“Dovremmo tutti fare sciopero e smettere di lavorare”. E’ questa la cura che l’artigiano Giuseppe Stanzione propone agli abitanti delle valli del Reno e del Setta per accelerare il processo di adeguamento della viabilità alle esigenze di mobilità di oggi giorno. “Nell’ora di punta, da Borgonuovo a San Biagio impiego 40 minuti e la distanza è di soli due chilometri e mezzo. Una volta prendevo l’autostrada ma con l’allontanamento del casello di Sasso Marconi a Cinque Cerri dovrei fare otto chilometri in più”. Si scaglia contro il nuovo semaforo sulla Porrettana a San Biagio Vanni Guizzardi che gestisce un bar a Borgonuovo. Il semaforo, voluto per ‘dosare’ le auto che entrano in Casalecchio, procura nelle ore di punta una interminabile coda. “Da quando è entrato in funzione il semaforo ho registrato un calo di colazioni per un importo di 220 euro al giorno. Se qualcuno si ferma, poi, per la fila, non riesce reimmettersi in strada”, denuncia Vanni. Simona Armaroli lavora all’Unicredit della Fiera: “Da Lama di Reno dove abito alla fiera impiego un’ora. Sarebbe necessario almeno il sottopasso al casello ferroviario”. Il fabbro di Pontecchio Marconi Massimiliano Degli Esposti rincara la critica del collega Stanzione: “Aggiungere un semaforo a San Biagio è stato il culmine. Il nuovo intoppo e lo spostamento del casello autostradale di Sasso Marconi che spinge molti a percorrere la Porrettana anziché l’autostrada, hanno definitivamente collassato la viabilità”. Il rappresentante Loris Lolli è categorico. “Se non si allaccia la Porrettana direttamente con la tangenziale di Bologna la viabilità resterà drammatica”. L’ispettore di commercio Alessandro Fiocchi che deve attraversare ogni giorno Bologna ha risolto il problema con una levataccia al giorno: “Se parto alle 6.30 viaggio bene. Se parto alle 7 da Sasso Marconi finisco in fila”. Stefano Dagnelli di Fontana porta all’attenzione il problema creato dalla strozzatura della Rupe di Sasso Marconi: “E’ pericoloso percorrere quel tratto di Porrettana soprattutto per pedoni, ciclisti e motociclisti”. L’imprenditore sassese Giuseppe Boschi pone l’accento sulla viabilità interna al paese: “Sasso Marconi entra in crisi al martedì in occasione del mercato”. Il medico Simonetta De Giorgi per lavoro deve recarsi spesso a Bologna o a San Lazzaro. “Attraversare Casalecchio è sempre un’incognita preoccupante”. Infine l’impiegato di Pontecchio Marconi Ermes Venturi spiega che a volte va in trasferta a Zola e parlando del nodo di Casalecchio dice: “E’ scandaloso che non si sia ancora provveduto”. L’assessore di Sasso Marconi Pier Paolo Lanzarini precisa che un alleggerimento sul nodo di Casalecchio potrà avvenire con il prossimo casello autostradale di Borgonuovo: “Si prevede che la soluzione tampone entri in servizio entro due anni” ha spiegato . “In merito alla bretella interrata di Casalecchio si sta definendo il progetto e valutando le conseguenze per le interferenze con le infrastrutture già presenti e con l’impiantistica sotterranea. Non ha soluzione in tempi brevi il nodo della Rupe anche se stiamo valutando alcune idee in proposito”.
Il nodo di Casalecchio e l'insensibilità della Società Autostrade sono delle serie criticità...
RispondiEliminaMa il più grosso problema della viabilità, nella valle del Reno, è che il treno continua ad essere considerato un trasporto ignorato e negletto...
La signora Simona Armaroli lavora all’Unicredit della Fiera e ha, già da vari anni, l'eccellente opportunità di utilizzare l'ottimo servizio ferroviario a frequenza bioraria.
RispondiEliminaDa Lama di Reno partenza alle 7.58, arrivo a Bologna Crentrale alle 8.32, in 10' di bicicletta si arriva alla Unicredit.
Tempo totale: ca 40'
20' risparmiati all'andata, altrettanti al ritorno.
40' al giorno
6h 40' alla settimana
Poco meno di 300h all'anno, ovvero ca 12.5 gg all'anno risparmiati.
Questo solo per il tempo che è la risorsa più preziosa.
Non parliamo del risparmio ecomomico, della qualità della vita (in treno è possibile riposarsi, leggere, lavorare al computer, conversare, giocare a carte...), del fatto che i casalecchiesi e i borgonuovesi possono solo avere la vita migliorata dal fatto che la signora Armaroli, il signor Cavicchioli, il signor Fanti, la signora Nesi, ... utilizzino i mezzi pubblici invece di quelli immobili privati.
Infine un po' di movimento fisico, in bicicletta che è un toccasana, anche questa cosa saputa e risaputa.
Le persone già ora hanno possibilità di scegliere.
Scegliere una mobilità agile, di qualità superiore e meno auto-trogloditica.
Le persone scelsero sindaci e partiti che hanno ammassato decine di migliaia di persone nella Valle del Reno, lottizzato in maniera demente, distruggendo per sempre centinaia di ettari di suolo agricolo prezioso, costrette a pendolare su Bologna e la relativa conurbazione.
Le persone continuano a non capire i limiti dello sviluppo, a non vederli, credono alla mistica stupidina della crescita e del fatto che tutto ciò che cresce perennemente (un tumore) prima degrada la vita, poi t'ammazza.
Si leggono molte sciocchezze come la presunta teoria di risolvere i problemi del traffico a livello sintomatico, ovvero continuando ad aumentare le strade. E' noto, dalla scienza - ora non dite che non lo sapete - che ciò contribuisce ad AUMENTARE il traffico.
Dunque, i "drogati" di auto, ne vogliono ancor più.
Prego. Continuate pure.
C.Zecca