Ora che le
novità amministrative messe in campo dal Governo Monti danno per certa la
istituzione della ‘Città metropolitana
di Bologna’, prende il via una piccola rivoluzione organizzativa. Fra le
conseguenze, l’allargamento amministravo del nuovo ente che sostituirà la
Provincia, ai paesi limitrofi, a quelli, per esempio, della cintura cittadina non
compresi nella Comunità Montana come Casalecchio di Reno e Sasso Marconi. Le novità
in arrivo hanno messo in moto Lega Nord i cui aderenti ritengono che l’attuale
sindaco di Bologna non sia rappresentativo della prossima comunità amministrata
e chiedono quindi nuove elezioni allargate ai comuni della città metropolitana
per avere appunto un ‘primo cittadino’ eletto da tutti.
Virginio Merola |
“La
grande Bologna merita un sindaco eletto. Merola via dal 2014”, lancia infatti
Lega Nord in una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina, sabato 17
novembre, a palazzo d’Accursio. Hanno esposto
le ‘ragioni’ della Lega il capogruppo Manes Bernardini con la
vicepresidente del consiglio comunale Paola Francesca Scarano, i
consiglieri Lucia Borgonzoni, Mirka Cocconcelli, i consiglieri
provinciali Alessandro Marzocchi e Daniele Marchetti e il
responsabile enti locali del Carroccio di Bologna e consigliere comunale a Zola
Predosa Francesco Lari.
Il Carroccio
bolognese ha rigettato in toto l’ipotesi di un ente di secondo grado, ipotesi
sostenuta, tra gli altri, dal sindaco Virginio Merola, ma osteggiata, ad
esempio, dalla presidente della Provincia Beatrice Draghetti e dal
collega di partito (ed europarlamentare) Salvatore Caronna .
“La Lega
Nord ragiona sull’ipotesi dell’elezione diretta, a suffragio universale, del
nuovo sindaco, a cui guardiamo con grande favore,” si è precisato. “Motivo per cui invochiamo le
elezioni dal 2014. Merola si faccia da parte. Il dibattito sulla futura città
metropolitana è altra cosa dalle sue ambizioni politiche. L’elezione
diretta del sindaco metropolitano è l’unica che possa garantire il pubblico
controllo sui meccanismi decisionali, gestionali e amministrativi e la tutela
delle minoranze all’interno della nuova città metropolitana che, altrimenti,
rischia di trasformarsi in un ente meramente autoreferenziale”.
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