sabato 4 febbraio 2012

L'Anpi contro la sentenza dell'Aja.

Anche il Comitato Nazionale dell’A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d ’Italia) interviene con una nota del presidente Carlo Smuraglia sulla decisione dell’Aia.

Sono molto sorpreso e colpito da questa sentenza, di cui aspetto di leggere la motivazione per esteso, ma che mi sembra già contrastare con un principio recepito anche dalla nostra Corte Suprema di Cassazione, che cioè quando si tratta dei diritti umani, non ci sono trattati che tengano. In ogni caso ritengo che la sentenza, così come viene presentato il dispositivo, possa riguardare solo la materia risarcitoria nei confronti della Germania; e su questo avremmo modo di discutere. La cosa più importante è che non cessi, in ogni caso, l’affermazione dei diritti e soprattutto non venga meno la ricerca della verità e della responsabilità e quindi si vada avanti nei processi in corso e in quelli che potranno ancora venire. Questa materia delle stragi nazifasciste del periodo dal ’43 – ’45, nella quale l’ANPI si sta impegnando a fondo, è di estrema importanza e delicatezza sul piano storico e su quello umano. E dunque la ricerca che da anni faticosamente si sta conducendo sulle responsabilità e sulla verità storica deve continuare senza soste. Ne hanno diritto coloro, superstiti e familiari delle vittime che hanno subito direttamente le stragi ed ai quali un risarcimento dovrà pur essere assicurato, anche sul piano morale; ma ne ha diritto anche il complesso dei cittadini, consapevoli che senza rispetto dei diritti umani e senza il raggiungimento della verità non solo giudiziaria, nessuno può sentirsi al sicuro, perché una parte dei diritti di ciascuno sarebbe seriamente compromessa.

L’ANPI, si batterà, dunque, perché si continui nel lavoro che da anni si sta compiendo, nei tribunali militari e nella società e perché lo Stato italiano faccia la sua parte sotto ogni profilo, nell’interesse del Paese e dei cittadini nel loro complesso, tenendo conto di quanto ha detto in modo esplicito la Corte di Cassazione, e del diritto di ogni cittadino, proclamato dalla Costituzione e dalla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo, a rivolgersi ai Giudici ed ottenere giustizia.



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