Andrea De Maria |
La incontriamo a Marzabotto, che aria ha trovato ?
“Abbiamo
formato il comitato ‘Bersani’ . L’incontro è stato molto interessante . Hanno partecipato
anche persone che sostengono la canditura
di Renzi per una discussione. Il dibattito è stato proficuo perché ci si è confrontati
sulle ragioni a sostegno dei singoli candidati in positivo e non in negativo . Ciò
è molto importante perché la discussione deve essere sul ‘ per’ e non sul ‘contro’.
Una bella lezione di democrazia”.
Perché lei ha scelto Bersani?
“Penso che Bersani abbia avuto innanzitutto il
merito di aver voluto queste primarie , un evento importantissimo poiché, in un grave momento di
crisi socio-economica, si è deciso di scommettere sul popolo italiano e di
chiedere ai cittadini che si riconoscono nel centro sinistra, di essere
protagonisti e di assumersi la responsabilità di costruire insieme il futuro
del Paese. Sono convinto che la prima
risposta alla crisi sia la scommessa sulla democrazia. In questa logica sostengo
da tempo nel dibattito interno al Pd e pubblicamente che anche tutti i candidati
del PD al parlamento debbano essere scelti con le primarie”.
Perché un elettore di sinistra dovrebbe preferire
Bersani ?
“Bersani è davvero uno statista e lo ha dimostrato
anche in occasione del suo mandato di ministro. Poi credo che sia quello che
meglio possa guidarci nelle tre grandi sfide che dobbiamo affrontare . In
primom luogo , organizzare un’Italia che
chieda alla Europa uno scatto verso l’unità politica e una politica economica
europea che promuova l’equità sociale. Ciò si può realizzare se nei principali
paesi europei vinceranno le forze progressiste, così che si possa realizzare il programma comune tra i partiti democratici e
socialisti progressisti europei, sottoscritto lo scorso anno a Parigi , cui Bersani
ha molto lavorato. Secondo punto, un’alleanza in Italia tra il mondo del lavoro
e l’impresa, della scuola, dell’università
e della ricerca, perché si investa in occupazione e sviluppo, in particolare nella
piccola e media impresa, contro la rendita finanziaria fine a sé stessa e
contro l’evasione e l’elusione fiscale. Dobbiamo renderci conto che in mancanza
di maggiore giustizia sociale l’Italia non uscirà da questa crisi. Su questa
tematiche il Pd ha avanzato, sotto la guida di Bersani, già proposte molto
precise. Terzo punto, la lotta ai
fenomeni di corruzione e di degrado morale che riguardano il sistema politico
ma anche l’insieme delle classi dirigenti del paese. In realtà servono forze politiche più forti,
più radicate tra la gente che lascino definitivamente alle spalle il modello di
partito plasmato su un singolo leader, modello che ha imperato in questi ultimi vent’anni”.
Cosa si aspetta da questa prova e dal suo candidato?
“Auspico che Bersani promuova fino in fondo un forte
rinnovamento della classe dirigente nazionale del Pd. Dei passi importanti sono
già stati fatti, ma è necessario liberasi definitivamente del peso delle
correnti interne per impegnare nella guida del centro sinistra chi ha
dimostrato sul campo capacità e competenza.”
In questa logica sembra che lei tifi per Renzi.
“Anche io penso che in una fase storica nuova, come
quella che sta per aprirsi, ci voglia una classe dirigente nuova rispetto a chi
ha guidato il centro sinistra dalla fine degli anni ’80 ad oggi. Penso però che
questa classe dirigente si debba costruire soprattutto su un progetto che metta
al centro lavoro ed equità sociale. Inoltre che debba essere non improvvisata ma nascere
dalla valorizzazione di esperienze vissute sul territorio e che debba caratterizzarsi, non per una logica
personale, ma per un impegno collettivo e per la capacità di mettere avanti prima l’interesse generale del Paese, poi la
proposta del Pd e del centro sinistra alle pur legittime ambizioni individuali”.
Cosa dice agli elettori del centro sinistra?
quindi lui se ne dovrebbe andare
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