Il recente scontro in Consiglio Comunale di Monzuno per la mancata partecipazione del Comune in forma ufficiale ai funerali del fondatore dell’Associazione Famigliari delle Vittime di Monte Sole e sindaco di Marzabotto Dante Cruicchi , recentemente scomparso, ha riportato l’attenzione ai fatti di Monte Sole. Gli accusati pareggiavano il conto rinfacciando agli accusatori di non aver commemorato per niente la figura di Giovanni Rossi (nella foto), anch’egli recentemente scomparso, vicecomandante della brigata partigiana Stella Rossa e fra i principali collaboratori del mitico ‘Lupo’.
Abbiamo chiesto chiarimenti al parroco di Sasso Marconi, don Dario Zanini, impegnato da sempre in una ricerca sul difficile e contrastato periodo dell’occupazione tedesca.
“Giovanni Rossi, detto comunemente Gianni, è morto, quasi furtivamente. Ai più questo nome non dice nulla. Ma al suo tempo, al tempo della Resistenza, Gianni fu un uomo quasi leggendario, fondatore col Lupo (Mario Musolesi) e pochi altri della brigata partigiana Stella Rossa”.
Lo ha conosciuto?
“Quando, negli ultimi anni che precedettero la guerra, mio fratello Remo aprì a Gardelletta un negozio da barbiere e io, al sabato sera, gli portavo la cena, vi trovavo radunati in conversazione tutti i ragazzotti del borgo e dei dintorni, da Gianni al Lupo, dal Cagnone (Olindo Sammarchi) a Guido Tordi, a Berto Menini. La guerra li proiettò sui vari fronti; poi, al ritorno, dopo l'armistizio, furono gli stessi che proprio a Gardelletta diedero vita a un gruppo di renitenti che poi divenne la Stella Rossa”.
Giovanni Rossi è stato il vicecomandante della Brigata?
“Il Lupo aveva il carattere per diventarne il capo. A Gianni fu assegnato il compito di vice-comandante, compito che esercitò con riconosciuta fermezza come dimostrano l'assalto alla caserma dei carabinieri di Marzabotto il 21.5.'44 e il sabotaggio ai magazzini della Todt di Baragazza il 4.6.'44.
Nonostante la grave perdita del giovane fratello Gastone, perito per un banale incidente, Gianni Rossi è presente nelle varie operazioni della Stella Rossa descritte nel diario della brigata, e il suo nome figura, anche nell'intricato mistero della scomparsa del Lupo, da cui egli stesso uscì ferito. Nella strage di Marzabotto egli perdette alcuni parenti (Serra e Rossi) che, da parte di madre (Rosa Zanini), erano anche miei parenti”.
Perché allora non è stato ricordato in occasione della sua morte?
“Passata la guerra Gianni ha assistito alla progressiva esagerata esaltazione della Resistenza locale, rimanendone deluso al punto che, anziché prestarsi al gioco interessato di tanti arrivisti, che l'avrebbero esaltato come una mitica figura della guerra di liberazione, se n'è lentamente distaccato fino ad assumere un atteggiamento di totale definitiva rottura: non voleva più parlare della guerra, non ha partecipato più ad alcuna manifestazione, non ha dato mai interviste ad alcun giornale. Qualche volta sono riuscito a rompere il suo riserbo, apprendendo poche notizie, ma molto interessanti. C'è di mezzo anche un incontro con padre Pio. Rimane un grande rammarico: Gianni si è portato dietro uno scrigno di importanti notizie”.
Cosa c'entra in tutto questo Padre Pio?
“Gianni, dopo la guerra, fu socio di una azienda di autotrasporti e, in occasione del trasporto di una comitiva a San Giovanni Rotondo, fu quasi costretto a incontrarsi con Padre Pio. L’incontro lo segnò profondamente incidendo anche nelle sue convinzioni politiche. D’altronde un incontro con Padre Pio non poteva non lasciare il segno”.
A dire il vero la scomparsa di Giovanni Rossi non è passata inosservata a tutti. Stefano Muratori scrive infatti ‘a ricordo di Gianni Rossi, vicecomandante della Brigata Stella Rossa, decorato con la croce al merito ’:
"Gianni Rossi era nato l’11-2-1923 ed è deceduto a Porretta il 12-12-2010. Gianni era sofferente da tempo a causa dell’enfisema, ed anche a causa della operazione alla vescica che aveva subito, operato dal Dr. Romagnoli nel 1992 con una diagnosi poco rassicurante. Dopo l’operazione si incontrò con Padre Pio, del quale ha sempre conservato l’immagine nel comodino. Negli ultimi mesi è peggiorato, fino al ricovero a Vergato, poi a Porretta dove è deceduto. Il funerale è avvenuto in forma privata con la presenza di pochi invitati a causa della logistica, essendo stato cremato.
Ho incontrato Gianni Rossi a fine Maggio di quest’anno per raccogliere alcuni ricordi personali.
Credo di fare cosa gradita a tanti che lo hanno conosciuto, ed anche a coloro che ne hanno letto la storia di capo partigiano coraggioso, pubblicando alcuni suoi ricordi, semplici ed essenziali, come amava essere lui. Invito quindi a visitare il link http://marzaforum.forumattivo.com/t1011-la-morte-di-gianni-rossi-vicecomandante-della-brigata-stella-rossa#2783
La cosa che più mi ha colpito ascoltando i racconti di Gianni è stata la scintilla che si accendeva in lui ogni volta che ripercorreva i ricordi delle azioni pericolose che immancabilmente toccava a lui capeggiare. Gli veniva facile affrontare il rischio, mantenere la calma, agire con determinazione, ed era per questo che il Lupo voleva sempre lui a capo di ogni azione molto pericolosa.
Ricordiamoci che siamo debitori a quei valorosi che come Gianni e suo fratello Gastone, il quale morì da partigiano e fu decorato con medaglia d’oro al valor militare uniti nell’antifascismo riscattarono l’Italia".
Ho letto e studiato molto delle vicende di guerra,partigiana e non,delle nostre parti.Mi dispiace sempre continuare a leggere le opinioni di Don Zanini, incentrate sul disconoscimento e sulla faziosa criminalizzazione di persone e fatti a cui noi tutti siamo in parte debitori.Nonchè sulla interpretazione falsata o alla segretazione di tanti preziosi ricordi, a lui consegnati dalle persone negli anni,che potrebbero fare luce o rendere esattezza storica a tanti nostri fatti dolorosi.
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