Marilena Fabbri candidata per il PD alla Camera dei
Deputati invita a un incontro il prossimo 21
febbraio alle 17, presso la Sala Renato
Giorgi, nella Piazzetta del Teatro a Sasso Marconi.
L’incontro è rivolto in particolare ai
genitori, ai rappresentanti di classe e d’Istituto e agli amministratori locali
che s’interessano della scuola, ai
Presidenti dei Consigli di Circolo e d’Istituto della provincia di Bologna e ai
Candidati di tutte le forze politiche alle prossime elezioni per il rinnovo del
Parlamento.
I temi affrontati saranno
proprio quelli relativi alla scuola e all’istruzione e avranno come spunto di
discussione la lettera ai candidati inviata dai Presidenti dei Consigli di circolo e
d’Istituto della Provincia di Bologna.
Nell’invito la Fabbri precisa:
“Nei giorni scorsi sono venuta
a conoscenza della lettera inviata ai candidati di tutte le forze politiche alle
prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento, firmata dai Presidenti dei
Consigli di circolo e d’Istituto della Provincia di Bologna. L’ho letta con
molta attenzione, non solo perché candidata per il Partito Democratico alla
Camera di Deputati, ma soprattutto perché come genitore e come
amministratrice, prima quale sindaco del Comune di Sasso Marconi e ora quale consigliere
provinciale, vivo ed ho vissuto in prima persona i problemi della scuola:
quelli richiamati dalla lettera e quelli che ognuno di noi incontra come
genitore, come rappresentante, insegnante, dirigente o amministratore pubblico.
Per un confronto sui
temi della lettera, mi farebbe piacere incontrarvi in modo semplice e diretto.
Vorrei ascoltare le vostre domande e condividere le difficoltà della nostra
scuola, per metterle al centro del mio impegno politico di rappresentate
in parlamento qualora le prossime elezioni mi vedano tra gli eletti alla Camera
dei deputati”.
Il testo della lettera:
Siamo Presidenti di
Consigli d’Istituto, cittadini eletti come rappresentanti di quella larga parte
del Paese che ha figli a scuola; cittadini che hanno scelto con sacrificio e
passione di dare una mano al tesoro più prezioso di un Paese.
Ci rivolgiamo a Lei certi
che le nostre riflessioni possano essere ora prese in considerazione e nella
speranza, speriamo non vana, che possano essere ricordate anche quando Lei,
come Le auguriamo, sarà eletto.
Lei si candida al
Parlamento della Repubblica Italiana, Repubblica che nel suo atto Costitutivo,
all’art.3, assegna alla scuola il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.
Ebbene, negli ultimi anni,
tali ostacoli non solo non sono stati rimossi, ma anzi sono accresciuti.
Si è smesso di pensare
alla scuola come al luogo di formazione primario per garantire uguaglianza di
opportunità e mobilità sociale, come risorsa ed investimento sul futuro.
Alla scuola si è guardato
con il solo occhio ingordo del fare cassa (sottratti 8,5 miliardi di euro e
meno 150.000 tra insegnanti e collaboratori scolastici), ignorandone le
drammatiche conseguenze.
I cittadini di domani
vivono oggi in edifici spesso da ristrutturare con aule vecchie, stretti in
classi insicure, didatticamente gestibili con grossissime difficoltà, perché
circolari ministeriali hanno illegittimamente aggirato disposizioni di legge,
oltre che di umanità: massimo 25 alunni, 20 se in presenza di certificazione.
Sono diminuiti gli
organici e le risorse per il sostegno, per l’alfabetizzazione dei ragazzi
migranti, per i progetti di recupero … (devono ancora arrivare i soldi
del Fondo d’Istituto, che già si sa saranno decurtati di un ulteriore 35%).
Sono stati restituiti solo
in piccola parte i crediti (“residui attivi”) che le scuole vantano da anni nei
confronti dello Stato: ci si affida sempre di più ai contributi volontari dei
genitori, una sorta di autotassazione aggiuntiva cui i genitori sottostanno pur
di non vedere immiserire ulteriormente “l’offerta formativa” delle scuole
frequentate dai loro ragazzi.
Sono stati costituiti
megaistituti scolastici ingovernabili e didatticamente inadeguati.
Coi tagli all’orario
scolastico (tre ore in meno alla primaria, tre alle medie, quattro alle superiori)
l’intero percorso scolastico è stato accorciato di quasi due anni, l’obbligo
scolastico ridotto a 15 quando nel resto d’Europa è a 18.
E come se non bastasse, in
caso di assenza degli insegnanti, spesso non vengono neppure chiamati i
supplenti ed i ragazzi vengono smistati in altre aule, con conseguenze
didattiche e di ulteriore diminuzione di sicurezza facili da immaginare.
Stiamo già pagando a caro
prezzo gli effetti di queste politiche dissennate: Il tasso di abbandono
scolastico è del 18,8% (solo tre stati sono messi peggio di noi); la nostra
scuola primaria, con l’abolizione delle compresenze e la riduzione dei moduli e
del tempo pieno, è scesa in pochi anni di molti gradini dal secondo posto in
Europa (e sesto del mondo) che orgogliosamente occupava.
Un’ultima vergogna,
un’ultima stupidità: tra tutti i Paesi Ocse siamo al penultimo posto per quanto
diamo alla scuola, con il 4,5% del PIL a fronte di una media del 6%. Se Paesi
ben più poveri del nostro riescono a dare ben di più, non si capisce perché non
potremmo farlo anche noi.
Eppure è dimostrato che
tagliare su Istruzione, ricerca e cultura è miope e folle, perché si spezzano
le gambe non solo al futuro dei giovani ma all’intero Paese, condannandolo per
sempre al declino e alla recessione, mentre la maggiore spesa per istruzione
produce rendimenti certi. Basta guardare a quei Paesi che stanno affrontando la
crisi più intelligentemente e meglio di noi, che hanno investito e investono in
formazione e sapere; esattamente l’opposto di quanto accade in Italia.
Forse hanno letto meglio
di noi un nostro autore, Collodi: Geppetto infilatasi la vecchia casacca di
fustagno, tutta toppe e rammendi, uscì correndo di casa. Dopo poco tornò: e
quando tornò aveva in mano l’Abbecedario per il figliuolo,ma la casacca non
l’aveva più.
La scuola pubblica ha già
sofferto e soffre troppo; il nostro augurio è che Lei, se sarà eletto, sappia
avere la saggezza di quel semplice falegname, sappia adoperarsi per una scuola
democratica, repubblicana, costituzionalmente fondata: quella che si sforza di
togliere gli ostacoli perché anche un burattino di legno possa trasformarsi in
un cittadino attivo e consapevole.
Bologna, gennaio 2013
le lettere scrivetele a chi riveste già le cariche.
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