I Carabinieri di Vergato hanno intercettato e bloccato il ‘supermercato’ delle carte clonate.
Per acquistarne una bastava un clic del computer e il costo era da realizzo: bastavano 10 o al massimo 20 euro. La vicenda investigativa ha portato a 2 arresti e 19 denunce a piede libero.
Le indagini dei Carabinieri, che hanno interessato vari paesi non solo europei, hanno preso il via un anno e mezzo fa, quando, proprio a Vergato, circa duemila residenti si erano rivolti all’Arma per segnalare di essere rimasti vittime di una sottrazione fraudolenta di codici bancomat o di carte di credito con i quali erano stati effettuati numerosi prelievi di denaro in paesi esteri, come Stati Uniti d’America, Argentina, Filippine, Russia, Spagna e Inghilterra.
In modo meno massiccio casi analoghi erano stati denunciati nell’intera provincia bolognese. Il Comando Provinciale dei Carabinieri di Bologna, dopo essersi coordinato con la Polizia postale, ha avviato approfondite indagini affidate al Nucleo Investigativo ed alla Compagnia di Vergato, con il coinvolgimento anche di personale del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria di Roma.
Dai primi accertamenti emerse che gli utilizzi fraudolenti delle carte clonate avvenivano sia tramite sportelli ATM (Automated Teller Machine), sia attraverso operazioni commerciali via internet (e-commerce), sia con acquisti presso negozi.
L’attività, che ha richiesto anche il contatto con addetti del settore bancario, in particolare con personale della società che gestisce le carte di credito, era finalizzata ad individuare i “punti di compromissione” presso i quali le carte di credito erano “transitate”, come ad esempio un link che potesse mettere in collegamento i numerosi denuncianti “sparsi” su tutto il territorio felsineo.
Individuazione che, oltre per l’enorme mole di dati da analizzare e per le numerose transazioni illecite avvenute all’estero, era resa tutt’altro che facile dalle numerose tecniche che i criminali utilizzano per riuscire a carpire i codici bancari delle ignare vittime, con i quali, attraverso appositi apparecchi denominati skimmer collegati al pc e con software scaricabili dal web, riescono poi a riprogrammare nuove carte fornite di banda magnetica con i codici rubati.
Infatti, solo per citare le tecniche più diffuse, le clonazioni potevano essere avvenute attraverso:
- i POS (Point Of Sale) installati presso i punti vendita, che può avvenire tramite la materiale sostituzione dell’apparecchio con uno modificato capace di immagazzinare i dati, il quale viene poi recuperato;
- la manomissione di sportelli bancomat;
- la sottrazione dei dati durante le transazioni commerciali on-line (ipotesi card not present).
I Carabinieri giunsero alla ‘svolta’ quando, monitorando le varie vendite fraudolente su carte clonate, si imbatterono in alcune avvenute nel nord Italia, in particolare presso alcuni centri commerciali in Lombardia. Dalle immagini delle telecamere a circuito chiuso scoprirono che ‘ i malandrini’ erano cittadini di colore. In particolare, in provincia di Sondrio, nel centro commerciale “Le Torri” di Castione Andevenno, alcuni stranieri avevano acquistato un telefono cellulare di ultima generazione presentando alla commessa un documento di cui ne venne in seguito denunciato lo smarrimento nell’evidente tentativo di sviare le indagini.
Grazie a un ‘fortunato’ controllo dei Carabinieri di questa città che avevano fermato proprio i tre giovani di colore fu possibile associare il nome ai volti impressi nelle immagini dei circuiti di videosorveglianza.
Individuato l’uomo che aveva materialmente acquistato il cellulare, i militari hanno perquisito lui e la sua abitazione e l’hanno trovato in possesso di alcune carte di credito solo all’apparenza genuine. Infatti, i Carabinieri di Vergato, sono riusciti a verificare il codice “nascosto” sotto la banda magnetica individuando alcuni codici abbinati a carte di credito appartenenti a cittadini americani e clonate.
L’Autorità Giudiziaria di Sondrio, ricevuti gli esiti investigativi, ha potuto così emettere a carico di T.A.K. (nella foto), un ivoriano 34enne operaio, con precedenti specifici, un provvedimento restrittivo con immediata esecuzione. L’uomo però, dal carcere, non ammise le responsabilità contestategli, ma a riprova della sua colpevolezza, in Lombardia gli acquisti con carte false subirono una forte riduzione.
Il costante monitoraggio di utilizzi delle carte di credito clonate da parte dei militari della compagnia di Vergato, registrò una trasmigrazione del fenomeno verso la riviera adriatica, e in particolare nelle province di Rimini ed Ancona.
Le modalità dei fraudolenti utilizzi delle carte di credito aveva sempre lo stesso cliché: acquisti presso centri commerciali, abbigliamento griffato, serate in discoteche di grido, ricariche post-pay, rifornimenti di carburante ed acquisti on-line.
I militari della Compagnia di Vergato si posero allora sulle tracce dei “cyber truffatori”, indicati come stranieri di colore, battendo palmo a palmo le zone in cui erano avvenuti gli acquisti con carte clonate, acquisendo filmati delle telecamere a circuito chiuso, cercando di rintracciare una Hyundai Coupé di colore grigio indicata dai commercianti ove erano state effettuate i truffaldini acquisti.
A quel punto attraverso “Facebook” i militari acquisirono, nella zona di Ancona, alcune foto tra le quali individuarono quella di un soggetto che assomigliava ad uno dei personaggi ritratti nelle immagini registrate dalle telecamere presso un negozio ove era stata effettuato un acquisto “irregolare”. Costui indossava un particolare maglione “alla moda” che lo rendeva estremamente caratteristico. Nel corso dell’attività info-operativa, i militari appresero che il personaggio si sarebbe recato in un paese vicino ad Ancona, Osimo, ove i Carabinieri intercettarono una Hyundai grigia condotta da giovani di colore, tra i quali venne riconosciuto lo stesso uomo immortalato dalle immagini delle telecamere e nella foto su Facebook.
Finalmente venne identificato in E.G.24enne, disoccupato.
Accertato che le ‘spendite’ avvenivano anche tramite ricariche Post-Pay, grazie alle telecamere di un ufficio postale anconetano veniva acquisito un filmato che riprendeva la responsabile della ricarica truffaldina, poi anch’essa identificata grazie a foto pubblicate su Facebook. Si trattava di O.B.E.37enne nigeriana, impiegata.
La donna venne poi riconosciuta in una foto mentre danzava con l’uomo della Hyundai e del “maglione alla moda”, E.G., nei cui confronti era già stata avanzata richiesta di custodia cautelare in carcere.
Nel frattempo, però, E.G. era stato arrestato in flagranza di reato per indebito utilizzo di carte di credito clonate dalla Polizia di Stato di Ancona e nella circostanza gli erano stati sequestrati 2 PC. Dall’esame di tale materiale informatico, che l’Autorità Giudiziaria di Ancona affidò per l’analisi ai Carabinieri del Comando Provinciale di Bologna, emergevano particolari interessanti che avrebbero permesso di aprire nuovi scenari.
Infatti emersero contatti con paesi dell’Indocina (Vietnam) e nominativi dai nomi verosimilmente fittizi. L’ipotesi investigativa, confermata dall’indagato, era che i codici venivano letteralmente acquistati su siti dedicati denominati ICQ e pagati, per un valore di circa 10/20 euro a codice, attraverso società di Money Transfert a cittadini vietnamiti.
Il canale di approvvigionamento individuato, permise di scoprire che molti erano i cittadini di nazionalità nigeriana, tutti con precedenti specifici per utilizzo e ‘spendita’ di carte clonate e “circolanti” sul territorio nazionale, ad aver acquistato codici di carte clonate.
Sono state quindi numerose le perquisizioni richieste alla magistratura anconetana ed eseguite nell’ultimo mese dai Carabinieri di Vergato, coadiuvati da quelli delle varie zone interessate.
Proprio nel corso di una di queste perquisizioni a Genova, è stato tratto in arresto un altro cittadino nigeriano, E.U.D. 24 enne, calciatore in una squadra di quella provincia, trovato in possesso del codice di una carta di credito risultata clonata, cosa della quale neppure il proprietario, un dirigente d’azienda bolognese, si era ancora accorto.
Al termine dell’indagine, durata circa 2 anni, sono stati quindi arrestati due cittadini stranieri, denunciate 19 persone in stato di libertà, tra le quali figura uno solo italiano residente in Campania, effettuate 30 perquisizioni e sequestrati alcuni computer e i-Phone, oggetto di acquisti truffaldini, nonché 20 carte di credito risultate “clonate”.
Migliaia sono stati i codici clonati recuperati e tolti dal mercato illegale.
Un bravi ai carabinieri di Vergato, ma è come dover vuotare il mare con un cucchiaino.
RispondiEliminaTroppa delinquenza importata, l'Italia con le sue leggi buoniste, garantiste e molto permissive l'attira come una calamita.
Qui le pene "reali, non quelle sulla carta" sono ridicole, ed anche quando a fatica finiscono in galera ci sono sempre i Radicali che fanno di tutto per farli uscire.
io mi chiedo una cosa perche non bloccate i siti che vendono questi codici perche lasciate la libera vendita di queste apparecchiature per la clonazione delle carte
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