Continua la storia del ‘bandito’ Gaetano Prosperi detto Lo Spirito che al
tempo dell’annessione di Bologna al Regno sabaudo si battè per il Papa. La
prima parte è stata pubblicata 15 giorni fa.
LO SPIRITO |
Il
Prosperi risultò imprendibile alla forza pubblica e il Cantoni lo paragonò
<> il valoroso capo dei Boeri nella guerra
contro gli inglesi. L’episodio più eclatante avvenne il 19 agosto 1861 quando
il Capitano Gamberini rimase vittima dell’ennesimo agguato in località Lastre
di Barbarolo. Ecco come lo stesso Gamberini ricostruì quanto avvenne quel
lunedì mattina:<<… partii alle ore
9 del detto mattino a cavallo. Per li motivi che anderò adducendo, lungo il
cammino stavo in sospetto di qualche agguato, massime nella parrocchia di
Barbarolo, e mio malgrado non m’ingannai perché scorso poco più di mezz’ora nel
passare il fosso in prossimità al luogo detto le Lastre in Barbarolo medesimo
udii una esplosione di arma da fuoco e contemporaneamente mi sentii ferito alla
parte posteriore del costato destro, sotto il destro orecchio, e al parietale
pur destro; ferite che all’istante conobbi di nessun pericolo e prodotto da
pallinacci di piombo. Immediatamente mi rivolsi dalla parte ove provenne il
colpo, ch’era la folta macchia del soprastante colle, ed imbrandendo il
revolver invitavo l’assassino a mostrarsi, ma non vedendo alcuno, discesi tosto
da cavallo e mi accostai alla indicata macchia senz’essermi dato di scoprire in
guisa alcuna l’assassino…>>. Per il mancato assassinio del Gamberini
fu incolpato lo Spirito che un mese prima, il 15 luglio 1861, aveva ucciso in
un celebre duello il vice brigadiere Sondaz
a Lògnola (Alla presenza delle più importanti autorità civili e
militari, nel 150° dell’unità ed in seguito al libro sullo Spirito, è stata
recentemente inaugurata a Loiano la piazzetta in memoria del brigadiere ucciso
e posta una lapide sul luogo del duello a Cà de Rossi, mentre di Gaetano
Prosperi nessun accenno…). Nel settembre del 1861, lo Spirito passeggiava
tranquillamente per Roncastaldo, quando venne ferito in modo lieve da una
fucilata alla schiena, sparata proditoriamente dal capitano Gamberini, che lo
vide passare mentre stava giocando a carte nell’osteria dei fratelli Macchiavelli,
nemici giurati dei Prosperi a causa di vecchie faide familiari. Lo Spirito
decise così di rifugiarsi a Roma, coperto dai servizi segreti vaticani e
proprio dalla città eterna il 6 gennaio 1862 partì la famosa lettera
indirizzata a Gamberini:
PIAZZETTA SONDAZ |
Signor Capitano
Colla presente vi fo sapere che trovami
in questa Dominante. Sono persuaso che siete desideroso della mia persona,
piglia pure la tua squadra e vieni a trapassarmi il cuore come sei desideroso,
io trovami sempre in piazza della Rotonda perciò vi faccio sapere, che se voi
non verrete a trovarmi me quest’estate voglio venire a trovarti a Voi, e perciò
verrò con quella collera che ai sempre avuta verso di me, né godo che mi sono
lavato le mani nel tuo sangue, ma non è stato sufficiente, ma però spero colla
mia condizione che faccia in breve il viaggio che fece il suo caro brigatiere;
il più che mi dovesse dispiacere è che se partisti, ed io non potervi trovare,
ma spero dalli miei confidenti di sapere la vostra residenza; sei partito più
volte per sino con 69 uomini a Vostra disposizione e lo Spirito cammina sempre a spasso ed io vi
voglio assolutamente morto; intanto se Voi mi chiederete perdono io vi perdonerò
non volendo essere vendicativo come lo siete Voi; vi do tempo un mese, dopo del
quale non ci sarà più tempo. Specchiatevi coll’esperienza addietro, che lo
Spirito da chi è ferito vuole ferire benchè non abbia sparso del sangue. Non
sperate d’assaggiare il mio sangue, Addio. Gaetano Prosperi
La lettera arrivò pochi
giorni dopo allo stesso Gamberini e non si sa come, il proprietario del
Corriere dell’Emilia, Pasquale Cuzzocrea, riuscì ad entrare in possesso della
lettera e a pubblicarla nella settima colonna di detto giornale in data 22
gennaio 1862. Il giornalista fu indagato per sospetta complicità coi disertori
della montagna, ma non risulta che venne poi scoperto come l’ebbe ricevuta. Un
anno dopo, quando lo Spirito gravemente ferito ad una mano si fece arrestare dai
Carabinieri di Castiglion dei Pepoli, la giuria della corte di Bologna lo
discolpò sia dall’aver scritto la lettera (Prosperi era analfabeta come la
maggioranza della popolazione) che dall’attentato al Gamberini, salvo farlo
decapitare a Porta Lame il 15 dicembre del 1863 proprio il giorno del suo
compleanno. In seguito all’arresto dello Spirito e per aver frenato la reazione
del 1860, sua maestà Re Vittorio Emanuele II nominò il dott. Amato Gamberini
Cavaliere dell’Ordine Mauriziano. Nel 1864 il cittadino Loianese Giuseppe
Bonafè fece comporre da Giuseppe Macchiavelli dei sonetti in onore del
cavaliere Amato Gamberini che vennero affissi sui muri di Loiano: “…medico chirurgo eccellentissimo toglieva al
grave pericolo di morte Fortunata Bianconcini per vasto scirro ulcerato alla destra mammella con aderenze sterno
costali, il marito Giuseppe Bonafè questi versi offeriva…” Il manifesto
originale venuto alla luce durante le nuove ricerche sul Gamberini stupisce per
l’acclamata devozione verso il medico chirurgo, quasi come fosse avvenuto un
miracolo ad opera di un magnifico taumaturgo…Nel 1869 il Ministero
dell’Educazione Nazionale lo nominò Delegato Scolastico Mandamentale. Il 19
marzo del 1897, all’età di 72 anni, il cav Amato Gamberini cessò di
vivere. Se il celebre chirurgo potè
morire di morte naturale, lo si deve a circostanze eccezionali. Il maresciallo
dei Carabinieri Vincenzo Navello di stanza a Lojano raccontò che lo Spirito più
volte tese agguati onde uccidere il Gamberini e che una volta insieme a due
disertori, si era recato sotto la sua camera da letto per ucciderlo nel momento
in cui chiudeva la finestra. Fortuna volle che proprio quella sera la finestra
venne chiusa dalla servente. Nonostante in quegli anni, la montagna bolognese
fosse ferventemente religiosa e parteggiasse per il partito temporalista, le
operazioni di leva procedettero con regolarità e i montanari accettarono il
servizio sotto la bandiera tricolore sabauda avviandosi così verso il loro
destino.
Claudio Evangelisti
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