“Rendere l’onore dovuto ai tre sacerdoti morti a Monte Sole è anche fare memoria del sacrificio di una comunità che pagò un prezzo altissimo di lacrime e sangue. Quella dei tre religiosi fu comunione piena nell’amore con le comunità che erano loro affidate, fino all’estremo sacrificio”.
Questo il senso del discorso che monsignor Alberto Di Chio, con funzione di postulatore, ha pronunciato durante la cerimonia ufficiale di chiusura della fase diocesana del processo di beatificazione per don Ubaldo Marchioni, don Ferdinando Casagrande e don Giovanni Fornasini, tenutasi nella cattedrale di San Pietro a Bologna questo pomeriggio, sotto la presidenza del Cardinale Carlo Caffarra.
Il postulatore ha illustrato le prove raccolte per ognuno dei tre candidati alla beatificazione, riportando alcune delle testimonianze che hanno dimostrato la consapevole scelta di seguire la sorte dei disgraziati abitanti di quelle zone di guerra, condividendone i pericoli e i sacrifici.
Lo zio di don Marchioni, che chiese al nipote di lasciare la zona di Monte Sole si sentì rispondere “Se resta la mia gente devo restare con loro. Non posso muovermi di là”. Morì sull’altare della sua chiesa trivellato dai colpi delle mitragliatici tedesche.
Don Casagrande che giunse alla sua parrocchia nell’aprile del ’44, proprio nel momento in cui stava svolgendosi una terribile battaglia aerea tra Inglesi e Tedeschi, scrisse : Accetto volentieri il peso che mi porto. A Dio consacro la giovinezza e la vita.
Don Fornasini, giovane sacerdote con una grande capacità comunicativa e una disponibilità subito molto apprezzata dai parrocchiani, pochi giorni prima di morire dichiarava: “Sono pastore e servo di tutti, ogni anima mi è cara”.
Erano presenti alla cerimonia in Cattedrale anche i vice postulatori, tra cui don Dario Zanini, che fu uno degli ispiratori e tra i firmatari, insieme ad altri sacerdoti e laici del Vicariato del Setta, della richiesta di beatificazione dei tre sacerdoti, nel 1978.
Nel 1998 iniziò il processo canonico, con una cerimonia ufficiale tenutasi nella chiesa parrocchiale di Marzabotto, la chiesa del Sacrario delle vittime.
Dei documenti e testimonianze raccolte sono state constatate ufficialmente l’integrità e l’autenticità da parte di tutto il collegio riunito sull’altare della cattedrale e, dopo l’apposizione delle firme, tutte le carte, unitamente alla lettera del Cardinale Caffarra, sono state chiuse con sigillo in ceralacca nei plichi e consegnate a monsignor Di Chio che le porterà a Roma presso la Congregazione Cause dei Santi. Questa dovrà pronunciarsi sulla ammissibilità agli onori degli altari.
Una gran folla di fedeli ha seguito in silenzio e con attenzione tutta la fase conclusiva e ha salutato alla fine con un applauso la dichiarazione del Cardinale che comunicava ufficialmente chiusa la fase bolognese del processo.
Era presente anche una rappresentanza del Comune di Marzabotto con il gonfalone.
Nessun commento:
Posta un commento