Di
Claudio Cappelletti
Se
Grizzana è famosa nel mondo grazie all’arte di Giorgio Morandi, c'è una
residenza grizzanese che ha un ruolo molto importante in questa storia; questa
casa è casa Veggetti al Campiaro, che quest’anno ha festeggiato i cento anni
della sua costruzione.
Albino
Veggetti detto Gaetano, possidente terriero, già Sindaco di Grizzana nei primi
anni del Novecento, nel 1912, come testimoniato dalla data in ferro riportata
sul portone d’ingresso, fa costruire questa bella casa padronale sul terreno
dei suoi poderi, a fianco della casa colonica e dei fienili tante volte
raffigurati nelle opere dell’artista bolognese.
Sede
abituale dei soggiorni estivi della famiglia Morandi, dal 1913 al 1944, per
quindici stagioni estive come recita la targa in marmo
posta sulla facciata, la casa verrà addirittura abitata per un anno intero
dai Morandi tra il 1943 e il 1944, quando durante la guerra sfollarono da
Bologna, ritenendo Grizzana più sicura, e abbandonandola poco dopo gli eccidi
di Pian di Setta e del Bolzo, eventi tragicamente anticipatori dei massacri
compiuti contro la popolazione civile nelle stragi di Monte Sole tra il 29
settembre e il 5 ottobre 1944.
Insomma,
se non ci fosse stata Casa Veggetti oggi forse la storia dell'arte mondiale non
annovererebbe Grizzana tra i luoghi d'artista, come Arles per Van Gogh e
Aix-en-Provence per Cézanne.
Giorgio Morandi |
Progettata
appunto per essere casa da vacanze estive, per essere affittata e ospitare
famiglie, già dall'anno successivo alla
costruzione riceve dunque i Morandi grazie a una comune conoscenza bolognese,
una consuetudine che si protrarrà per molti anni a venire, consolidando una
conoscenza e una amicizia cementata a un certo punto anche dal risiedere
entrambe le famiglie a Bologna in Via Fondazza.
Curiosamente sulla casa troviamo una preziosa testimonianza che
ricaviamo da uno scritto di Mario Soldati, “Empietà o pietismo dell'età
moderna” . Il famoso scrittore e regista, al seguito delle truppe alleate, nel
1944 scrive: Eravamo l'altro giorno vicini a Bologna, presso Grizzana, sul
fronte della Quinta Armata. Grizzana è un paese dove Giorgio Morandi è solito
villeggiare, e dove egli abitava fino a due mesi fa, prima che la ritirata
tedesca non lo consigliasse a sloggiare. Pensando che Morandi avesse
abbandonato di furia, senza il tempo e l'agio di mettere in salvo i suoi
quadri, decidemmo di visitare il paese e di rintracciare la casa del pittore, e
di rovistare tra le mura sconquassate, nella certezza di mettere le mani su
qualcuna di quelle preziose nature morte. Poiché, ci dicevamo, fascisti,
tedeschi, partigiani, inglesi ed americani potevano aver bivaccato davanti a
quelle tavolette senza sospettarne il valore. L'unico pericolo, semmai, era che
ci avessero acceso il fuoco. Comunque, sul risultato della nostra
ricerca, non giova qui riferire....
Soldati, che arriva al seguito dell'esercito alleato poco dopo le
stragi di Monte Sole ed è uno dei primi a scriverne sui quotidiani nazionali, è
un fine intellettuale, con solidi studi artistici alle spalle, e vedergli
riconoscere la grandezza di Morandi, al punto di rischiare la vita in
condizioni di precarietà per assicurare eventualmente la salvezza di dipinti e
incisioni, ce lo restituisce in una luce eroica di uomo d'azione oltre che di
cultura.
A questo punto, oggi che la casa è stata giustamente posta sotto
vincolo di storicità dato dal Piano Regolatore Generale di Grizzana Morandi che
ne riconosce l'interesse storico, come in ogni evento di questo tipo che si
rispetti noi non possiamo che augurarle...
altri cento di questi giorni!
Ed
è quello che hanno fatto i discendenti di Gaetano sabato 14 luglio 2012, con l’Open day di casa Veggetti.
I festeggiamenti,
organizzati da Paola Veggetti, sono stati un grande successo. Numerosi gli
invitati; si è partiti alle 10 di mattina con la benedizione della casa con un
rito ortodosso particolarmente toccante e coinvolgente. Dopo la cerimonia
religiosa è seguita la vista alla casa, con particolare attenzione rivolta alle
stanze dell’ultimo piano occupate dalla famiglia Morandi, con la strepitosa
vista sui Fienili.
All’arrivo del Sindaco
Graziella Leoni ci si è trasferiti ai Fienili per visitare la mostra di Johann
Rosenboom Un segno per Monte Sole e
poi al Fienile di recente inaugurazione dove, dopo la presentazione di Paola e
il saluto del Sindaco, il Prof. Dario Mingarelli ha letto la comunicazione
della Dr.ssa Marilena Pasquali, Presidente del Centro Studi Giorgio Morandi,
impossibilitata a partecipare personalmente, che ha sottolineato l’immediato
innamoramento del pittore per questi luoghi, ripercorrendone cronologicamente
le tappe del percorso artistico.
L’artista è stato poi ricordato da Giuseppe e Francesco Veggetti, nipoti
di Gaetano: Giuseppe ricorda commosso il nonno, buono e generoso, morto quando
lui aveva 8 anni, l’anno successivo a una vacanza grizzanese trascorsa insieme che
ricorda ancora come un premio dopo la scuola; poi parla del suo incontro con
Morandi, una mattina dopo colazione quando voleva andare alla stalla a vedere
il vitellino appena nato e sul percorso
incontra, all’ombra del ciliegio che adesso non c’è più, questo uomo alto che
stava disponendo il cavalletto, la cassetta con i pennelli e i colori, cosa che
gli fa cambiare programma a causa della curiosità infantile. Dopo i saluti il
pittore gli chiede: “Se tu guardi il bosco, gli alberi, quante tonalità di
verde pensi di vedere?” Giuseppe dopo averci pensato risponde una decina. “Eh, caro
Giuseppe, ben più, ben più…” e andando in tasca gli porge due caramelle di
menta che Giuseppe ringraziando scarta con lentezza perché affascinato dalle
mani di Morandi che si stanno avvicinando alla tela. Ma la buona educazione ha
il sopravvento sulla curiosità e Giuseppe si allontana perché capisce che il
Professore vuole restare solo. Un altro aneddoto gli accade una ventina d’anni
dopo quando parlando del più e del meno lungo la strada bianca sotto i Fienili
finiscono a parlare della situazione internazionale. C’erano allora due blocchi
che si fronteggiavano, il mondo occidentale contrapposto al blocco sovietico,
la guerra fredda e la possibilità di una guerra nucleare. “Guarda, io sono
quasi sicuro che non scoppierà nessuna guerra… piuttosto temo la Cina, il suo
espansionismo demografico”, gli dice il pittore.
È poi la volta di
Francesco che conosce Morandi nel 1930, che ricorda come la sua famiglia stava
al 38 di Via Fondazza a piano terra e i Morandi al primo piano del 36, di
quando giocava nel loro giardino, passando a una descrizione fisica, cappello,
cappotto nero lungo, l’eterna sigaretta in bocca, capo leggermente inclinato da
una parte, rispondeva al saluto con un leggero inchino sollevando il cappello,
avendo un grande rispetto per le persone e un forte senso di umanità; si
fermava a parlare con i coloni che tornavano dal lavoro nei campi, chiedendo
della mungitura, dell’andamento della campagna. Poi i prati, che allora erano
puliti e dove era facile raccogliere funghi, che Morandi riconosceva, in
particolare al Bosco dei Faieti. Parla poi della vendita di 1000 mq del loro
terreno di fornte dove i Morandi costruiscono alla fine degli anni Cinquanta la
loro residenza estiva e infine, nel ’64, la morte dell’artista; a quel punto i
rapporti tra le due famiglie si intensificano, si concordano le partenze e i
rientri da e per Bologna. Francesco la ricorda come una famiglia molto unita,
dove le decisioni venivano prese all’unanimità e dove la sorella Dina era la
portavoce. Anche le sorelle Paola e Adelaide non mancano di ricordare, loro bambine,
le numerose occasioni di incontro, e soprattutto gli inviti delle sorelle
Morandi a merenda, a base di Ovomaltina, contenuta in quegli stessi barattoli
che Morandi ha dipinto tante volte nelle sue nature morte.
Segue un sontuoso
rinfresco che accoglie una sessantina di persone disposte ai tavoli sotto gli
ombrelloni. La giornata ventosa non impedisce agli invitati di godere di pace e
tranquillità, allietata nel pomeriggio dai canti accompagnati da chitarra e tastiera.
Il signor Veggetti a sinistra e Mingarelli. |
La giornata, che ha
visto centinaia di persone girare intorno a questa isola morandiana, termina
con l’inaugurazione della locanda del Campiaro, nella vecchia casa colonica
adiacente i Fienili.
Nessun commento:
Posta un commento