Fabio Ranieri |
L’onorevole Fabio Rainieri, segretario nazionale della
Lega Nord Emilia, scrive:
La nostra
terra è una terra ricca di storia, di laboriosità e di voglia di fare. E’ una
terra che ci fa sudare ma che alla fine ci “regala” dei frutti unici al mondo.
Per questo parlare di mafia e di infiltrazioni mafiose non è mai stato un tema
facile da trattare.
Ma non
dobbiamo nasconderci dietro un dito e fingere di vedere quello che, invece,
purtroppo, accade. L’Emilia è una terra mafiosa? No. L’Emilia, come altre aree
del Centro e del Nord del Paese ha subito un’infiltrazione mafiosa che le
istituzioni di ogni ordine e grado hanno immediatamente cercato di contrastare.
Un contrasto
reso più forte dalla volontà dell’ex ministro degli Interni, Roberto Maroni, di
dare un giro di vite contro realtà che in tutto il Paese non potevano più
essere tollerate e sopportate. Realtà che ora, rischiano di tornare a farsi
avanti con forza, visto anche l’incredibile rallentamento su questo tema
operato dal Governo Monti.
Se, infatti,
grazie a Maroni si è arrivati a costituire un Ufficio della Direzione
Investigativa Antimafia con l’apertura della Sezione Operativa DIA di Bologna,
oggi la volontà del Governo di contrastare il fenomeno, sembra essere messa in
secondo piano. Come se l’unica cosa che importasse per rilanciare il Paese
fosse la stabilità dei conti. Quei conti che, ed è bene non scordarlo, fanno
gola proprio alla criminalità organizzata che basa i suoi “interventi” sul
profitto e non sul volontariato.
Paradossalmente
oggi, dopo essere stati meta di “visita” da parte dei tanti malavitosi che Roma
decideva di mandare in confino nelle nostre terre, dobbiamo prender atto che le
organizzazioni criminali sono riuscite a penetrare e radicarsi nel territorio
sfruttando e approfittando proprio del carattere estroverso e accogliente del
popolo emiliano.
Certo, oggi
parliamo di una mafia diversa. Non più quella criminale violenta, ma quella che
lavora “sotto traccia”, stabilendo una sorta di pax, costituendo anche alleanze
e collaborazioni, realizzando vere e proprie holding imprenditoriali.
E così,
basandosi su veri e propri sodalizi criminali, alcuni sono stati in grado di
aggiudicarsi, stabilmente, gli appalti ed acquisire le concessioni.
Per
comprendere l’entità del fenomeno basta leggere le statistiche pubblicate dalla relazione del secondo semestre della Direzione Investigativa Antimafia secondo la
quale si rileva la sussistenza di un numero consistente dei cosiddetti “reati
spia”, cioè commessi con metodi chiaramente mafiosi.
In particolare, nel documento, sono segnalati: 9 attentati; 221
danneggiamenti seguiti da incendio; 301 incendi e 1.149 rapine.
Anche il quadro che emerge dalle infiltrazioni criminali nell’economia
legale
non è certo rassicurante. Il numero delle operazioni sospette
pervenute è di 1.302, con incidenza percentuale a livello nazionale
del 9,22%. Quarantatre sono i reati di riciclaggio segnalati all’A.G nell’anno
2011 (168 persone
denunciate e 26 persone arrestate); 2 i reati di impiego di denaro, beni o
utilità di provenienza illecita nell’anno 2011 (9 persone denunciate, 1 persona
arrestata).
Da non sottovalutare i dati relativi ai reati di usura e al racket delle
estorsioni,
verificatisi in Emilia nel 2011 con 226 casi di estorsione, che hanno
portato alla denuncia di 161 soggetti stranieri denunciati. Dodici, inoltre, i
reati di usura, con 3 soggetti stranieri denunciati.
Dal XXI Rapporto sulla falsificazione dell'euro reso noto dall'UCAMP -
Ufficio Centrale Antifrode dei Mezzi di Pagamento del Dipartimento del Tesoro
-, analizzando i numeri relativi alle banconote rinvenute nel territorio
nazionale sotto una chiave regionale, si scopre che l’Emilia occupa il sesto
posto, con 6.781 banconote sequestrate.
Anche i dati che si rilevano sulle ecomafie non sono assolutamente
consolanti. Da quanto emerge dalle statistiche delle Forze dell'Ordine,
inserite nel Rapporto di Legambiente del 2011, l'Emilia, con 219 infrazioni, 53
sequestri e 331 persone denunciate, è undicesima nella classifica
dell'illegalità nel ciclo del cemento, dodicesima per reati legati al ciclo dei
rifiuti: 238 infrazioni, 300 persone denunciate, 101 sequestri giudiziari
effettuati. Altra statistica molto negativa è quella dell'archeomafia.
Tanto che l’Emilia si trova al 5° posto, l'8,7% del totale.
I rischi di
inquinamento dell’economia legale hanno raggiunto livelli inquietanti. Ma quel
che è peggio è che, a quanto sembrerebbe, le organizzazioni criminali, presenti
sul territorio, siano in una fase evolutiva che punta, soprattutto, ad
estendere gli interessi in zone “controllate” da altri sodalizi, stipulando
accordi di scambio reciproco. Per questo motivo, servono più che mai strumenti
di collaborazione condivisi tra le istituzioni e serve, soprattutto, che il
Governo torni a suonare forte la carica contro chi crede che infrangendo le
regole si possa continuare a fare il bello e il cattivo tempo.
La nostra è
una terra splendida, fatta di gente operosa che vuole lavorare e poterlo fare
onestamente. Serve un cambio di rotta, non possiamo più tollerare che il nostro
territorio e le nostre ricchezze diventino oggetto di “scambio” tra persone che
non hanno nulla a che fare con la nostra storia e la nostra realtà.
Onorevole, visto che Lei è bene informato, a differenza di noi peones, ci dica cosa ha fatto e cosa intende fare dall'alto della posizione che occupa e che le è stata da altri peones che non vogliono denunce ma fatti concreti come dice il Suo GRANDE LEADER
RispondiEliminaalan delon
...... e le banche ?? dove e come le cataloghiamo ??? solo le banche in emilia, si possono catalogare in associoazioni malavitose e mafiose per quello che stanno facendo.
RispondiEliminaIl governo per queste......per salvarle dalla banca rotta, ha stanziato 85. mila miliardi di euro, per la mafia, ha tolto ai poveri, ai dipendenti, ai pensionati e cambiando l'assetto sociale...poveri e ricchi.Il ceto medio sta scomparendo come volevasi.