mercoledì 6 febbraio 2013

La Regione approva la fusione dei comuni della Valsamoggia. Gruppo PD: "Un provvedimento unico nel suo genere in Italia, porterà enormi benefici al territorio”




Mentre Manes Bernardini di Lega Nord eAndrea Defranceschi del Movimento 5 Stelle sparano a zero sulla approvazione in un unico ente amministrativo dei cinque Comuni della Valsamoggia, Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno,  perché, a giudizio degli oppositori, il riordino è avvenuto in netto contrasto con la volontà espressa dai cittadini nel referundum, da parte della maggioranza si saluta la novità con vera euforia.
Marco Monari, presidente del Gruppo PD in Regione ha infatti affermato: “Siamo particolarmente orgogliosi di quanto fatto oggi, perché quello dei Comuni della Val Samoggia costituisce il primo esperimento di questo tipo in Italia e quindi è un buon esempio per gli altri. Perché questa esperienza possa davvero fare scuola occorre continuare il lavoro svolto fin qui, affinché i cittadini diventino pienamente consapevoli dei benefici del Comune unico e contribuiscano assieme ai propri amministratori alla sua realizzazione.”

 Il relatore della proposta , il consigliere PD Antonio Mumolo, il quale ha detto:  "La fusione dei comuni della Valsamoggia  è una grande opportunità di rilancio, che, in un momento di grave crisi economica, farà risparmiare il 10% (2,6 mln di euro all’anno) del costo complessivo della Pubblica Amministrazione, e porterà nelle casse del nuovo Comune 18 milioni di euro di trasferimenti statali e regionali in dieci anni. Il nuovo Comune unificato , inoltre, non essendo soggetto per due anni al patto di stabilità, potrà utilizzare rispetto al 2013 6,6 milioni di euro in più, che nel caso di mancata fusione resterebbero congelati e che invece serviranno a far rimettere in moto l’economia."

La consigliera regionale PD Paola Marani smentisce le tesi degli oppositori:  “Quella di oggi è l’approvazione di un grande progetto di riordino istituzionale che non è stato imposto da una norma, ma che è stato costruito dal basso, con un processo iniziato più di due anni fa, e che ha visto la realizzazione di oltre cinquanta iniziative pubbliche. Adesso bisognerà proseguire un percorso che sia il più possibile condiviso, in cui tutti i partiti, le associazioni economiche e sindacali, il volontariato, i comitati e i singoli cittadini possano portare il proprio contributo. In particolare, sarà fondamentale definire tre punti chiave: redigere lo statuto del nuovo Comune, individuare le priorità a cui destinare le risorse aggiuntive e definire le sedi dei servizi e le possibili ulteriori forme di decentramento”.

2 commenti:

  1. Non nego che per lo stato ciò sia un risparmio, ma queste persone entusiaste le aspetto al varco.
    Individuare le priorità a cui destinare le risorse, definire le sedi dei servizi.
    Penso che ne vedremo delle belle, si daranno botte di orbi.

    RispondiElimina
  2. Grande cambiamento BRAVI!!!
    spero che altri comuni facciano la stessa cosa. Il cambiamento è iniziato andiamo avanti così.

    RispondiElimina