mercoledì 1 febbraio 2012

Castglione dei Pepoli: incontro sull'eolico.




“L'energia elettrica prodotta da questo impianto eolico è una energia instabile, non programmabile e può avere problemi di immissione in rete. L'impianto , pale, cavidotto e centrale elettrica, è previsto in zona perimetrata a rischio frana medio o molto elevato. Inoltre, il sito non ha una ventosità adeguata e si trova proprio in mezzo a due importanti corridoi ecologici, quello del parco dei Laghi e quello del Monte Vigese. Le torri eoliche, che arrivano a 150 metri d’altezza, non sono sostenibili anche per i vincoli e le tutele assicurate al crinale”. Paola Campori portavoce Comitato Difesa Paesaggio di Camugnano, impegnato a contrastare il progetto Eolico Monte Fontanavidola, boccia ancora una volta, senza se e senza ma, il progetto che si vuole realizzare.

In un incontro, svoltosi a Castiglione dei Pepoli, (nella foto in alto) la portavoce ha poi criticato nello specifico il progetto poiché: “ La documentazione presentata è carente. Mancano il quadro economico, le descrizioni dettagliate delle profondità e quantità di scavo e di riempimento in cemento armato delle varie fondazioni, l’elenco dettagliato delle opere necessarie alla costruzione del cavidotto , le modalità di trasporto di tutti i componenti delle pale con l'ausilio di trasporti eccezionali e relazione sismica. Abbiamo avuto anche notizia che il progetto interferisce negativamente anche con la stazione nazionale antisismica che si trova a poche decine di metri”, ha precisato.

“Con l'aiuto di fotosimulazioni abbiamo evidenziato anche la impossibilità di effettuare trasporti in zone con carreggiate strette come a Castiglione di fronte alla Casa di Cura e come sotto la tubazione dell'acquedotto dal Brasimone e in molte altre zone. Non ci sono adeguati collegamenti e occorrerebbe inoltre allargare strade e costruirne 4 chilometri di nuove. E’ una devastazione L'ambiente, la fauna locale, l'avifauna protetta ne verrebbe irrimediabilmente compromessa”, ha ancora evidenziato.
Claudia Nucci, guida ambientale e titolare di un agriturismo nei pressi del lago Brasimone, ha elencato i guai che l’impianto procurerebbe al turismo: “Non ci sarebbero più escursionisti , non si godrebbe più dello stesso panorama, non si ci sarebbe più il silenzio e la tranquillità a cui siamo abituati e tutta la fauna sarebbe allontanata dalle vibrazioni , dal rumore e dallo sfarfallio delle pale”.

Nell’incontro sono stati evidenziati anche possibili problemi da rumore per i residenti delle borgate più vicine e di disturbi provocati dalle onde sonore a bassa frequenza e ultrasuoni . Questi potrebbero arrecare danni di tipo neurovegetativo alle persone, è stato detto.

Di rilievo l’intervento del geologo e docente universitario Gian Battista Vai e che ha rimarcato l’importanza di non sottovalutare il rischio geologico e gli impatti dell’installazione e ha fatto o l’esempio di Ripoli dove, a causa della sottovalutazione, la costruzione della Variante di Valico ha portato al noto movimento franoso che coinvolge molta parte della grossa borgata.
Il professore ha annunciato la prossima inaugurazione del ‘museo della geologia’ a Castiglione, da lui ideato, che esporrà tutti i reperti e gli oggetti della collezione del cittadino castiglionese Ultimo Bazzani, presente in sala.

Ha concluso l’incontro il sindaco di Catiglione dei Pepoli Daniela Aureli che ha riferito di essersi opposta alla ipotesi di impianto eolico a Sparvo per la contrarietà della popolazione e ha sottolineato di essere rimasta molto colpita dalle controindicazioni messe in rilievo dai tecnici presenti .



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