Approfitta
della cortesia del collega che si offre di accompagnarlo con l’auto al lavoro.
Non disprezza anche del suo l’interessamento
per fargli assegnare dai propri parenti alcuni lavoretti. Ma poi l’amico
premuroso ‘presenta il conto’. Lui si rifiuta di saldare quanto gli viene
richiesto, così l’aiutato si trasforma in ‘perseguitato’ con molestie, giunte fino a violenze fisiche verso
di lui e dei suoi famigliari. Il buon
samaritano ‘a pagamento’ è un 59enne disoccupato di Bologna, con precedenti di
polizia per furto e atti osceni. A suo carico ora anche l’ordinanza del
tribunale di Bologna di divieto di
avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, il perseguitato
appunto.
Lo scorso
agosto il 59enne, scortato dal suo possente cane Corso, si è presentato sotto
l’abitazione dell’amico, un operaio 43enne di Bologna, per reclamare una somma
di denaro come corrispettivo della serie di passaggi in auto che gli aveva dato
durante un periodo in cui i due avevano lavorato assieme e per avergli
procacciato piccoli lavori occasionali a casa dei suoi parenti. Di fronte al
rifiuto del ‘debitore inconsapevole’, la situazione è degenerata e il
pregiudicato, passando dalle parole ai fatti, ha colpito l’ex collega violentemente alla testa e al collo da una
catena d’acciaio procurandogli un trauma cranico non commotivo. Analoghi
episodi si sono ripetuti nei mesi successivi. A settembre ‘il creditore’ aggredì nuovamente la sua vittima alla
fermata dell’autobus. In quell’occasione, oltre alle minacce, il malvivente se
la prese anche col suo telefonino. Il 43enne, impaurito, tentò infatti di
chiamare i Carabinieri ma non ci riuscì perché si vide sfilare di mano e
scaraventare a terra il cellulare. Deciso ad avere la somma di denaro richiesta,
il pregiudicato allargò il numero dei perseguitati e cominciò a terrorizzare
anche i familiari dell’operaio, la
moglie e i due figli di diciassette e nove anni, con appostamenti sotto casa. L’insistenza era tale che la famiglia è stata
costretta, in alcuni casi, a passare la notte in altra abitazione.
L’episodio
più cruento si verificò nell’autunno scorso, quando il figlio più piccolo affacciandosi
sul davanzale della finestra di casa, si vide sbucare dal nulla il 59enne
armato di coltello. L’uomo si era nascosto dietro una macchina, in attesa di
affrontare nuovamente la sua vittima. La storia si è finalmente conclusa ieri
quando i Carabinieri si sono presentati a casa del pregiudicato per
notificargli il decreto del giudice.
Comando
Provinciale Carabinieri di Bologna
Disgustoso!
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