I lavori al nuovo stabilimento Kemet. |
Ridimensionano l’allarme ‘cassa integrazione’ alla Kemet il
sindacalista della Cgil Francesco Cecere e il componente della RSU Devis
Coriambi.
“La cassa integrazione approvata ora per le 220
persone è la conseguenza dell’accordo stilato nel 2011 che prevedeva tra l’altro
il trasferimento delle lavorazioni di
Monghidoro prima a Sasso Marconi e a Vergato, poi definitivamente nel nuovo polo produttivo di Borgonuovo, ora
in via di realizzazione,” specifica Cecere.
Quindi nulla di nuovo, tutto avviene in linea con
gli accordi presi allora.
Conferma l’affermazione anche Coriambi il quale
aggiunge “La cassa integrazione è prevista per 220 unità operative, a zero ore.
Verrà organizzata a rotazione ed entro un anno dovranno rientrarne in attività
70: è questa la condizione perché tale misura prevista dagli ‘ammortizzatori
sociali’ possa proseguire anche per il secondo anno”.
Coriambi si è detto però preoccupato soprattutto per
la crisi del lavoro, che investe il settore nel quale opera la Kemet, crisi che
riguarda non solo il nostro paese ma è a livello internazionale.
Ma quando capirete che la Kemet sta soppravvivendo sulle spalle dello stato italiano e il loro obiettivo è quello di trasferire tutte le attività all'estero in paesi a basso costo come la Macedonia. Nel tempo ha smentito clamorosamente l'accordo del 2008, prossimamente smentirà quello del 2011 appellandosi sempre alla "causa crisi internazionale".
RispondiEliminaCi sono Aziende (con Manager capaci) che hanno investito seriamente in Italia e la crisi l'hanno lasciata alle spalle (anche nel settore condensatori).
Sindacati, Operai, Autorità...SVEGLIATEVI!
Se non si cambia mentalità e non si smette di difendere solo i propri interessi personali non rimarrà più nulla di un'azienda che ha dato tanto al territorio in cui opera e che potrebbe dare ancora alle nuove generazioni. Purtroppo una dirigenza con visione limitata ed egoistica sta rendendo vano ogni sforzo di miglioramento.
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