mercoledì 17 agosto 2011

Gli iscritti alla Massoneria lo dichiarino.


Sono gli iscritti alla Massoneria a dare l’indirizzo amministrativo alle Regione o i consiglieri eletti?

Il consigliere del Movimento 5 Stelle Emilia-Romagna Giovanni Favia ha evidentemente dei dubbi e in un comunicato riporta i termini di una interrogazione del suo Gruppo consiliare alla giunta regionale: “Chiediamo un’operazione trasparenza sulle logge. Chi ricopre un incarico pubblico dichiari le proprie appartenenze,” si legge infatti.
"Non è un segreto per nessuno che molte importanti decisioni siano prese nel segreto delle riunioni massoniche piuttosto che nelle pubbliche aule consiliari

E’ umano che le persone si riuniscano in comunità e gruppi uniti da alcuni punti in comune. Su questo non c’è nulla di male, almeno fino a quanto le finalità delle logge non diventano eversive o contro la legge,” continua Favia , “come lo era la P2. Molti incarichi pubblici sono assegnati sulla scorta di una conoscenza
personale, di tipo fiduciario (lo è anche la “delega” elettorale), crediamo che sarebbe un’ottima operazione di trasparenza richiedere ai candidati ai pubblici incarichi una dichiarazione di appartenenza a organizzazioni di tipo segreto. In Toscana c’è una Legge (articoli 12 della legge regionale n° 68 del 1983 e 9 della legge regionale n° 11/ 1979) che richiede proprio ai consiglieri regionali una dichiarazione in tal senso
che, se poi riscontrata come falsa, può portare alla revoca dell’incarico. D’altronde il Consiglio di Stato (con sentenza 6 ottobre 2003 n. 5881) ha stabilito che sia legittimo imporre a chi ha un incarico
pubblico di comunicare l’eventuale appartenenza ad associazioni riconosciute e non o a logge massoniche. Sarebbe opportuno introdurla anche da noi,”
conclude il consigliere, “consentendo ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti conoscendoli fino in fondo, e mettendo eventualmente in luce alcuni legami
importanti nell’intreccio fra politica e affari. Siamo pronti a presentare una proposta di legge che introduca tale obbligo per contrastare la presenza in seno alla Regione di soggetti appartenenti alla P3 e P4."


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