lunedì 18 luglio 2011

Chiede un risarcimento per essere finito in carcere. Adesso dovrà tornarci per tentata estorsione.


Il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Il lupo, in questo caso, è L.J. un tunisino di 35 anni, senza fissa dimora e nullafacente, finito in carcere nel gennaio 2007 dopo essere stato denunciato per furto dal proprietario del ‘Ciokobar’ di Bologna.

Convinto di dover ottenere un qualche ‘risarcimento’ per il periodo trascorso in carcere a causa della denuncia, ha pensato bene di iniziare a chiedere al gestore del bar somme di denaro paventando in maniera esplicita possibili ritorsioni violente.

Il gestore del bar, di fronte a richieste di pochi euro e pensando di poter evitare maggiori grattacapi, ha per qualche tempo ceduto alle pretese.

Lo scorso sabato, però, il tunisino per avere maggiore “soddisfazione” con una somma più cospicua, ha affrontato il gestore del bar recandosi nel suo locale con un coltello a serra-manico e tre bottiglie di acido muriatico, per costringerlo a consegnargli 300 euro quale ulteriore risarcimento per il periodo della sofferta carcerazione.

Il barista però, dopo le ultime richieste di denaro, aveva già informato i militari dell’Arma e alle ulteriori pretese gli è bastato fare una telefonata perché immediatamente i militari del Nucleo Radiomobile dei Carabinieri del Comando Provinciale di Bologna giungessero sul posto.

I Carabinieri hanno subito arresto il tunisino e sequestrato gli “strumenti” con cui tentava di portare a termine l’estorsione.

Adesso il tunisino invece di godersi, come immaginava, i frutti del suo piano, si trova nuovamente rinchiuso presso la Casa Circondariale della Dozza in attesa di comparire di fronte all’Autorità Giudiziaria per rispondere di tentata estorsione aggravata.

Foto e notizia del Comando Provinciale Carabinieri.

Nessun commento:

Posta un commento