Alla giornata commemorativa della strage di Bologna del 2 agosto ci saranno anche ’85 gocce di momeria ’ , 85 bambini di Marzabotto, Sasso Marconi, Vergato, Grizzana Morandi e Monzuno che ricorderanno, con il loro numero, le vittime della stazione di Bologna di quella giornata. Le gocce dell’Appennino si aggiungeranno a quelle arrivate da Bologna.
“L’iniziativa ha preso il via dalle commemorazioni delle vittime di Monte Sole dello scorso il 25 aprile, “ ha spiegato Valentina Cuppi, vicepresidente del Comitato per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto . “L’idea è partita dai bambini del ‘laboratorio della meraviglie’ che coinvolge i piccoli studenti con difficoltà della scuola di Marzabotto. Ora le gocce sono divenute in fiume”, sottolinea ancora la Cuppi. “ Accompagnerà il gruppo di gocce la storica Cinzia Venturoli che farà una lezione ai bambini sulla vicenda del 2 agosto della stazione di Bologna”. Della partecipazione di una qualificata rappresentanza scolastica alla giornata commemorativa a Bologna ha dato notizia il sindaco di Marzabotto Romano Franchi all’incontro rievocativo (nelle foto) del primo episodio di rappresaglia tedesca del 1944, avvenuto a Malfolle proprio nella casa dove è cresciuto il sindaco. Nella rappresaglia persero la vita anche numerosi parenti del primo cittadino.
All’incontro hanno partecipato, oltre al sindaco, il presidente del Comitato per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto Valter Cardi, Marilena Fabbri in rappresentanza della Provincia di Bologna, numerosi amministratori pubblici e Gian Paolo Frabboni autore di un opuscolo sugli avvenimenti di Malfolle, distribuito fra i presenti. Don Arrigo Chieregatti ha tenuto una breve funzione religiosa che ha preceduto la deposizione di una corona ai piedi della lapide delle 9 vittime che furono: Cucchi Fernando, Golfetti Pietro, Melega Aldo, Minelli Domenico, Serenari Celso, Simonini Valentino, Stanzani Emilio, Venturi Giuseppe e Zanardi Francesco.
La giornata si è conclusa con un ricco buffet offerto dai residenti e con un coro formatosi in modo spontaneo come succedeva un tempo nelle aie contadine, che si è esibito in canti partigiani.
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