C’è un camper che gira nella provincia bolognese. E’ quello di Giuseppe
Cremonesi, da giugno segretario di Confartigianato Bologna. Cremonesi ha deciso di attuare questi spostamenti per
visitare gli associati, per ‘tastare il
polso’ e farsi una idea della loro situazione conoscendoli a tu per tu e non esaminando relazioni, numeri di statistiche o valutando opinioni di esperti.
La sua prima impressione l’ha espressa presentando il suo camper: “E’ una
categoria formata da lavoratori fantastici che stanno stringendo i denti per
superare un momento difficile affiancati dai dipendenti che quasi sempre sono
amici e che si rendono disponibili a fare quadrato. Non c’è la voglia di
licenziare appunto perché spesso c’è una vita di lavoro che unisce”.
Cremonesi ha pubblicato un libro in tema dal titolo ‘Artigiani Coraggiosi’
e ha detto " Siamo convinti che questo libro ci aiuti almeno un poco
a guardare avanti, perchè i racconti di vite sono una piccola testimonianza di
un mondo che racchiude ancora una straordinaria vitalità che traspare nei tanti
progetti realizzati e nella passione di nuovi sogni da perseguire..."
Giuseppe Cremonesi |
Abbiamo
voluto saperne di più e gli abbiamo chiesto, come vivono gli associati a
Confartigianato il difficile momento di crisi ?
“Nel percorso di "Confartigianato
incontra" abbiamo toccato molteplici realtà produttive e territoriali che
pur nelle mille difficoltà hanno ancora la passione di scommettere sulla loro
attività. Un tratto comune è la disillusione verso una classe politica incapace
di cogliere le esigenze di un sistema produttivo che combatte quotidianamente
con un fisco esoso, una burocrazia asfissiante e un sistema creditizio miope.
L'appello rivolto alle istituzione è quello di prendere coscienza che il lavoro
di artigiani e commercianti è un valore aggiunto per il nostro territorio e che
ogni intervento che lo indebolisce mina alla radice i soggetti principali che
nonostante tutto creano lavoro”.
Da dove
nasce l’idea di un iter in camper per incontrarli?
“L 'iniziativa voleva rafforzare la
vicinanza agli associati: era Confartigiatato che si faceva incontro a loro per
toccare con mano problemi, senzazioni, aspettative, progetti, ascoltare
critiche, suggerimenti e spiegare le iniziative intraprese e credo che le
aziende abbiano capito bene lo spirito del progetto. Tanto che molte aziende ci
chiedono incontri anche oltre il mese itinerante che avevamo previsto”.
E quali sono state le impressioni
che ha ricavato dal suo tour?
“L'impressione è che il tessuto produttivo
è ancora solido, la volontà e la tenacia dei tanti piccoli imprenditori
incontrati è ancora forte, ma occorre che il sistema paese tutto si renda conto
della necessità di affrontare i nodi che affliggono gli artigiani e i
commercianti. Non è possibile che i "piccoli" paghino mediamente 2/4
punti percentuali il denaro per gli investimenti quando questi non siano
addirittura negati; servirebbe urgentemente un progetto di semplificazione per
le pratiche burocratiche che agevolino anzichè ostacolare la creazione di
lavoro. Da ultimo emerge il tema fiscale: troppo oneroso per chi paga e troppo
evanescente per chi evade e può competere in modo sleale. Se questi temi non
sono aggrediti in tempi brevi, nei prossimi due anni il rischio non è la
chiusura di qualche attività ma la tenuta stessa del sistema produttivo basato
prevalentemente sul nostro territorio e non solo sulla piccola impresa”.
I mali del nostro sistema da Lei elencati mi sembrano difficilmente risolvibili in tempi brevi. Quale può essere però un'azione che può nell'immediato incidere positivamente per salvare tante piccole imprese artigianali ?
“L'allentamento dei vincoli bancari (Basilea) e del patto di stabilità potrebbero essere misure in grado di immettere risorse da parte degli istituti bancari e dei comuni virtuosi con tanti piccoli interventi che sommati fornirebbero occasioni preziose di lavoro e occupazione. Anche se le altre criticità non possono essere ignorate nell'agenda di chiunque si candidi a governare il Paese”.
Vede nel futuro un orizzonte più sereno. E se sì, quanto è lontano ?
“I nostri indicatori non lasciano vedere prospettive a
breve. L'anno che verrà probabilmente a differenza dell'auspicio di Dalla non
vedrà i preti sposarsi sia pur a una certa età e purtroppo almeno nel primo
semestre si trascineranno i problemi di questi mesi e ormai anni”.
C’è chi vede
nell’attuale instabilità politica il pericolo che l’economia italiana stenti a prendere
rispetto agli altri paesi europei. Cosa ne pensa ?
“La crisi che stiamo attraversando non
riguarda certo solo l'Italia anche se l'instabilità politica che la
caratterizza rischia di aggravare un contesto di per sè sfavorevole e di non
facilitare quelle riforme necessarie da troppo tempo per ridare slancio al
nostro sistema produttivo. La delegittimazione del sistema di rappresentanza
esplosa nel comune sentire popolare è un problema drammatico e la sensazione è
che i partiti non percepiscano fino in fondo la frattura fra il
"Palazzo" e i cittadini. La speranza è che le imminenti elezioni
siano l'inizio di una nuova stagione in cui la politica possa essere davvero
luogo di confronto civile finalizzato al servizio dei cittadini e delle imprese”.
Buon 2013 a Lei, Cremonesi, a
Confartigianato e a tutti i grandi e piccoli imprenditori italiani.
Non illudedevi....NON C'È FUTURO se non cambia il sistema....
RispondiEliminaI DUE COMMI DELLA LEGGE DI STABILITA' PER L'ANNO 2013, CHE LEGGETE QUI SOTTO, RIGUARDANO ULTERIORI FONDI PER IL TERREMOTO DEL BELICE.
RispondiEliminaTERREMOTO AVVENUTO NEL 1968.
IN TUTTO, E PER IL MOMENTO FANNO ULTERIORI 35 milioni PIU DIECI PER CHIUDERE VARI CONTENZIOSI NEI COMUNI COINVOLTI.
224. Nell'ambito delle risorse del Fondo per lo sviluppo e coesione
assegnate alla Regione Siciliana di cui alla delibera CIPE n. 1 del 6
marzo 2009, l'importo di 35 milioni e' utilizzato dalla medesima
regione per le finalita' di cui al comma 225, anche per l'attuazione
dei programmi direttamente applicabili, di cui all'articolo 12, del
decreto-legge 27 febbraio 1968, convertito in legge n. 241 del 1968.
225. Per le finalita' di cui all'articolo 4-bis del decreto-legge
24 giugno 1978, n. 299, convertito, con modificazioni, dalla legge 4
agosto 1978, n. 464, e successive modificazioni, anche al fine di
definire i contenziosi in atto, ai comuni di cui alla medesima
disposizione e' attribuito un contributo di 10 milioni di euro per
l'anno 2013. Con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei
trasporti, da adottare entro novanta giorni della data di entrata in
vigore della presente legge, il contributo di cui al presente comma
e' ripartito tra i comuni interessati nel rispetto delle quote
percentuali determinate nel decreto del Ministro delle infrastrutture
e dei trasporti 2 agosto 2007.
MA PORCO DIAVOLO, MA SI PUO'ANDARE ANCORA VANTI COSI'?
RispondiEliminaDella crisi ??????tutti se ne sono fregati. Del lavoro, delle imprese medie e piccole dell'artigianato tutti se ne sono strafregati. Hanno usato la crisi economica del nostro paese, per farsi campagna pubblicitaria per le prossime elezioni. Hanno massacrato il ceto medio che non c'è più, hanno usato ogni mezzo tasse comprese, per farsi largo alle prossime politiche. Ci hanno usato con ogni mezzo che abbasseranno le tasse che ci sarà ripresa economica, non è vero niente. E' stato un gioco politico per loro.......ma non per noi. Gli italiani sono e rimangono dei grandi fataloni, sarebbe veramente ora che prendessero in mano ADESSO, la loro di politica. Non saranno certo i politici che si prenderanno cura della nostra vita, attenti ed impegnati come sono a salvaguardare la loro di vita.
Pura propaganda....a carico dei clienti.
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