lunedì 14 novembre 2011
I binbi di Padre John diventano grandi anche grazie alla generità di Sasso Marconi.
Sono tornati dall'Uganda con tante storie tristi, ma anche tanta speranza in un futuro migliore per quel paese belissimo, povero e con tanta voglia di riscatto.
I tre sassesi Pietro Cruciani, Roberto Celi e Samuel Fabbri hanno visitato le strutture già realizzate o in via di costruzione che il sacerdote ugandese Padre John ha impiantato. Il religioso, che periodicamente viene a Sasso Marconi, tappa di un suo tour italiano alla ricerca di sostegni economici, da molti anni porta avanti un progetto umanitario che raccoglie bambini, anche neonati, abbandonati dalle mamme, per toglierli dalle strade, fare loro frequentare la scuola e avviarli a un lavoro.
Ciò che ha fatto il sacerdote è veramente una opera enorme: ha costruito una scuola frequentata da 1060 alunni della scuola primaria, da 470 ragazzi e 399 ragazze nella scuola superiore. Molti dei suoi primi studenti frequentano ormai l'università alla capitale.
La povertà e le difficoltà di questi ragazzi non li scoraggiano, anzi li incitano persino ad escogitare sotterfugi e piccoli inganni per riuscire a entrare a scuola.
Racconta Cruciani, per fare riflettere i nostri studenti a volte svogliati e incapaci di capire la fortuna che hanno, che in una classe ci sono fino a 165 scolari, in ogni letto dorme più di uno studente, c'è mediamente un libro di testo ogni sei alunni e la mensa è attualmente a base solo di verdure, riso, fagioli e polenta. Nella scuola superiore non c'è ancora l'acqua corrente e ognuno deve procurarsi la sua tanica d'acqua. Eppure sono tutti felicissimi di poter studiare, seguono in silenzio e con la massima attenzione le lezioni. Cercano di arrangiarsi con i pochi quaderni e le matite procurati da Padre John con gli aiuti raccolti nei suoi periodici viaggi.
Samuel racconta con commozione le storie di questi bimbi, alcuni dei quali giunti con segni di maltrattamenti come le ferite da scosse elettriche dovute ai genitori che per fare allontanare i figli li sottopongono a questo tipo di sevizie. "Ma il loro sguardo," dice Samuel, "anche se pieno di paura, è vivace e disponibile, indice di una intelligenza che chiede solo di essere riconosciuta e resa fruttifera".
Padre John si è lanciato ora in una seconda nuova grande impresa, quella della realizzazione di un ospedale.
Roberto, Samuel e Pietro stanno distribuendo un opuscolo nel quale, con alcuni racconti, riportano la loro esperienza anche nell'intento di sensibilizzare chi può a fare offerte da inviare ai piccoli di Padre John.
L'associazione 'amici dei bambini di Padre John', è raggiungibile al numero 320 75 19 279, alla email pietro.cruciani@gmail.com o al sito www.amicibambinipadrejohn.org
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