martedì 25 dicembre 2012

La Betlemme di Panico ha incantato i fedeli.



La Sacra Famiglia

La notte di Natale a Panico di Marzabotto, resa magica dal ‘presepe vivente’ e straordinariamente affascinante dalla cornice storica offerta dalla chiesa romanica, monumento nazionale che caratterizza e abbellisce il caseggiato, è sembrata ancor ‘più santa’.
Ad attendere i fedeli della Messa di Natale un tracciato di fuochi che, oltre a dare sollievo per il freddo, guidava lungo un percorso  in cui erano rappresentati  mestieri tradizionali e personaggi caratteristici con le proposte culinarie semplici di un tempo come il formaggio, il pane, la carne arrostita e la frutta. Il tracciato si concludeva nella capanna in cui Giuseppe, Maria e due angioletti mostravano il neonato Re dei Re.
Ad affascinare erano la bellezza dei costumi,  curati e aderenti al periodo storico, le attrezzature dei ‘mestieranti’  tanto da far immergere il ‘fedele’ in una atmosfere gioiosa e nel contempo mistica e straordinaria.
Fra le figure presenti quelle di due militari etrusco-romani, vestiti di tutto punto che affascinavano e intimorivano i più piccini. Alla spiegazione della loro presenza e della funzione delle loro armi, rimanevano incantati e non lasciavano più i due soldati come se si trovassero di fronte a ‘un gioco vivente’.
Poi tutti i figuranti hanno accompagnato in processione l’officiante, don Aldemo Mercuri, entro la chiesa e lo hanno ‘servito all’altare’ per tutta la durata della funzione dando alla Messa una atmosfera unica.
Mancava solo l’arrivo di re Erode e dei suoi sgherri e l’impressione di essere stati trasportati  dalla macchina del tempo indietro di due millenni sarebbe divenuta reale. Solo l’accostarsi alla ‘Comunione’ del generale in armi etrusco-romane ha reso tutto più vicino a noi. Se la macchina del tempo aveva agito si era fermata a un secolo post Costantino poiché i soldati ricevevano i Sacramenti.
E lo spirito di un’altra presenza era in quel luogo. Quello di Maghinardo da Panico, che fu fra i più fieri avversari della Bologna guelfa e che ebbe nel castello di Panico, con annesso edificio religioso, un punto organizzativo formidabile. Dalla piana dell’antico edificio, distrutto dai Bolognesi vincitori, avrà guardato compiaciuto i bagliori dei fuochi che rompevano le tenebre annebbiate  e si sarà detto. “E’ valsa la pena combattere e sacrificarsi per difendere l’ indipendenza di una meraviglia come quella della gola di Panico”. 





La capanna


I re Magi.





  














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