sabato 15 settembre 2012

Gli orti di 'Rio del Diavolo' sono salvi.




C’è un pressante ‘tam tam’ d’allarme fra coloro che da decenni hanno realizzato e curato i loro orti lungo le sponde di rio Gemese, meglio conosciuto come Rio Del Diavolo e sono abituati a gustare ortaggi freschissimi , pomodori e peperoni raccolti dalla pianta e immediatamente utilizzati in cucina .
Le visite di controllo dei Vigili Urbani  ai loro piccoli appezzamenti coltivati, le riunioni in Comune e l’informazione a qualcuno che deve ‘sloggiare’ hanno fatto temere il peggio.
“Vogliono mandarci via tutti per far posto a una pista per le camminate”, sostiene qualcuno. Altri sostengono che si vuole liberare il corso d’acqua dalla presenza degli orti per lasciare libera la vegetazione di riappropriarsi della piccola valle. Si punterebbe insomma alla rinaturalizzazione. Qualcuno si dice sia già sul ‘piede di guerra’, per una protesta ‘come si deve’ il noto ‘resistere, resistere, resistere’.

Ci siamo trovati con l’assessore all’urbanistica Andrea Mantovani (nella foto) poiché si addebita al suo assessorato la procedura  ai danni degli orti.
L’assessore ha assicurato che le voci sono prive di ogni fondamento e rassicura gli ortolani: “Vogliamo semplicemente dare ordine agli orti  con un regolamento di indirizzo che vincoli tutti. Siamo costretti poiché la materia è già alla attenzione della Procura della Repubblica. Con l’incendio che avvenne lo scorso anno vennero alla luce diversi abusi che notati da pubblici ufficiali furono doverosamente segnalati alla Procura. C’è poi da ricordare che l’area occupata è in parte demaniale e in parte privata. Nel primo caso va richiesta la concessione di occupazione, nel secondo l’assenso del proprietario. Noi operiamo semplicemente per chiarire quali sono i diritti e i doveri degli utilizzatori dell’area che dovranno essere identici per tutti”.

Tranquilli dunque …. il regolamento è in arrivo e basterà qualche adeguamento e qualche documento per poter ricominciare l’attività orticola della prossima stagione.

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