Di Paolo Giuffrida:
Incontro pubblico sul
lavoro domani sabato 6 ottobre, alle 16.30, nel Magazzino della
Solidarietà e della Cultura a Pioppe di
Salvaro, per immaginare un futuro possibile e per dare
speranza a quanti non hanno un lavoro o perchè non sono mai entrati
nel mercato del lavoro, i giovani, o ne sono stati allontanati, magari in età avanzata, a causa delle numerosissime crisi aziendali presenti anche nella nostra Valle.
nel mercato del lavoro, i giovani, o ne sono stati allontanati, magari in età avanzata, a causa delle numerosissime crisi aziendali presenti anche nella nostra Valle.
La presenza
di Giuseppe Stoppiglia, fondatore dell’associazione Macambo, servirà ad aiutare
a declinare un'idea di lavoro per il futuro
capace di dare speranza alle persone quando
nè la politica, nè l'economia riescono a
dare risposte alla sofferenza delle persone, nè, purtroppo ad esprimere una
comunanza di solidarietà.
http://demetra.regione.emilia-romagna.it/al/monitor.php?vi=att&dl=a2c1e323-fed3-cdd8-621f-505af9d1e18b&dl_id=2&dl_t=html&dl_a=y&ev=0
RispondiEliminaleggendo le premesse di questa interrogazione (il link sopra vi indirizzerà al testo) segnatamente questa :
"""""Le caratteristiche del terreno (pendenza, franosità, ecc.) nonché la necessità di preservare un ambiente spesso di grande pregio rendono impossibili forme di sviluppo basate sull’espansione di insediamenti residenziali e produttivi, con conseguenti ricadute sulle entrate tributarie dei Comuni che vi si trovano""""
stride, e molto, atteso che dal 1990 ad oggi da sasso marconi a vergato la geografia del "cemento armato" ha sostituito la cartina geografica "fisica" dello stesso territorio indotto dai soldi freschi che questa pratica scellerata (cd piano di espanzione edlizia) ha portato alle casse comunali mediante gli oneri di costruzione che i palazzinari hanno versato. Se dal vostro magazzino guardate al di là della Stazione di Pioppe quanti palazzacci sono stati costruiti e comparate la foto attuale con una degli anni 90 capirete.
Mi domando quale possano essere le politiche del lavoro qui da noi in montagna se non quelle basate su competenze atte a salvaguardare il poco territorio "verde" rimasto dove poter passeggiare.
Al momento le uniche forme di lavoro sono i bar le tabaccherie le slot machine il gratta e vinci il lotto il superenalotto i pendolari che qui dormono e altrove vanno a lavorare.
...ma da dove arriva? e pensare che la valle del reno ha prosperato per quasi mezzo secolo, per la presenza di numerose aziende manufatturiere....aziende che oggi PURTROPPO non ci sono più.
RispondiEliminaParliamo di parecchie centinaia di posti di lavoro, se c'è un'associazione che finalmente vuole parlare del "PROBLEMA" che facciamo????
ma da dove arriva Lei!!!!
RispondiEliminaPensare ai ricordi fa sì che altri nel frattempo compiano atti predatori del territorio anzichè pensare ad uno sviluppo diversificato.
Il Signor Giuffrida per caso fa l'imprenditore agricolo rischiando di suo in questo territorio?
Possiamo andare a picchettare l'autostrada come dopolavoro.
RispondiEliminahttp://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/emiliaromagna/2012/10/variante-di-valico-la-galleria-di-monte-mario-sta-cedendo-1.html