sabato 1 ottobre 2011

L'angelo custode dei bambini di Cerpiano.







“ Brillante intuizione’ l’ha definita Valter Cardi, presidente dell’associazione delle vittime di Marzabotto, quella di chi si è adoperato per avere un ‘monumento dedicato ai bambini vittime di Monte Sole’. La bella, significativa scultura collocata fra i ruderi dell’oratorio di Cerpiano è stata inaugurata oggi, 1 ottobre, alla presenza di numerose autorità civili e religiose: il sindaco di Monzuno padrone di casa Marco Mastacchi, di Grizzana Morandi Graziella Leoni, di Monghidoro Alessandro Ferretti, di Sasso Marconi Stefano Mazzetti e per Marzabotto, l’assessore Valerio Bignami, il canonico don Dario Zanini e monsignor Gabriele Cavina.

Il 29 settembre del 1944, una colonna tedesca partita all’alba da La Quercia, dopo un primo scontro con i partigiani a Cadotto, salì la strada che porta alla cima di Monte Sole per mettere a ferro e fuoco tutto ciò che incontrava. L’arrivo della colonna fu preceduta dal passaggio di un partigiano che, salendo lo stesso sentiero a passo veloce, informava del pericolo. Gli uomini, nella convinzione di essere la ‘preda’ dei tedeschi, si rifugiarono nella macchia. Vecchi, donne a bambini, nella certezza di non essere il bersaglio di quell’azione, non abbandonarono le case.

A Cerpiano si erano radunati nella piccola chiesetta del borgo i bambini dell’asilo e le mamme. I tedeschi, giunti sul posto piazzarono una mitragliatrice all’ingresso e fecero fuoco. Quindi finirono il massacro gettando bombe a mano nel mucchio di cadaveri. I bambini che vi morirono furono venti. Due si salvarono grazie alla protezione dei corpi di chi era già morto.

Fra questi Fernando Piretti ( nella foto) che all’epoca aveva sette anni e che si trovò lì nel posto sbagliato al momento sbagliato. “Noi eravamo all’incrocio fra la via che porta a Casaglia e quella a Cerpiano. Mio padre si era già portato nel rifugio lontano dalla strada. Quando il passo militare dei tedeschi si fece sentire fu naturale rifugiarci nella chiesetta per un conforto nell’attesa che tutto passasse in fretta. Invece arrivò quella mitragliatrice sulla porta. Non ci fu neppure il tempo di stupirci. Il crepitio degli scoppi divenne improvvisamente assordante e poi quasi impercettibile”. Alla domanda di come si è salvato, Piretti aggiunge: “Io ero contro il muro. Probabilmente mi salvò il corpo di mia madre. Fui colpito da una pallottola a una spalla ma non in modo grave. Poi rimasi lì per due giorni, fra i cadaveri, bloccato dal terrore di farmi vedere e dal mare di sangue che mi circondava. Poi arrivò un uomo che chiamava il nome di una donna cui chiedeva sovente delle uova. Non sapeva che la signora era ormai un cadavere nel mucchio di cadaveri dentro l’oratorio. Quella voce mi diede la certezza che i tedeschi non c’erano più e mi mossi. L’uomo mi vide e mi portò dove ho potuto essere curato”.

Alla cerimonia di inaugurazione, guidata dal sindaco di Monzuno, è intervenuto don Dario Zanini, che ha avuto in quel triste giorno di Cerpiano la perdita di un cuginetto e che ha ricordato come don Dossetti fosse solito ripetere che i bambini vanno ricordati poiché ‘sono certamente santi’. Monsignor Cavina ha benedetto la scultura e ha ricordato che entro l’anno terminerà il processo di beatificazione dei sacerdoti morti a Monte Sole.

Il sindaco mastacchi ha inoltre informato che sarà inoltre presto identificato un luogo per collocarvi i simboli a memoria del sacrificio di quei sacerdoti.

Alla cerimonia sono intervenuti anche due reduci di Monte Sole, uno inglese e uno tedesco, Valter Brass, che ha precisato di aver prestato servizio a Monte Sole, ma di non aver partecipato alla tragica azione del 29 settembre del 1944, perchè trasferito. In modo visibilmente commosso ha chiesto perdono più volte per i suoi commilitoni e si è augurato che episodi come quelli di Cerpiano non avvengano più. I due militari sono stati ringraziati per la loro partecipazione con applausi sentiti.

Gli autori della scultura, Nicola Zamboni, Sara Bolzani e Laura Zizzi hanno presentato la loro opera spiegando che rappresenta l’angelo custode, cui è dedicato l’oratorio della borgata, che ripara con lo scudo i bambini di Cerpiano dal Maligno perché possano raggiungere il Paradiso che li attende.

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