Di Elisa Bulgarelli (nella foto) , senatore della Repubblica
Italiana per il Movimento 5 Stelle.
Strane scelte dalla Sovrintendenza. Cemento al posto
della Storia del territorio. E' triste che la stazione radiotrasmittente di
Budrio, intitolata a Guglielmo Marconi e inaugurata nel 1935, venga spazzata
via per fare posto ad un centro commerciale. Da poche settimane la Sovrintendenza
regionale ai Beni Culturali ha deciso che la palazzina Rai (ex EIAR) si possa
abbattere, per consentire la cementificazione del terreno circostante. Secondo
noi è stato calpestato il suo indiscutibile valore storico: il Premio Nobel Marconi
insistette molto per ottenerne la costruzione, e scrisse un discorso per la sua
inaugurazione, che non lesse solo per motivi di salute.
Com’è possibile non venga tutelata questa costruzione? Ricordiamo che il testo unico sui beni culturali, all’articolo 2, recita ‘Sono beni culturali le cose immobili e mobili che, ai sensi degli articoli 10 e 11,
presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà. Invece
nulla. Secondo noi ignorare questa realtà storica rischia di comportare la perdita di un bene documentale di
valore, e di un tratto distintivo del territorio budriese. Abbiamo chiesto un parere al Ministro competente, anche perché abbiamo trovato non convenzionale il passaggio di competenze da Sovrintendenza provinciale a quella regionale. Temiamo che l'ennesima concessione alla creazione di questi inumani non-luoghi a discapito della peculiarità unica del territorio sia un grave schiaffo alla nostra storia, cui la Regione
Emilia-Romagna non ha saputo opporsi, che il Comune ha favorito e che, speriamo, possa trovare nel Ministero un orecchio attento e sensibile.
Com’è possibile non venga tutelata questa costruzione? Ricordiamo che il testo unico sui beni culturali, all’articolo 2, recita ‘Sono beni culturali le cose immobili e mobili che, ai sensi degli articoli 10 e 11,
presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà. Invece
nulla. Secondo noi ignorare questa realtà storica rischia di comportare la perdita di un bene documentale di
valore, e di un tratto distintivo del territorio budriese. Abbiamo chiesto un parere al Ministro competente, anche perché abbiamo trovato non convenzionale il passaggio di competenze da Sovrintendenza provinciale a quella regionale. Temiamo che l'ennesima concessione alla creazione di questi inumani non-luoghi a discapito della peculiarità unica del territorio sia un grave schiaffo alla nostra storia, cui la Regione
Emilia-Romagna non ha saputo opporsi, che il Comune ha favorito e che, speriamo, possa trovare nel Ministero un orecchio attento e sensibile.
Mi sembra di sognare nel leggere questa grave decisione della Sovrintendenza Culturale. Che bisogno cìè ora di costruire l'ennesimo centro commerciale quando già gli esistenti faticano tirare avanti. Meglio fare un Museo Marconi a Budrio, e ricostruire i buoni valori culturali!
RispondiEliminaMi sembra di sognare, Incredibile nei tempi di crisi economica la decisione della Sovrintendenza Culturale, di voler abbattere il Centro che ricorda Marconi e costruire l'ennesimo centro commerciale, quando già faticano tutti gli altri di andare avanti . Poi sarebbe bello di far crescere i veri valori culturali, farne un Museo Marconi!
RispondiEliminaBan fatto, sono d'accordo!!! Basta col PD palazzinaro!
RispondiEliminaProbabilmente la causa è che il solito politico avrà preso la solita bustarella per far avere i permessi a qualcuno che sicuramente ci guadagnerà.
RispondiEliminaMa ve lo chiedete ancora perché succedono certe cose così assurde?