Antonio Vassallo e Peppe Ruggiero |
La conoscenza della ‘legalità’ quale elemento per
garantire una convivenza civile: il tema
è stato trattato oggi a Sasso Marconi da due testimoni d’eccezione, Antonio
Vassallo figlio del sindaco di Pollica
ucciso per essersi opposto ai progetti della criminalità organizzata e Peppe
Ruggiero, giornalista di Libera e autore della pubblicazione ‘L’Ultima Cena: a
tavola con i boss’. Oltre alla presentazione del libro, che affronta la
tematica della criminalità organizzata, è stato siglato dal sindaco di Sasso
Marconi Stefano Mazzetti e da quello di Pollica Stefano Pisani un ‘patto di
amicizia’ che le legherà le due comunità
I ‘cavalieri della legalità’ hanno avuto un primo
incontro con le scolaresche del paese e un secondo è previsto per questa sera a
Colle Ameno con la intera cittadinanza.
Abbiamo incontrato Antonio Vassallo e Beppe Ruggiero
per una chiacchierata e abbiamo chiesto loro:
Perché siete venuti proprio a Sasso Marconi?
“Per
l’amicizia che lega tempo i due comuni di Sasso Marconi e Pollica e che li ha
stretti in un saldo rapporto di solidarietà”.
E perché si parla di Mafia?
“Per
la verità si parla di ‘legalità’ e degli anticorpi necessari per evitare qualsiasi
invasione di criminalità. Pollica conosce la materia anche perché purtroppo è il paese a detenere il triste primato dell’uccisione violenta di un amministratore
pubblico”.
E che c’entra Sasso Marconi?
“La
Mafia, quale organizzazione criminale, è un fenomeno presente anche al nord.
Non è più quella rappresentata dalla lupara. Non spara. Viaggia con la 24 ore e
a portare la valigetta sono persone insospettabili. L’arma attuale è quella
tremenda della corruzione”.
Stupisce il fatto che pur essendo conosciuta e
perseguita, la Mafia non regredisca, ma addirittura incrementi la sua area d’azione
?
“L’antimafia
ha indicato la presenza del Clan dei Casalesi in modo incisivo anche in Emilia
Romagna, in particolare a Modena. Un
giornalista in questa città è sotto
scorta perché destinatario di minacce per le sue coraggiose indagini. E’ il primo caso al nord”.
In che modo il crimine organizzato si insinua del
tessuto sociale ed economico?
“Negli
appalti, nel ciclo del cemento e della ristorazione utilizzati principalmente
per il riciclaggio”
E i rapporti
con la politica quali sono?
“C’è
certamente un collegamento. A volte è eclatante e porta alla chiusura di
Consigli comunali. Si può dire che il rapporto è inversamente proporzionale alla forza della
politica, più questa è debole più è forte l’infiltrazione
criminale”.
C’è da rimanere interdetti. La mafia è presente in
mezzo a noi. Non si è fatto molto quindi.
“Si
sono fatti passi avanti. L’arma per combatterla
sono le buone leggi e una
coscienza civile adeguata che porti a una rivolta delle coscienze. Ora si usa
la confisca dei beni. Toccare il portafoglio è la vera spina nel fianco alla
mafia. Gli viene sottratto potere
economico e quindi consenso. Il mafioso lo mette in conto di dover andare in
carcere e si è visto che la reclusione non gli impedisce di organizzare il
crimine. Senza denaro è però impotente”.
Sembra di assistere alle scene dell’apertura dell’anno
giudiziario: i giudici che denunciano l’impotenza a svolgere il loro compito e
i problemi di anno in anno si ripresentano uguali. Qui la Mafia progredisce
anche se la si combatte
“C’
e sempre il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. La mafia è cambiata, è più
invisibile e quindi richiede anche un livello di percezione più elevato. Son persone
insospettabili. Va tolta l’acqua dove pesca e progredisce con politiche sociali e
occupazionali adeguate”.
Abbiamo poi chiesto ad Antonio come procede la
ricerca sulla morte del padre Angelo e ha detto:
“Voglio sapere quanto prima la verità. Ho fiducia
negli inquirenti e sono certo che i colpevoli verranno quanto prima assicurati alla giustizia”.
Pollica come vive ‘lo schiaffo’ della perdita violenta
del suo primo cittadino?
“Ha
ancora difficoltà a metabolizzare. Non si capisce come possa essere successo
poiché non ha mai avuto casi di questo genere. Andiamo comunque avanti per portare
a termine i progetti messi in campo da mio padre, come la realizzazione del nuovo porto”.
Il sindaco di Sasso Marconi Stefano Mazzetti ha
chiuso dicendo:
“Questo
incontro fa parte di un programma di lavoro per l’esaltazione della legalità
che vede protagonisti e destinatari le nuove generazioni e quindi le
scuole. Tutto il lavoro è finalizzato a
far crescere nella consapevolezza di essere gli autori del futuro specialmente
quello legale”.
Anche questa è BUONA POLITICA. Non solo gestire in modo adeguato la raccolta differenziata, i servizi alla persona o aver cura del territorio.
RispondiEliminaIl valore aggiunto portato dagli amministratori locali di Sasso Marconi sta proprio qui: non si limitano ad amministrate (il più delle volte bene) la cosa pubblica, cercando di educare i propri concittadini, accompagnarli in un percorso volta alla consapevolezza di ciò che ci circonda e non si chiudono nel proprio - insulso - campanilismo.
Grazie, quindi, al sindaco Stefano Mazzetti, ai suoi collaboratori, alle associazioni del territorio che s'impegnano a rendere Sasso Marconi una comunità migliore e vivibile. Nonostante la fuori ci siamo proprio un brutto mondo.
Anonimo (ma poi neanche tanto) delle 15.43, .... dobbiamo ridere ????
RispondiEliminahttp://www.ilmattino.it/campania/salerno/abusivo_il_ristorante_di_vassallo_il_sindaco_di_acciaroli_ucciso_non_poteva_godere_del_condono/notizie/131069.shtml
RispondiEliminaNotizia vecchia, caro anonimo delle 20.41. E poi la cosa è stata sanata. Certo, però, che alcuni soggetti, come l'anonimo di cui sopra, son ben strani: s'attaccano a tutto pur di delegittimare chi non la pensa come loro. Anche se questi era un bravo amministratore ammazzato dalla camorra. Ma, si sa, l'obiettività in Italia non va di moda.
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