giovedì 14 marzo 2013

SASSO MARCONI: la Fiom a confronto con le RSU.




Incontro a Sasso Marconi degli ‘stati generali’ della Fiom Bolognese per un confronto con le rappresentanze sindacali (RSU) delle aziende metalmeccaniche della provincia sullo stato dell’applicazione del contratto che Fiom, a differenza degli altri della categoria metalmeccanici,  non ha firmato.

Il confronto, è stato spiegato, è stimolato da quanto sta accadendo alla Ima, azienda del numero uno di Unindustria Bologna, dove è stato annunciato che ai dipendenti saranno garantiti gli aumenti salariali dell'ultimo contratto, ma la parte normativa (ferie, orari, permessi, eccetera) resta quella del 2008. Si sono già tenute 365  assemblee svolte nelle fabbriche, per un totale di 31.574 lavoratori coinvolti e il risultato è che il 66.5% ha risposto all'invito della Fiom a esprimersi sul nuovo contratto e il 96,1% , di coloro che hanno votato, lo ha bocciato.

Abbiamo incontrato il delegato sindacale Claudio Magnani, a Sasso Marconi al confronto della Fiom, per un parere  sulla situazione attuale e  per capirci di più gli abbiamo chiesto se stiamo per entrare in una ‘primavera calda’.

“Non dobbiamo dimenticare che siamo in una crisi mondiale e l’Italia vi è molto coinvolta. Persino il noto e risaputo ‘saper fare’ degli emiliano romagnoli è messo in crisi e le ‘caviglie’ di tutti cominciano a tremare. Un terzo dei 51’000 metalmeccanici bolognesi è toccato dalla crisi”.

In una situazione di questo genere in cui è messo in dubbio il posto di lavoro, voi vi battete per un miglioramento della situazione degli occupati. Non è un obiettivo sbagliato?

"Siamo fermi al 2008, dall’inizio della crisi. Abbiamo tenuto botta per ovvie ragioni, ma la china ha ormai raggiunto il fondo. Dobbiamo difendere il minimo per la sopravvivenza. Aggiungo anche, come chiarito molto bene dal nostro segretario generale Landini, che il lavoro senza diritto, non è lavoro. Si avvicinerebbe a un qualcosa che potrebbe essere la ‘sudditanza’.”

Siete soli però. Cosa vi divide dagli altri sindacati ?

“Non siamo soli come non sono peregrine le nostre proposte. La piattaforma Fiom ha avuto il 96.1% dei consensi espressi dai lavoratori. Di fronte a una proposta della controparte in cui venivano messi in discussione diritti già acquisiti con la conseguente distruzione del contratto nazionale, che qualcuno ha siglato, noi no. Questa è la differenza. Ciò che ci ha più di ogni altra cosa fermati è stata la pretesa di abolire la vita democratica della fabbrica. Un esempio per tutti. Pur essendo noi il sindacato con la maggiore rappresentanza sono state prese decisioni con le quali non eravamo d’accordo senza neppure averci resi partecipi al tavolo decisionale. A ruota i lavoratori non sono pure loro stati interpellati se non da noi che ci opponiamo”.

Se si va avanti così si arriverà allo scontro di protesta?

“Siamo fedeli al volere della base che trova concretezza nella piattaforma votata  dai due terzi  degli aventi diritto al voto e dalla sostanziale totalità di coloro che hanno votato. Quello quindi è il nostro viatico. Faremo  il possibile per la sua applicazione e per una inversione di tendenza delle normative comprese nel contratto nazionale”.

A cosa è servito l’incontro di oggi?

 “Si sono riunite  le Rsu di tutte le aziende metalmeccaniche bolognesi interessate dal contratto di lavoro Federmeccanica. Lo scopo era fare il punto dopo le assemblee di fabbrica dove i lavoratori hanno dato o meno il consenso alla piattaforma Fiom. Il confronto ha rivelato come nelle 11 aziende bolognesi in cui è aperta la trattativa  si deve puntare a una soluzione positiva con l’applicazione della piattaforma Fiom. Inoltre si è deciso di inviare la lettera con le nostre rivendicazioni alle altre aziende metalmeccaniche della provincia di Bologna quindi a circa altre 200”.

Quali sono i punti rivendicativi ?

"La riconferma dei diritti e delle agibilità sindacali compresa la totale proporzionalità rappresentativa dei diversi sindacati all’interno della rappresentanza aziendale. Poi l’affermazione del diritto al voto dei lavoratori per la validazione dei contratti;  gli aumenti salariali certi e non derogabili in conformità  con il contratto; il recupero della perdita di potere d’acquisto del salario valutato in 800 euro all’anno (60  euro il mese); la conferma della disciplina vigente  dell’orario di lavoro (mediamente 40 ore settimanali). Inoltre chiediamo che la distribuzione dell’impegno di lavoro debba essere concordata con la RSU; che a parità di lavoro vada affermata la parità di trattamento economico e normativo indipendentemente dal tipo di contratto con cui il singolo è stato assunto. Infine, i primi tre giorni di malattia debbono essere messi  a carico dell’azienda, l’Inps paga dal quarto giorno in poi. Anche questo è il recupero di un diritto acquisito e poi negato”.

4 commenti:

  1. Ma se il maggior partito di centrosinistra avesse dato un pò più ascolto ai lavoratori ed alle loro rappresentanze a cominciare da quelle più rappresentative come la FIOM, credete che i risultati elettorali sarebbero stati uguali a quelli usciti dalle urne a febbraio?

    Se il PD avesse fatto il suo lavoro, rappresentare le ragioni del lavoro e non quelle di Marchionne/Monti/Fornero, di certo una parte rilevante di qesto mondo avrebbe avuto un punto di riferimento e non sarebbe stata spinto verso il grillastensionismo!

    Imparata la lezione?
    Al momento non sembra a sentire certi esponenti che continuano a parlare nonostante tutto!

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  2. Voreei fare notare, che magari non c'entra nulla, ma i patlamentari trombati compreso quelli di sinistra prenderanno una pensione di solo 4 o 5 mila euro al mese.(vedi livia turco). andatelo a spiegare agli operai.

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  3. ma ancora qualcuno pensa che i politici facciano gli interessi dei cittadini...????????
    FANNO SOLO SCHIFO

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  4. caro compagno Magnani, troppo pochi 31500 lavoratori per annullare un ccnl votato da milioni di lavoratori.
    Strano poi come si accetti la parte economica di un contratto che non appartiene alla FIOM.
    Comunque mi auguro che velocemente arrivi il saldo proposto e senza un'ora di sciopero.
    Altra stranezza la potente FIOM di Bologna si rintana nella periferia anche se di lusso,
    come sono lontani gli anni 70 e le lotte dei lavoratori con largo consenso di piazza.

    Robin Hood

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