lunedì 4 marzo 2013

Defranceschi. Variante di Valico: i costi sono esplosi. Rincari fino a 4 volte il preventivo.


Andrea Defranceschi



Le ultime novità sulla Variante di Valico, portate il 27 febbraio  scorso dalla  Relazione dei Tecnici  Paolo Berry,  Luciano Blois e Daniela Boldini, da cui si ricaverebbe  la correlazione fra scavi e aumento della velocità delle frane in corso,   ‘scaldano le tastiere dei computer’ di  diverse politici. Fra questi ,ANDREA DEFRANCESCHI Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Emilia-Romagna, che scrive:
La Martina

“Il Pubblico Ministero ha in mano una relazione  bomba. La relazione stilata dai tecnici pone in evidenza infatti come non ci sia mai stato un valido monitoraggio strumentale della situazione geomorfologica della zona interessata, declassificando quasi come ‘passeggiate’ i rilevamenti fatti. Nella lunghissima relazione, oltre a confermare quanto andiamo affermando da anni,  ovvero che i rischi legati allo scavo sono stati ampiamente ignorati e sottovalutati in sede di progetto, sia definitivo che esecutivo, (conl’eccezione della Comunità Montana delle Cinque Valli, che nel 2005 disertò la Conferenza dei Servizi), simette l’accento su due varianti tecniche spacciate come riconducibili alla legge 109/94 sotto il capitolo ‘sorpresa geologica’ ma che i tecnici, nella perizia, spiegano essere illegittimamente ritenute ‘sorprese’, in quanto ciò che è poi avvenuto sarebbe stato ampiamente prevedibile con un’indagine geologica approfondita, strumentale e quantitativa. Grazie a questo sotterfugio le modifiche, che hanno comportato una forte lievitazione dei costi, che secondo il comitato Cittadini di Ripoli sono stimabili in quattro volte il valore del lotto, sono state affidate direttamente alle imprese costruttrici, senza passare per una nuova gara. Simili modifiche al progetto che comportino variazioni di spesa superiori al 10%, infatti, dovrebbero essere sottoposte a nuova gara pubblica. Classificare come ‘sorpresa geologica’ i fenomeni franosi che erano invece ampiamente prevedibili ha consentito di aggirare il problema”. E De Franceschi affonda: “La Regione dovrà spiegarci come mai sia stata adottata questa scorciatoia… Faremo un’interrogazione per avere una quantificazione esatta di questo denaro extra che i cittadini dovranno sborsare, e inoltre,  se necessario,  presenteremo un esposto alla Corte dei Conti”.



I FATTI, riportati da Defranceschi diligentemente scanditi in modo temporale, sono:
1992: Il Progetto Esecutivo, praticamente coevo della Cartografia Regionale, segnala la presenza di due sole frane – e riporta solo la maggiore nelle carte del Progetto – rispetto alle otto rilevate dalla Regione. La frana che giace sotto Santa Maria Maddalena, dicono i tecnici, non sembra essere mai stata sottoposta ad indagini strumentali.
1998: Lo studio di fattibilità mette a confronto tre soluzioni differenti.
2003: Progetto definitivo SPEA, con lievi modifiche al tracciato, in seguito ad una rilevazione fotointerpretativa e non strumentale.
2004: Approvazione definitiva del Progetto per il Lotto 5B (La Quercia – Lagaro) da parte di SPEA e gara d’appalto vinta da ATI formata da CCC, CMB e CFM. La cartografia sulla quale il progetto è basato si discosta
dalla cartografia GEOMIB.
2004: Progetto Definitivo dei lotti 6 e 7, per cui Autostrade chiede al Ministero dell’Ambiente l’esclusione della Valutazione di Impatto Ambientale.
2005: Il Ministero esclude i lotti dalla VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale). Alla Conferenza dei Servizi la Comunità Montana Cinque Valli non partecipa in disaccordo con la decisione e sottolinea i fenomeni quiescenti sul tracciato.
2006: Approvazione ANAS del Progetto dei lotti 6-7, gara di appalto vinta da ATI Vianini, Toto, Profacta.
2005-2007: Approvazione progetti esecutivi Lotto 5B. La carta geomorfologica che ne risulta si discosta da quella del Progetto definitivo in quanto quasi tutta la galleria è in zona “frane quiescenti” e ci sono zone segnalate come molto fratturate. Nonostante questo non sono stati installati piezometri in profondità, e la riattivazione delle frane non è contemplata fra i rischi.
2008: Variante tecnica e suppletiva n.1 per problemi all’imbocco Nord.
2009: Variante tecnica e suppletiva n.2 con concessione di altri 930 mt di galleria prima inclusi nei lotti 6 e 7 per lo scavo con la super-talpa “Martina”.
2010: Variante tecnica e suppletiva di ANAS (che ingloba le precedenti) firmata da Lagaro Scarl.
2011: La frana di Santa Maria Maddalena viene classificata come “attiva” nella cartografia regionale, ma i tecnici sottolineano che la motivazione non è specificata.
2012: Nuove aree a nord e sud del paese di S.M. Maddalena vengono classificate come “attive” , ma i tecnici sottolineano che la motivazione non è specificata.



3 commenti:

  1. Se nell'azienda dove lavoravo prima di andare in pensione avessi sbagliato una valutazione di costi per un nuovo prodotto anche di molto meno di quattro volte mi avrebbero cacciato immediatamente a pedate, e a questi idioti cosa capiterà, verranno promossi di grado?

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  2. Ma certo, poi avranno anche superpensione e buonauscita.
    Un grazie ai nostri politici che hanno permesso tutto questo, ma l'esempio è venuto da loro che hanno rubato molto di più e si sono assicurati un futuro milionario.
    Fanno schifo!

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  3. Dr. DEFRANCESCHI, perchè non rivedere tutto il tracciato della variante, da sasso marconi in poi?? e di quanto i costi del progetto siano lievitati dal 2001 in poi ???
    e poi cosa stiamo cercando con tutto questo??? quando la variante doveve essere costruita costi quel che costi, ed è costata !!! tutto questo alla faccia della gente che ha subito ed al quale i lavori di trivellazione, di sondaggi vari e di costruzione poi, hanno prodotto danni ingenti alle costruzioni private degli abitanti, degrado e nessun intervento di bonifica. A nessuno non è mai interessato rimpiantare alberi che per l' occasione, hanno tagliato migliaia a migliaia e di specie anche rara. A nessuno è interessato mantenere i passaggi o costruirne altri nuovi, per l'abbeveraggio degli animali verso il fiume, in piena calura estiva. Limitatamente è intervenuto, spea e l'osservatorio di bologna, ma nulla si è fatto. Non hanno voluto risarcire ai privati danni subiti, non si doveva. Sono andati avanti ad oltranza come se la gente non ci fosse e non esistesse. Tenendoci hai fatti avvennuti negli anni, abbiamo capito perfettamente lo scopo (anche) del progetto VAV e cioè fare lievitare i costi degli stanziamenti dei fondi per poter intascare a più non posso per interessi personali ed aziendali, per quel che riguarda il degrado ed i danni fatti al loro passaggio nella costruzione della variante, non sono fatti che li riguardi.
    Questo è tutto o quasi
    dr. defranceschi, mi sono battuta per gli animali, per il territorio in cui viviamo coinvolgendo le amministrazioni locali ma non avevo capito che eravamo entrati negli anni difficili ed ignobili dell'indifferenza totale verso le persone, da parte dei politici e delle amministrazioni locali e regionali.
    Non la conoscevo in quegli anni, poi l'ho conosciuta, esattamente in regione, non so se sarebbe stato diverso conoscerla prima, me lo sto chiedendo.

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