. Molti altri residenti in questa Valle del Reno, come chi scrive, confidano molto nel fatto che l'assessore Regionale vorrà rispondere anche qui e pubblicamente ai puntuali questi posti.
    Non devono esserci ombre in un percorso di riordino Istituzionale.
    Di pasticci che producono gravissime conseguenze, ne abbiamo già visti troppi ed a tutti i livelli.

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  2. Sono d'accordo con chi ha scritto la lettera e con l'anonimo delle 16.16 e scommetto che la Saliera non fara' sentire la sua voce, perche' dovrebbe dire che il riordino e' guidato da sole logiche di partito e pre-elettorali.

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  3. DECRETO LEGISLATIVO 18 agosto 2000, n. 267
    Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali.
    (GU n.227 del 28-9-2000 - Suppl. Ordinario n. 162 )

    Articolo 32
    (Unione di comuni)


    qualcosa esisteva già in proposito.

    andando su www.normattiva.it si puo' leggere questo decreto soprattutto il capo iv e v

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  4. http://www.renonews.it/casalecchio-di-reno/2013/05/06/unione-dei-comuni-simonetta-saliera-risponde-al-nostro-lettore/#comment-529

    qui ci sono le risposte

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  5. Ringraziamo il zelante "collaboratore" ma ribadisco che la Signora Assessore potrebbe trovare il tempo per fornire la Sua risposta ai questi posti in modo educato e trasparente.
    Si ricordi Signora che domandare è lecito e rispondere è cortesia.se

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  6. gentile anonimo dell 10,23, sono solo un lettore ANONIMO di questo blog.

    peraltro, a difesa della categoria degli ANONIMI, ho postato alla signora Saliera 3 commenti sul sito di reno news che riporto:

    Chi scrive è un anonimo.
    Anche la Signora Saliera non è al corrente che se i cittadini vogliono conservare l’anonimato ne hanno tutto il diritto.
    E se si avvalgono di questo diritto un amministratore pubblico non ha diritto di critica nei confronti di questi ultimi.
    Al massimo possono declinare all’invito di chiarimenti chiesti da un lettore di un blog.
    Salvo il fatto che un cittadino eserciti diritto di accesso amministrativo DIRETTAMENTE nell’amministrazione pubblica.
    Ma qui siamo nell’orbita di un blog.
    Stesso diritto un cittadino lo può esercitare scrivendo anche ad una testata giornalistica (declinando comunque le proprie generalità ma chiedendo la non pubblicazione a margine della lettera che verrà pubblicata. Generalmente la redazione scrive “lettera firmata”.

    D’altronde, in materia di evidenze onomastiche, mi sovviene la segretezza nell’urna da parte di noi cittadini elettori o di parlamentari allorquando questi votano il nostro Presidente della Repubblica o un provvedimento a scrutinio segreto.


    DECRETO LEGISLATIVO 18 agosto 2000, n. 267
    Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali.
    (GU n.227 del 28-9-2000 – Suppl. Ordinario n. 162 )

    Articolo 32
    (Unione di comuni)

    qualcosa esisteva già in proposito.

    andando su http://www.normattiva.it si puo’ leggere questo decreto soprattutto il capo iv e v


    Faccio inoltre sommessamente notare che non i cittadini bensì le pubbliche amministrazioni devono aderire al dettato del Decreto Legislativo 14 marzo 2013, n.33 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale del 5 aprile 2013, scaricabile dal sito http://www.normattiva.it)che detta norme circa il riordino della disciplina gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni.

    Questo a seguito anche delle note vicende alle quali noi tutti cittadini abbiamo fin qui assistito circa taluni episodi di gestione dei rimborsi elettorali e altro.

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  7. http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2013-05-06/rumore-regioni-indietro-113428.shtml?uuid=AbXAQStH

    occupatevi di sta roba qui

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