domenica 7 ottobre 2012

Lo sceriffo di Loiano e il brigante del Papa Re.



Claudio Evangelisti (*) ci ha inviato questo tratto del romanzo storico ‘Lo Spirito,  il brigante del Papa Re’, ispirato da una vicenda avvenuta a Loiano all’indomani dell’annessione di Bologna al Regno d’Italia. Il protagonista del romanzo si batte per il ritorno allo Stato Pontificio, il  Capitano Gamberini è lo sceriffo di Loiano’ che gli dà la caccia.  

L’eccellentissimo medico chirurgo Amato Gamberini, fu Capitano e Cavaliere dell’Ordine Mauriziano, nonché rappresentante del partito liberale e accanito oppositore del partito dei “neri”. Suo degno avversario era infatti l’ascetico arciprete di Lojano Don Massimiliano Magnani che impersonava la più rigida intransigenza del partito Papista. Amato Gamberini nacque a Loiano il 25 settembre 1825, e all’età di 18 anni scelse di iscriversi alla facoltà di medicina dell’ateneo bolognese. Durante quel periodo, proprio per frenare gli ardori dei giovani universitari, Pio IX acconsentì alla formazione del battaglione universitario bolognese comandato dal generale Durando e organizzato da Berti Pichat. Quando il 10 aprile 1848 fu costituita la 1° compagnia mobile universitaria, composta da 54 individui, Amato Gamberini fu eletto caporale, diventandone l’ufficiale medico e andando a combattere per l’indipendenza di Venezia.
 L’ardire e l’ambizione non erano estranee al carattere impetuoso del Gamberini che dopo esser riuscito a diventare medico condotto di Loiano, sposò Giuseppina Dall’Olio, sorella del cav. Cesare Dall’Olio, di cospicua famiglia Loianese e gestori del delicato servizio dì Posta. Dal 1849 al 1859,  il Gamberini e il nuovo cognato Cesare Dall’Olio capeggiarono la cosiddetta “trafila” nella valle del Savena sino al confine toscano e numerosi furono i cospiratori che riuscirono a trarre in salvo. Il celebre cronista del ‘900 Fulvio Cantoni, così lo descrive: “Di fronte al partito dei neri si ergeva, degno, aperto, irremovibile avversario, uno schietto liberale, dai modi simpatici, di animo nobilissimo e cuor d’oro, di salda tempra, colto, fattivo e già combattente nel 1948 colla Legione Bolognese, il medico condotto e possidente di Lojano, dott. Amato Gamberini”. 
 A causa dell’imposizione sulla leva obbligatoria che rubava le braccia ai campi, l’8 agosto 1860, avvenne la sommossa di Monghidoro sobillata dal delegato pontificio  Mons. Tancredi Bellà. Il Capitano Gamberini si gettò con cieco furore all’inseguimento dei vigliacchi papalini e dei capi della rivolta: Gaetano Prosperi detto lo Spirito e Assuero Ruggeri. I due ribelli si rifugiarono nelle Marche, aldilà del precario confine di Cattolica. Giunti nello Stato Pontificio, vestirono l’uniforme del 1° battaglione cacciatori indigeni di stanza a Pesaro. Dopo la caduta di Pesaro per mano del generale Cialdini e la cattura di Mons. Bellà, lo Spirito riuscì a sfuggire ai soldati piemontesi e in maniera rocambolesca ritornò nella sua natia Lògnola, mentre il Ruggeri fu preso prigioniero dopo la battaglia di Castefidardo e la capitolazione di Ancona. Ma il Gamberini aveva deciso di farla pagare a quell’impudente mugnaio detto Al Spirit! Per quasi tre anni ne nacque una caccia serrata senza esclusione di colpi, agli agguati delle guardie guidate dal Gamberini ne seguivano altrettanti dello Spirito che era tenuto nascosto e aiutato dalla maggioranza della popolazione.

Fine prima parte.
(*) Claudio Evangelisti è l’autore del libro ‘ Lo Spirito’ che ha condotto ricerche e studi e ricerche sul territorio dell’Appennino bolognese. Il libro è edito dal Gruppo di Studi Savena Setta Sambro.




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