martedì 15 gennaio 2013

E’ il caso di diffidare anche di chi ti dà una mano.




Approfitta della cortesia del collega che si offre di accompagnarlo con l’auto al lavoro. Non disprezza  anche del suo l’interessamento per fargli assegnare dai propri parenti alcuni lavoretti. Ma poi l’amico premuroso ‘presenta il conto’. Lui si rifiuta di saldare quanto gli viene richiesto, così l’aiutato si trasforma  in ‘perseguitato’ con  molestie, giunte fino a violenze fisiche verso di lui e dei suoi famigliari.  Il buon samaritano ‘a pagamento’ è un 59enne disoccupato di Bologna, con precedenti di polizia per furto e atti osceni. A suo carico ora anche l’ordinanza del tribunale di Bologna  di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, il perseguitato appunto.
Lo scorso agosto il 59enne, scortato dal suo possente cane Corso, si è presentato sotto l’abitazione dell’amico, un operaio 43enne di Bologna, per reclamare una somma di denaro come corrispettivo della serie di passaggi in auto che gli aveva dato durante un periodo in cui i due avevano lavorato assieme e per avergli procacciato piccoli lavori occasionali a casa dei suoi parenti. Di fronte al rifiuto del ‘debitore inconsapevole’, la situazione è degenerata e il pregiudicato, passando dalle parole ai fatti,  ha colpito l’ex collega  violentemente alla testa e al collo da una catena d’acciaio procurandogli un trauma cranico non commotivo. Analoghi episodi si sono ripetuti nei mesi successivi. A settembre ‘il creditore’  aggredì nuovamente la sua vittima alla fermata dell’autobus. In quell’occasione, oltre alle minacce, il malvivente se la prese anche col suo telefonino. Il 43enne, impaurito, tentò infatti di chiamare i Carabinieri ma non ci riuscì perché si vide sfilare di mano e scaraventare a terra il cellulare. Deciso ad avere la somma di denaro richiesta, il pregiudicato allargò il numero dei perseguitati e cominciò a terrorizzare anche i familiari dell’operaio,  la moglie e i due figli di diciassette e nove anni, con appostamenti sotto casa.  L’insistenza era tale che la famiglia è stata costretta, in alcuni casi, a passare la notte in altra abitazione.
L’episodio più cruento si verificò nell’autunno scorso, quando il figlio più piccolo affacciandosi sul davanzale della finestra di casa, si vide sbucare dal nulla il 59enne armato di coltello. L’uomo si era nascosto dietro una macchina, in attesa di affrontare nuovamente la sua vittima. La storia si è finalmente conclusa ieri quando i Carabinieri si sono presentati a casa del pregiudicato per notificargli il decreto del giudice.


Comando Provinciale Carabinieri di Bologna

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