L’estrazione dei biglietti vincenti della lotteria legata al ‘fondo di solidarietà’ istituito dal Comune per aiutare chi è in difficoltà a causa della crisi è avvenuta nell’ultima giornata di tartufesta, alla presenza del calciatore del Bologna Marco Di Vaio, molto festeggiato. Il primo premio, un soggiorno per due in una località turistica, è andato al biglietto numero 2200. Il secondo al numero 2831 e il terzo al numero 835. Un intenso profumo di tartufo ha accompagnato i tanti visitatori che hanno invaso il centro di Sasso Marconi . Quest’anno la manifestazione ha avuto una adesione inaspettata, quella dei cugini dell’Appennino toscano. Il paese pare infatti proporsi quale punto di incontro fra le due comunità appenniniche offrendo il meglio che Bologna sa produrre, dai vini delle colline marconiane e dei Colli Bolognesi, alle semplici, ma mai abbastanza apprezzate, crescentine, passando dalla classica tagliatella bolognese indiscussa regina della cucina tradizionale. Abbondante la quantità di tartufo nostrano sulle bancarelle grazie all’andamento climatico ideale in questa stagione per una produzione piena che ha reso il prezzo accessibile. Al nostrano si sono accompagnati i tartufi pregiati di altre regioni quali i piemontesi e i marchigiani. La generosità di questo autunno non si è limitata al re dei prodotti del bosco. Numerose le bancarelle con i funghi e i marroni, questi ultimi offerti ai visitatori anche cotti direttamente sul fuoco. L’apicoltore Virgilio Anedda ha commentato: “L’iniziativa è importante. Arriva gente anche in pulman”. Rossella Gianotti ha aggiunto: “E’ una bella festa. Vengo da Castiglione dei Pepoli” e Caterina Niro aggiunge: “E’ bell’evento. Io sono di Marzabotto”. Claudio Bignami osserva: “Ormai è un punto di riferimento provinciale”. Gli stand delle varie regioni hanno esposto prodotti tipici e non esclusivamente alimentari. Rita Aldrovandi si stupisce dell’afflusso di gente e Agata Salamone apprezza soprattutto la bontà delle castagne gustate calde. Carla Bassetti dice: “E’ bello ritrovare persone conosciute e conoscerne di nuove”. Micaela Ottaviani aggiunge: “E’ viva ed è aggregante”. Sara Pedrelli osserva. “E’ l’esaltazione della produzione locale. Servirebbero più iniziate rivolte ai giovani”. Una forte apprezzamento è stato riscosso dalla mostra di arte sacra allestita nella saletta parrocchiale. Le opere pittoriche, erano di autori e di scuole italiane del 1500-1600, tra cui Cecco del Caravaggio, Il Sassoferrato e la Scuola del Guercino. Accanto a questi, numerosi crocifissi e icone della tradizione religiosa greco ortodossa.
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